Unione Europea
Il Presidente della Camera dei deputati, Fausto Bertinotti, ha incontrato, nella serata di ieri presso il suo studio a Palazzo Montecitorio, il Presidente e il Direttore dei rapporti istituzionali di Microsoft Italia, Umberto Paolucci e Pierluigi Dal Pino.
Intanto si apprende che la Commissione Ue al momento non ha ancora deciso se aumentare il tetto della multa giornaliera imposta a Microsoft lo scorso 12 luglio. Gli uffici del Commissario Ue alla Concorrenza, Neelie Kroes, non si sono infatti ancora pronunciati su tale eventualità in quanto stanno analizzando una nuova documentazione inviata dal colosso informatico Usa a Bruxelles.
Michael Mann, portavoce dell’esecutivo comunitario, ha riferito: “Abbiamo ricevuto nuovo materiale dal gruppo” l, spiegando che “è ancora presto per poter dare indicazioni sul caso”. L’esame del dossier, ha proseguito, “è nelle mani degli esperti tecnici della Concorrenza e in questa fase non è possibile dare risposte definitive sul possibile rialzo della multa”.
L’ultima tappa del lungo contenzioso tra la Commissione Europea e il gruppo di Bill Gates è stata la decisione della Kroes delle scorse settimane di imporre una multa giornaliera retroattiva (a partire dallo scorso 15 dicembre al 20 giugno 2006) pari a 1,5 milioni di euro, per il mancato rispetto della decisone Ue di marzo 2004, rientrando così nel limite massimo di 2 milioni al giorno fissato a novembre 2005. In più, in quell’occasione la Kroes aveva minacciato un eventuale aumento dell’ammenda, fino a 3 milioni di euro giornalieri a partire dal 31 luglio, se la società di Redmond non avesse fatto dei passi in avanti per garantire il rispetto della decisione di Bruxelles con cui si chiede a Microsoft di garantire l’effettiva interoperabilità di Windows con i server degli operatori concorrenti. Un’ipotesi che la società ha però cercato di evitare con l’invio a Bruxelles di un nuovo dossier tecnico, ora al vaglio degli esperti della direzione generale dell’Antitrust Ue.
Secondo le regole comunitarie, gli uffici Ue della Concorrenza possono imporre multe fino a un massimo del 5% del fatturato medio giornaliero di una società. Nel caso di Microsoft, il tetto può arrivare fino a quota 4,28 milioni di euro.
Microsoft ha già dovuto pagare una mega multa da 497 milioni di euro dopo la prima decisione dell’Antitrust comunitario nel 2004.
Il 12 luglio Bruxelles ha imposto alla società il pagamento di 280,5 milioni di euro e Microsoft ha risposto ribadendo il proprio “totale impegno” al rispetto del verdetto del 2004 e presentando ricorso contro la nuova decisione.
Sanzione “inappropriata“. E’ con queste parole che il Responsabile legale di Microsoft, Brad Smith, ha etichettato la decisione adottata dall’Antitrust Ue contro il colosso del software.
Il Responsabile legale ha da subito annunciato la decisione di far ricorso contro la sanzione da 280,5 milioni di euro: “Ricorreremo in appello davanti la giustizia europea contro questa sanzione che risulta inappropriata“, ha sottolineato in un comunicato.
Smith ha precisato: “Abbiamo grande rispetto per la Commissione e questo processo, ma non riteniamo che alcuna sanzione, per non parlare di una sanzione di tale entità, sia appropriata, a fronte della mancanza di chiarezza nella decisione originaria della Commissione e delle nostre prove di buona fede nel corso degli ultimi 2 anni”. Chiarito questo, ha annunciato il Responsabile legale, “Chiederemo ai giudici europei di decidere se i nostri sforzi di adeguarci alle disposizioni siano stati sufficienti e di stabilire se sia giustificata la sanzione senza precedenti da parte della Commissione”.
Malgrado tali sanzioni, prosegue la nota emessa del gruppo, “Microsoft ribadisce il proprio totale impegno a rispettare pienamente la decisione del 2004 da parte della Commissione” e, secondo la società, i fatti proveranno che “Microsoft ha agito in buona fede per rispettare la decisione della Commissione“.
“Dal dicembre 2004 – ha ricordato Smith – abbiamo consegnato migliaia di pagine di documentazione tecnica. Quando è diventato chiaro che c’erano discordanze sulle richieste in termini di documentazione tecnica, abbiamo fatto pressione per una maggiore chiarezza, consegnato le revisioni richieste, offerto un’assistenza tecnica illimitata e abbiamo addirittura reso i nostri codici sorgente disponibili ai concorrenti per superare l’impasse”.
“Il vero nodo non è in termini di rispetto della decisione, ma sulla sua chiarezza“, sostiene Microsoft.
La decisione della Ue è attesa per i prossimi giorni.