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Antitrust: nuovo rinvio per la chiusura dell’istruttoria contro Tim, Vodafone e Wind

Italia


Si allungano ulteriormente i tempi di chiusura per l’istruttoria avviata dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) nei confronti dei tre operatori mobili italiani – Tim, Vodafone e Wind – per abuso di posizione dominante collettiva.

 

La chiusura dell’istruttoria era prevista per il 28 aprile, e l’Antitrust aveva già deciso di rinviarla al 14 dicembre per aver modo di condurre ulteriori approfondimenti istruttori al fine di accertare la fondatezza di “nuovi elementi” emersi dall’indagine, nonché per “la complessità e l’ampiezza degli elementi da valutare, anche alla luce del numero dei soggetti intervenuti nel procedimento”, ai quali si vuole garantire “il pieno esercizio del contraddittorio”.

 

Ora, l’Agcm ha deciso di prorogare al 15 febbraio 2007 il termine di conclusione del procedimento, alla luce della delibera adottata a marzo – con cui si è determinato di svolgere l’istruttoria anche nei confronti di TIM a seguito del conferimento a quest’ultima delle attività di comunicazioni mobili svolte in Italia da Telecom Italia Mobile – e delle istanze presentate da Telecom Italia, Vodafone e Wind.

 

Telecom Italia, informa l’Antitrust in una nota, ha presentato ad agosto un’istanza per chiedere un differimento “non inferiore a novanta giorni del termine di chiusura  della fase di acquisizione degli elementi probatori, alla luce della particolare complessità delle risultanze istruttorie, nonché della pausa estiva”, mentre Wind ha chiesto un rinvio di almeno 2 mesi “alla luce della voluminosità, oltre che della complessità fattuale e giuridica, delle risultanze istruttorie e della corposità del fascicolo istruttorio”.

 

Vodafone ha chiesto invece un differimento di almeno 30 giorni, vista “la corposità e complessità della comunicazione delle risultanze istruttorie, oltre che la molteplicità degli elementi da analizzare a fini difensivi”.

 

L’istruttoria per presunta infrazione degli articoli 81 e 82 del Trattato CE era stata avviata il 23 febbraio 2005 e trae origine dalle denunce di TELE2 Italia, Trans World Communication Italia, Startel International e ReteItaly, e dall’istanza dell’associazione di consumatori CODACONS.

 

Da esse risulta che i tre principali operatori mobili italiani avrebbero posto in essere  comportamenti ritenuti lesivi della concorrenza in materia di fornitura di servizi di accesso e di terminazione alle reti mobili, con l’effetto di ridurre il grado di concorrenza sia in questi mercati che in quelli finali dei servizi di comunicazione mobile e fisso-mobile.

 

Nel corso dell’attività istruttoria sarebbero inoltre emerse delle circostanze di fatto non conosciute prima dell’avvio del procedimento, consistenti “nel rifiuto simultaneo da parte di Tim, Vodafone e Wind di rinegoziare le condizioni economiche dei contratti di roaming con Elsacom”, società appartenente al gruppo Finmeccanica, che gestisce in Italia il sistema di telecomunicazioni satellitari denominato Globalstar.

 

Sin dal 1999 Elsacom ha stipulato contratti di roaming con i tre operatori, a condizioni economiche pari a quelle del roaming internazionale. Tali contratti consentono, tra l’altro, ai clienti di Elsacom di effettuare chiamate sul territorio nazionale senza ricorrere alla tecnologia satellitare, utilizzando unicamente le reti GSM degli altri gestori.

 

A fronte delle richieste di Elsacom di rinegoziare le condizioni economiche previste nei contratti di roaming – si legge nel provvedimento dell’Agcm – “Tim e Vodafone non hanno fornito alcuna risposta, mentre Wind, pur dichiarandosi disponibile ad un incontro, non ha, nei fatti, dato seguito a tale dichiarazione di intenti”.

 

Dal momento che Elsacom dispone, sul territorio nazionale, degli impianti necessari per svolgere l’attività di MVNO e che, potendo usufruire dei suddetti servizi, sarebbe in grado di operare immediatamente nell’offerta di servizi di comunicazione mobile in tecnologia GSM in concorrenza con i tre gestori, il rifiuto in blocco da parte di questi ultimi di rinegoziare al ribasso le condizioni economiche per l’accesso al roaming sulle reti GSM “potrebbe integrare una fattispecie analoga al rifiuto a contrarre nel mercato dell’accesso, oggetto della presente istruttoria, finalizzata ad escludere un potenziale concorrente MVNO nei servizi finali di comunicazione mobile in tecnologia GSM in Italia”.

 

In ragione della posizione di dominanza collettiva dei tre gestori nell’accesso alle reti GSM, l’Agcm ha dunque concluso che questi comportamenti potrebbero costituire una ulteriore violazione del divieto di abuso di posizione dominante collettiva sancito dall’art. 82 del Trattato CE e ha ulteriormente rinviato la scadenza dell’istruttoria “allo scopo di garantire il pieno esercizio del diritto di difesa e la più ampia applicazione del principio del contraddittorio”.

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