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Il 3G ha ancora i suoi detrattori, ma comincia a dare il suo importante contributo al mercato wireless.
Secondo alcune previsioni, il numero di utenti dotati di connessione mobile a banda larga – che attualmente si attesta a quota 167 milioni – toccherà il miliardo entro i prossimi 4 anni e genererà circa la metà dei profitti del settore, pur rappresentando appena un terzo degli utenti totali.
Ma, ci si chiede da quando è comparso sulle scene telefoniche, quale sarà la killer application del 3G?
In un primo tempo gli operatori avevano sperato negli mms, i messaggi multimediali che avrebbero dovuto sostituire gli sms nel cuore e nelle abitudini degli utenti.
Così, tuttavia, non è stato: i messaggi di testo continuano a farla da padrone macinando record su record – basti pensare che ogni giorno nel nostro Paese ne vengono inviati circa 63 milioni – e gli mms non sono mai veramente decollati.
Almeno in un settore, però, questa tendenza sembra destinata a ribaltarsi.
Parliamo ovviamente dei contenuti per adulti, segmento in cui, nei prossimi tre anni, i servizi video rimpiazzeranno definitivamente i più ‘tradizionali’ servizi testuali, generando un mercato da circa 2,7 miliardi di dollari.
I servizi di testo per soli adulti – secondo Juniper Research – rappresentano attualmente il 20% del mercato e dovrebbero raggiungere il prossimo anno un picco da 303 milioni di dollari, per poi declinare e lasciare il posto ai più ‘efficaci’ servizi video, che già costituiscono il 50% del mercato globale.
Nel 2009, il mercato dei video per soli adulti dovrebbe dunque raggiungere il valore di 1,7 miliardi di dollari e arrivare entro il 2011 a 2,4 miliardi, per rappresentare il 70% dei profitti totali del settore.
Ma, ci si chiede, i piccoli schermi dei cellulari riusciranno ad appagare la pruderie degli utenti?
Sì, secondo gli analisti Juniper, secondo cui il canale mobile – a differenza di quanto avviene ad esempio per i giochi mobili e i servizi di scommesse – non sarà semplicemente un nuovo veicolo per contenuti già esistenti, ma rappresenterà un metodo differente di presentarli.
Il telefonino – ha spiegato l’analista Juniper Bruce Gibson – è lo strumento adatto per “raggiungere un nuovo pubblico, che lo utilizzerà in maniera diversa rispetto ai giornaletti, ai DVD o a internet”.
Dal momento che il cellulare – ha aggiunto – “riguarda la gratificazione istantanea, i contenuti dovranno essere concepiti per fornire proprio quello”.
La crescita dei profitti del settore, tuttavia, non sarà priva di ostacoli sul suo cammino, dal momento che il binomio sesso-cellulare prospetta problemi regolatori e di sensibilità sociale molto vasti che potrebbero rallentarne l’affermazione sul mercato di massa.
Una delle chiavi di volta per la crescita del settore è sicuramente rappresentata da un cambiamento di strategia da parte degli operatori mobili, che dovrebbero farsi carico nella loro bolletta dei costi per accedere al porno e poi dividerli con i fornitori di contenuti. Strategia che ha trainato l’impennata dei servizi in Asia, dove lo scorso anno, il mercato del porno mobile ha generato per 1,2 miliardi di dollari, rispetto ai 30 milioni degli Usa, dove i carrier non sono stati ben disposti ad addentrarsi nel settore per timore delle rimostranze dei cattolici e dei conservatori.
Il motto ‘accendi il cellulare, il cellulare ti accende’, dunque non sarà valido per tutti i mercati allo stesso modo, ma forse, molto più veritiera è l’affermazione di Harvey Kaplan, vicepresidente di Xobile, società specializzata nel porno mobile: “Nessuno spenderà soldi e tempo per guardare sul telefonino il trailer dell’ultimo film Disney…l’erotismo è il contenuto più caldo del panorama mobile”.
Anche se non tutti sono ben disposti a pubblicizzare la cosa, sembra dunque evidente che quello della pornografia mobile è un mercato che nessun player vuole farsi sfuggire.
Del resto, con gli utenti già ben disposti a sborsare fino a 80 dollari al mese per i servizi Internet, la tentazione per l’industria dell’adult entertainment di lanciare nuove offerte su nuovi canali è immensa e sembra aver trovato nel cellulare – strumento quanto mai flessibile e personale – una nuova miniera d’oro.