Stati Uniti
Arrivato sulla scena della musica online da pochissimo, SpiralFrog si è messo in testa di stravolgere le abitudini musicali degli utenti, offrendo musica gratuita e legale grazie ad accordi con le maggiori case discografiche mondiali.
L’unico prezzo da pagare – ma in nome della legalità potrebbe anche diventare accettabile – è quello che bisognerà sorbirsi un po’ di pubblicità che ora più che mai sta diventando l’anima del commercio…musicale.
Dopo aver strappato un accordo con Universal Music Group, la maggiore etichetta musicale del mondo, SpiralFrog ne ha siglato un altro con un altro big del settore, la EMI Music.
Gli utenti – al momento solo quelli statunitensi e canadesi – potranno dunque accedere ai cataloghi delle due major e scaricare la musica e i testi delle canzoni di artisti come Robbie Williams, Nelly Furtado, Mary J Blige, Sting e tantissimi altri, senza dove pagare un centesimo.
Si tratta di un duplice accordo molto importante, che potrebbe convincere i milioni di adepti dei sistemi peer-to-peer illegali sparsi in tutto il mondo ad abbracciare una forma di download gratuito finalmente del tutto lecita e, perché no, mettere un po’ in crisi il modello a pagamento lanciato da Apple col suo iTunes Music Store.
Trattative sarebbero in corso anche con un terzo big: la Warner Music Group.
Per Robin Kent, Ceo di SpiralFrog, i due accordi messi a segno dal gruppo sono un segnale evidente che l’industria musicale “ha riconosciuto il potenziale di guadagno di un modello di business improntato sulla pubblicità”, che potrebbe finalmente aiutare le major – che fin qui hanno cercato di difendersi a suon di denunce – a uscire fuori dal circolo vizioso della pirateria, alimentata senz’altro anche dal prezzo troppo alto dei CD.
L’alternativa offerta da SpiralFrog è certamente allettante sia per il pubblico – il target è quello dei giovani da 14 a 34 anni – che per gli artisti, che potranno offrire la loro musica e i testi in formati che garantiscono un’alta qualità del suono e una piena sicurezza.
Sempre sul fronte della musica online, ma stavolta a pagamento, anche MySpace – il più celebre sito di social networking e promozione di artisti indipendenti di proprietà della News Corporation di Rupert Murdoch – ha deciso di entrare nell’arena.
Prima della fine di quest’anno, MySpace comincerà infatti a vendere i brani di circa 3 milioni di artisti senza contratto, in formato MP3 e senza DRM.
Oltre a riabbracciare la missione per cui era nato – la promozione di artisti fuori dai circuiti milionari delle major – la novità del servizio proposto da MySpace consiste nel fatto che saranno gli artisti a decidereil prezzo dei brani, il cui ricavato andrà suddiviso tra il sito, il fornitore del servizio di e-commerce (la Snocap del fondatore di Napster Shawn Fanning, rieccolo!) e gli ovviamente gli artisti.