Stati Uniti
Città sempre più wi-fi? Cosi pare: a confermarlo non è soltanto la diffusione a macchia d’olio degli hot spot nel mondo (oltre 100mila in 115 Paesi, con una crescita dell’87% a inizio 2006) ma anche il proliferare delle iniziative urbane volte a offrire ai cittadini un efficace servizio pubblico di connessione Internet a banda larga wireless.
L’ultima novità giunge da Boston, negli Usa: entrata a buon diritto nella community delle amministrazioni pubbliche che hanno scelto di puntare alle connessioni senza filo, la città ha istituito una società no-profit con il compito di gestire l’Internet cittadino.
Cambio di tendenza nel mercato del wi-fi pubblico, quindi, dove fino ad ora le amministrazioni avevano sempre preferito rivolgersi ai grossi operatori del settore, come Earthlink o Google, per la creazione e la gestione di rete e accessi.
Il sindaco di Boston, Thomas Menino, ha illustrato le tappe dell’innovativo progetto che entro fine estate porterà all’allestimento dei primi punti di accesso in città: la copertura completa degli hotspot urbani dovrebbe essere completata entro i prossimi 6-9 mesi; fattore portante dell’iniziativa, il monitoraggio da parte dell’amminstrazione affinché il sistema wi-fi raggiunga anche i quartieri più disagiati e quelli a basso reddito, con l’obiettivo di colmare ogni possibile gap e garantire l’accesso Internet a tutti i cittadini.
‘Il nostro progetto – ha dichiarato Menino – ci consente di garantire un servizio cittadino a costi ragionevoli. Abbiamo scelto un approccio unico, senza affidare tale incarico a nessuno…nessuna grande società esterna potrà esercitare un eventuale monopolio su questa tecnologia’.
La scelta di istituire una società pubblica no-profit piuttosto che dare in appalto la gestione del servizio ai grossi colossi IT dovrebbe avere delle importanti ripercussioni anche sui livelli di competitività del mercato: tutte i player del settore potranno infatti presentare le proprie offerte e promuovere ciascuna i propri servizi sulla rete cittadina.
Un business model innovativo, che darà nuova linfa alla competizione e porterà nuovi benefici per gli utenti, che potranno così scegliere fra una rosa di servizi e soluzioni, optando per le più convenienti e congeniali alle proprie necessità: navigazione gratis in cambio di annunci pubblicitari, network a pagamento, ecc. Senza considerare la possibilità di sconti e incentivi per i clienti più fedeli o per chi, ad esempio, è anche un utente mobile del medesimo gestore.
Anche i prezzi, in virtù della forte pressione competitiva, dovrebbero assestarsi su livelli medi molto accessibili: un abbonamento mensile non dovrebbe costare oltre i 15 dollari, rispetto ai 35-40 delle altre città statunitensi che fruiscono di un collegamento ad alta velocità.
Come confermano molti esperti, la particolare architettura di questo network apre a numerose e interessanti prospettive di business.
“Quel che la città vuole realizzare – ha dichiarato il venture capitalist Jim Daniel al ‘Boston Globe’ – è un network aperto a ogni azienda che intenda costruirvi sopra qualunque applicazione da offrire agli utenti. Se il modello funziona, potrebbe offrire un esempio da seguire anche da altre città”.
Certo, un dato trova conferma su tutti: gli Usa si confermano la regione al mondo più prolifica in questo comparto, con oltre 37mila punti di accesso, fra quelli gratuiti e quelli a pagamento. San Francisco (801), New York (643) e Chicago (501) le prime tre città senza filo ai vertici della classifica locale delle amministrazioni meglio servite da punti d’accesso wi-fi stilata a inizio anno dalla research firm Jiwire.
Nei mesi scorsi si è registrato un vero e proprio boom: da San Francisco a Filadelfia, sono circa trenta le grandi città americane che hanno avviato un’offerta di connessioni web senza filo ai cittadini. Tra le iniziative più interessanti, l’accesso senza filo nei parchi pubblici di New York. Come a dire, non più solo caffetterie e librerie.
Tuttavia, si tratta di un settore ancora relativamente vergine, nonostante la corsa al wi-fi cittadino, che richiede ancora molti passi, sia per quanto riguarda i sistemi che le strutture, prima di cogliere tutti i frutti che questo business può offrire, negli Usa come nel resto del mondo. Il modello di Boston, se manterrà tutte le promesse, potrebbe fornire un valido esempio di replicabilità da estendere pian piano a tutti i grossi centri urbani, contribuendo a dare nuova linfa a un settore giù molto promettente.