Gran Bretagna
Grandi novità per il mercato britannico della telefonia fissa. Da oggi, primo agosto, l’Authority per le Tlc non eserciterà alcun ulteriore controllo né sui canoni di linea né sui prezzi delle chiamate residenziali.
In base a quanto stabilito dall’Ofcom – secondo cui il livello della concorrenza fra player sul mercato britannico ha ormai raggiunto una soglia pressochè ottimale – il mercato voce retail non sarà più soggetto a regolamentazione tariffaria, aprendo così le porte alla piena liberalizzazione.
A ventidue anni dalla privatizzazione, BT Group sembra essersi guadagnata la piena fiducia dell’ente regolatore, che le consente da oggi in poi di fissare arbitrariamente i propri piani tariffari nel mercato retail, mentre per i servizi wholesale l’Ofcom continuerà ad esercitare il consueto controllo.
Un vero successo per BT che, a tutela dei consumatori, ha fatto sapere di aver concordato con l’Authority britannica un tetto limite anche per quanto riguarda i canoni di linea fissa. “Ora ci occuperemo di come possiamo semplificare i nostri profili tariffari e renderli più user-friendly” ha dichiarato Ian Livingston, Ceo di BT retail.
Di fatto, lo scenario britannico conferma il buon livello di competizione sul mercato grazie alla presenza, oltre all’ex-incumbent BT, di numerosi competitor come NTL e BSkyB, di molte compagnie low-cost e di provider ‘alternativi’ per la telefonia su IP, come Skype.
Secondo i dati segnalati dall’Ofcom, gli utenti consumer e business migrati verso nuovi gestori rispetto all’ex-monopolista sarebbero circa 11 milioni, lasciando a BT una fetta di mercato pari a circa il 58%, con 16 milioni di utenti di linea fissa.
La decisione dell’Ofcom sancisce i buoni risultati, in termini di competizione sul mercato, registrati ad un anno dalla separazione strutturale imposta all’ex monopolista britannico e avviata fra la divisione reti – passata sotto il controllo di una struttura societaria separata – e quella commerciale.
Come previsto, la nuova strategia annunciata da BT punta ora al ribasso delle tariffe, con l’obiettivo di portare ad una generale riduzione dei costi e allinearsi alla concorrenza, sia VoIP che mobile (che in Gran Bretagna detiene il 31% del traffico voce).
Il gruppo British Telecom ha subito annunciato la riduzione dei prezzi di due dei suoi pacchetti residenziali: quello che prevede chiamate gratuite serali e nei week-end scenderà del 28% a 3,95 sterline (5,77 euro) al mese, mentre quello per le chiamate illimitate del 31% a 9,95 sterline (14,54 euro). Rimarrà da pagare un canone fisso di 11 sterline (16 euro), o da 10,75 se saldato online.
L’impatto dei tagli sui ricavi totali potrebbe essere pari a circa 200 mln di sterline. A compensare il calo delle entrate, la nuova fatturazione dello scatto tariffato al minuto invece che al secondo. Inoltre, BT annunciato l’introduzione di un’imposta da 3 pence per le telefonate al di fuori del pacchetto, come quelle verso numeri di rete mobile.
Il gruppo britannico, che ha presentato nei giorni scorsi i risultati finanziari del primo trimestre, ha registrato un risultato netto di 464 mln di sterline (5,5 pence per azione) rispetto ai 374 milioni (4,4 pence per azione) del 2005, con ricavi in crescita del 3% a 4,86 mld di sterline, in linea con le attese degli analisti.