Italia
Si è svolta questa mattina al Quirinale la tradizionale cerimonia di consegna del “Ventaglio” al Capo dello Stato Giorgio Napolitano, da parte di Pierluca Terzulli, presidente dell’Associazione stampa parlamentare, alla presenza dei componenti del Consiglio Direttivo e degli aderenti all’Associazione.
Un Ventaglio che questa volta aveva i colori e le geometrie dell’arte contemporanea, realizzato da una studentessa dell’Accademia di Belle Arti di Roma. Novità che non è sfuggita al Presidente della Repubblica, neofita della cerimonia: “Vi ringrazio – ha commentato – per questo dono del Ventaglio in una nuova versione innovativa e creativa della quale mi complimento. Una bella cosa che esce dagli schemi e che ci abitua anche in questo palazzo pieno di pezzi della storia dell’arte nei secoli a fare i conti con le espressioni dell’arte contemporanea…”.
La giornata è stata occasione perché il Presidente si soffermasse sullo stato dell’informazione in Italia, dichiarando di condividere pienamente e di ritenere tuttora valido il messaggio alle Camere che il suo predecessore, Carlo Azeglio Ciampi, inviò a luglio del 2002 in materia di pluralismo e indipendenza dell’informazione.
“Si tratta naturalmente di tradurre in atti concreti quei principi. Tanto più – ha spiegato il Presidente della Repubblica – dopo il recente richiamo delle Autorità europee” relativo al settore delle comunicazioni.
“Paletti” ancora più importanti, ha spiegato il Napolitano, “anche alla luce del recente monito sul passaggio al sistema digitale“.
Sollecitato dal presidente dell’Asp, a una riflessione sui rapporti tra giustizia e informazione, con particolare riferimento alla pubblicazione di intercettazioni telefoniche, Napolitano sostiene che si rendono sempre più “necessarie soluzioni equilibrate” davanti alla “situazione sconcertante” che coinvolge diritti e valori fondamentali del nostro Paese.
Affrontare e risolvere il problema dei rapporti fra giornalismo e giustizia, alla luce degli avvenimenti delle ultime settimane è ineludibile.
Il Presidente spiega che in questo caso “siamo di fronte a più valori da tutelare. C’è la sicurezza dei cittadini che va garantita attraverso indagini efficaci, c’è il valore dei diritti individuali a partire dalla tutela della privacy e c’è la difesa dei diritti propri della professione giornalistica. Non sono questi tra loro – assicura Napolitano – valori incompatibili. Sono quindi – aggiunge – necessarie soluzioni equilibrate che ormai si impongono davanti a una situazione sconcertante”.
Il Capo dello Stato si è poi soffermato brevemente sul contratto dei giornalisti scaduto da un anno e mezzo, riferendosi alla vertenza nazionale. “E’ normale che in un Paese civile – afferma – i contratti di lavoro si rinnovino alla loro naturale scadenza“.
Sulla scia di Napolitano, pronta la dichiarazione di Paolo Serventi Longhi, segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa italiana.
“Le parole del Capo dello Stato – ha sottolineato Serventi Longhi – dovrebbero essere ben meditate dalla Federazione degli Editori che si ostina a non voler riaprire le trattative per il contratto dei giornalisti“.
La FNSI “conferma di essere disponibile in qualunque momento ad aprire un negoziato senza pregiudiziali di alcun genere sulle posizioni degli editori. Ci limitiamo a chiedere un analogo rispetto per la piattaforma presentata dalla FNSI. E’ evidente che se la FIEG non accoglierà i molti inviti al dialogo, autorevolmente espressi a livello istituzionale e politico, il Sindacato dei giornalisti procederà con le iniziative di protesta già annunciate“.