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Il settore delle telecomunicazioni mobili nei Paesi meno sviluppati (LDC) è cresciuto negli ultimi anni molto più del fisso, con un numero di utenti quasi raddoppiato nel 2005.
Lo ha reso noto l’ITU (Unione Internazionale delle Telecomunicazioni), sottolineando come il settore abbia registrato tra il 2000 e il 2005 una crescita annuale dell’82% contro il +12% del settore fisso.
Il rapporto sullo stato dell’arte delle tlc mobili nelle aree del mondo più disagiate è stato presentato a New York e ha riscontrato che 25 Paesi su 50 hanno raggiunto gli obiettivi fissati dal Brussels Programme of Action (BPoA).
Secondo l’ITU, la ‘teledensità’ è più che raddoppiata nella maggior parte dei Paesi meno sviluppati, con alcuni che hanno raggiunto livelli di connettività anche 20 volte superiore al a 6 anni fa, grazie alla rapida crescita delle tecnologie mobili. Tra questi, le isole di Capo Verde, Maldive e Samoa e piccoli Paesi come Gambia e Mauritania, dove in alcuni casi è stata raggiunta una penetrazione di 44 linee ogni 100 abitanti, superiore a quella raggiunta in molti Paesi in via di sviluppo.
In base ai dati ITU, i Paesi che hanno raggiunto i più alti livelli di crescita annuale nel settore mobile sono Djibouti (186%), Repubblica democratica del Congo (184%), Niger (171%), Liberia (155%), Mali (142%), Sudan (139%) e Yemen (129%).
Cresce anche la penetrazione internet, frustrate tuttavia dalla mancanza di infrastrutture di rete fissa: è già un enorme successo, dunque, aver raggiunto in alcune aree una penetrazione prossima al 5%.
Nonostante i progressi ottenuti, tuttavia,ci sono ancora tantissime questioni da affrontare, di natura principalmente regolatoria.
Politiche e regole in gran parte obsoleti, infatti, rischiano di ostacolare lo sviluppo e la diffusione delle tecnologie e di escludere ulteriormente queste popolazioni dai vantaggi della convergenza IP.
Politici e regolatori devono quindi delineare un nuovo percorso legislativo che apra la strada alla trasformazione del mercato e permetta a questi Paesi di allontanarsi dai vecchi percorsi, utili in passato ma che ora rappresentano una barriera allo sviluppo dei nuovi sistemi IP e rischiano di scoraggiare gli investimenti proprio nelle aree che ne hanno maggiormente bisogno.
La scarsità di infrastrutture ICT, l’alto costo della banda, la mancanza di contenuti locali rilevanti e di collaborazione tra gli attori industriali e l’instabilità politica costituiscono altrettante sfide da affrontare e risolvere, spiega l’ITU.
“Quello che è veramente incoraggiante – ha spiegato Cosmas Zavazava, responsabile ITU per i Paesi LDC – è il fatto che in questi Paesi pieni di mille difficoltà c’è un incredibile voglia di diventare parte integrante della Società dell’informazione. Desiderio che, unito all’emergere di tecnologie a basso costo, soprattutto wireless, accelererà il percorso verso l’accesso universale”.