Ex servizio 12: l’Agcom approva provvedimento per abbattere i costi mobili. Via libera condizionato per ‘Unico’ di Telecom Italia

di Alessandra Talarico |

Italia


Convergenza fisso-mobile

Il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha approvato lo schema di provvedimento finalizzato all’adozione di un provvedimento cautelare di riduzione delle tariffe praticate dagli operatori di rete mobile per le chiamate fatte verso le numerazioni per i servizi informazioni abbonati.

 

Lo schema di provvedimento sarà inviato all’Autorità Antitrust per acquisire il relativo parere e tornerà poi al Consiglio dell’Agcom per l’approvazione finale che dovrebbe arrivare il prossimo 7 settembre.

 

Si tratta, per intenderci, di quei numeri come 892.892, 12.40, 12.88 ecc., che hanno sostituito il servizio 12 dopo che – a luglio 2003 – l’Agcom ha varato il nuovo Piano di numerazione nazionale.

 

Dopo aver regolamentato a febbraio i costi per le chiamate dirette verso questi numeri da telefono fisso, l’Authority ha deciso di intervenire anche sulle tariffe di raccolta mobili, avendo rilevato che queste ultime sono “ingiustificatamente elevate” ed arrivano in alcuni casi a incidere “fino al 50% del prezzo al dettaglio dei servizi”.

 

Il tetto sarà legato al parametro dei costi di terminazione, ossia le tariffe praticate da un operatore per “consegnare” la chiamata ad un proprio cliente quando questa arriva dalla rete di un altro operatore.

Ad esempio, TIM e Vodafone praticano una tariffa di terminazione di 11,2 centesimi, e quindi per l’originazione di servizi informazione da propri numeri potranno chiedere al massimo il doppio di questa cifra.

Wind pratica invece una tariffa di 12,9 centesimi e potrà dunque chiedere al massimo 26 centesimi, mentre il tetto massimo per 3 Italia (H3G) sarà di 38,8 centesimi.

 

Attualmente, ha valutato l’Agcom, il livello dei costi per le chiamate ai servizi di informazione abbonati da rete mobile è molto più elevato della media europea, con tariffe che variano da 1,50 euro per le chiamate dirette alle numerazioni ’12xx’ ai quasi 3 euro per le ‘892xxx’.

 

La riduzione di queste tariffe dovrebbe portare a una diminuzione dei prezzi agli utenti per le chiamate da rete mobile ai servizi di informazione abbonati, garantendo la concorrenza e la tutela dei consumatori.

I prezzi praticati dagli operatori mobili italiani, ha sottolineato infatti l’Autorità, “possono causare distorsioni della concorrenza, poiché gli operatori mobili sono a loro volta concorrenti dei fornitori dei servizi di informazione abbonati nel mercato al dettaglio”.

 

A febbraio l’Agcom era anche intervenuta per regolamentare i costi per le chiamate dirette verso questi numeri da telefono fisso, stabilendo un prezzo massimo di 1,20 euro al minuto, e anche qui il prezzo pagato nel nostro Paese è di molto superiore alla media europea. Prima dell’intervento regolatorio, telefonare a uno di questi numeri da casa comportava un vero e proprio salasso, con tariffe fino a 4 volte superiori rispetto all’ex numero 12, che nel 2000 costava 762 lire, ovvero 39 centesimi.

 

L’Authority, intanto, ha anche dato il via libera ‘condizionato’ all’offerta fisso-mobile di Telecom Italia, dopo averla messa in stand-by a giugno in seguito alle polemiche dei concorrenti che ne lamentavano la non replicabilità.

 

La questione era stata sollevata da Tiscali e Tele2 Italia che lamentavano l’indisponibilità, in Italia, di un’offerta all’ingrosso di ‘Adsl nudo’, comprendente cioè solo la linea dati, senza dover pagare il canone a Telecom Italia.

 

Per i prossimi sei mesi, il tempo di comprendere l’impatto sul mercato del primo servizio di questo genere in Italia, l’offerta commerciale di Telecom dovrà dunque essere limitata a 30 mila utenti.

 

La convergenza fisso-mobile (FMC) – grazie alla quale gli utenti hanno la possibilità di utilizzare lo stesso telefono per l’accesso a reti cellulari, fisse o a banda larga wireless e di passare senza interruzioni tra le diverse tecnologie – avrà secondo gli analisti un effetto dirompente sull’industria delle telecomunicazioni e sul mercato consumer.

 

Secondo le previsioni di Telecom Italia, i servizi a valore aggiunto accessibili indistintamente sia da terminali fissi che mobili rappresenteranno a fine 2008 circa il 5/10% dei ricavi retail. Sempre alla stessa data, dovrebbero essere più di 1 milione i clienti che utilizzeranno il “Super telefono” fisso-mobile ‘Unico‘ basato su tecnologia UMA – quello al centro delle polemiche.

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