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Tra meno di un anno, la Cina prenderà il posto degli Stati Uniti come maggior mercato broadband del mondo.
Nonostante il controverso rapporto tra il governo di Pechino e il web – considerato un ottimo strumento di propaganda ma inviso, controllato e censurato come in nessun altro Paese al mondo – il mercato della banda larga continua a svilupparsi in maniera incredibile, segnando negli ultimi tre anni una crescita media del 79%.
Entro il 2007, dicono gli analisti di Ovum, gli utenti cinesi della banda larga arriveranno a quota 79 milioni e non è che la punta dell’iceberg, visto che la tecnologia raggiunge ancora appena il 3,4% della popolazione, ben al di sotto della media di molti Paesi dell’area Asia Pacifico.
Il potenziale di crescita – alla luce del boom dell’economia, dell’aumento dei salari, della crescente diffusione dei PC e di nuove applicazioni come il VoIP e l’IPTV – è dunque enorme e conoscerà un’ulteriore impennata in occasione delle prossime Olimpiadi di Pechino.
Secondo le previsioni di Ovum, il mercato cinese della banda larga continuerà a crescere a una media annuale del 75%, per raggiungere quota 139 milioni di utenti da qui al 2010.
Gli operatori dominanti del Paese, China Telecom e China Netcom – controllano attualmente l’87% del mercato. Il resto è in mano a China Tietong, China Unicom e a pochi altri piccoli provider.
La tecnologia dominante è il DSL, con una quota di mercato del 71% e 32 milioni di utenti a giugno 2006, seguita dalle tecnologie di accesso LAN Ethernet, con una quota del 26%.
“Il DSL – spiega l’analista Kevin Lee – sarà la maggiore forza trainante della crescita della banda larga, con gli operatori già impegnati nell’aggiornamento delle reti verso l’ADSL2 e il VDSL, che offrono maggiore velocità di trasmissione e permettono di meglio soddisfare la domanda”.
A differenza degli Stati Uniti, tuttavia, non sono molto diffusi i servizi via cavo – nonostante i 128 milioni di utenti della Tv via cavo – a causa delle barriere regolatorie e dell’eccessiva frammentazione del mercato, che non consente agli operatori di competere con i provider DSL.
Per quanto riguarda invece la banda larga wireless, il mercato cinese è ancora alquanto immaturo, ma gli esperti prevedono che la crescente diffusione dei servizi VoIP e IPTV serviranno a far decollare anche questo mercato.
Le previsioni di crescita del mercato broadband cinese sono dunque brillanti, ma restano ancora molte incertezze.
La Cina, sostiene infatti Ovum, “ha bisogno di ristrutturare l’industria delle telecomunicazioni e di riformare le politiche regolatorie per la badna larga e l’IPTV”.
L’ingresso nel mercato di player stranieri – in linea con i dettami del WTO – “potrebbe inoltre complicare ulteriormente lo sviluppo della competitività”, conclude Lee.