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Caso Livedoor: si apre il processo all’ex guru della new economy giapponese

Giappone


Si è aperto a Tokio il processo contro Takafumi Horie, l’ex enfant prodige della new economy giapponese accusato, insieme ad altri 4 dirigenti della Livedoor, di aggiotaggio e false comunicazioni societarie.

Horie, che secondo l’accusa avrebbe elaborato piani per truffare gli investitori diffondendo false informazioni finanziarie con l’obiettivo di influenzare l’andamento di Borsa, si è proclamato innocente – come fa ormai dal giorno del suo arresto lo scorso 23 gennaio – dichiarando di non aver mai “compiuto né commissionato” i reati di cui è accusato.

Sul giovane rampante manager e sui suoi collaboratori pesano accuse molto gravi: il gruppo, in pratica, oltre ad aver manipolato i bilanci dell’anno finanziario chiuso a settembre 2004 per far comparire utili dove invece c’erano forti perdite, avrebbe lanciato un’offerta pubblica di scambio di azioni su una società che in realtà era già stata acquistata segretamente, per fare lievitare i titoli della società.

Durante la prima udienza l’ex presidente di Livedoor si è detto vittima di una vicenda assurda, “viziata in partenza da forte malignità”.

Lo scandalo finanziario che ha travolto Livedoor, oltre a provocare per la prima volta nella storia la chiusura anticipata delle contrattazioni sulla Borsa di Tokyo, ha messo in subbuglio il mondo finanziario e politico giapponese dal momento che Horie era considerato il pupillo del primo ministro Junichiro Koizumi e che, per mettere le mani sul colosso Nippon Broadcasting Company (NBC), la società ha sfruttato una scappatoia nelle regole di Borsa, costringendo le autorità a rivedere la legislazione.

A ciò è da aggiungere il suicidio di Hideaki Noguchi, 38 anni, vicepresidente della banca d’affari in rete “HS” che aveva partecipato attivamente alla scalata su NBC, casa madre di Fuji-Television, uno dei più importanti canali televisivi giapponesi, 10 volte più grande di Livedoor in termini di profitti.

Proprio questa scalata ha portato Horie alla ribalta, scatenando la stampa conservatrice – che lo definiva “arrogante, avido e non-giapponese” – per le aggressive pratiche di business e gli attacchi “ai vecchi padroni” dell’establishment nipponico.

Il progetto di Horie, tuttavia, sembrava davvero dettato da un sogno ambizioso: accelerare l’avvicinamento tra la televisione e Internet e creare un nuovo modello economico basato sull’unione di media, web e finanza, mettendo il potere della Tv al servizio dell’espansione della Rete.

Nessuno, però, aveva previsto un simile epilogo: il giovane Horie, allergico alle convenzioni e alle cravatte, era considerato una sorta di eroe della new economy giapponese proprio per aver osato sfidare la classe dirigente non tanto sul piano economico, quanto su quello delle ‘tradizioni’.

All’udienza – presente una folla di oltre 2000 curiosi – un Horie visibilmente dimagrito si è comunque presentato vestito in maniera sobria con tanto di cravatta. Se riconosciuto colpevole dei reati di cui è accusato, il giovane guru della new economy giapponese rischia ora fino a 5 anni di carcere e una multa di 5 milioni di yen (35 mila euro).

Il verdetto è atteso per l’inizio del prossimo anno.

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