Europa
Chiuso il semestre austriaco, dal primo luglio e fino alla fine dell’anno sarà la Finlandia ad assicurare la presidenza di turno dell’Unione europea.
L’ambizione dichiarata di Helsinki – capitale di una nazione tra le più competitive al mondo e per quattro volte negli ultimi 5 anni in testa alla classifica del Forum economico mondiale – è quella di cambiare la direzione e i contenuti delle strategie europee in fatto di innovazione, accompagnando il Continente verso politiche di innovazione guidate dalla domanda.
Un impegno che la Finlandia ha preso molto sul serio, tanto da creare – nell’ottobre del 2005 – un piccolo gruppo di esperti presieduto dall’ex primo ministro, Esko Aho, con l’obiettivo di definire gli interventi necessari nel campo della ricerca e dell’innovazione per raggiungere i target fissati a Lisbona.
Il rapporto finale redatto dal gruppo – Creating an innovative Europe – è stato pubblicato nel gennaio 2006.
Il panel di esperti ha sottolineato la necessità di creare un mercato ‘amico dell’innovazione’ che stimoli le aziende a investire nella ricerca e nel lancio di prodotti e servizi innovativi.
Tra i settori che più hanno bisogno della creazione di un simile contesto, il rapporto cita l’eHealth, l’energia, l’ambiente, i trasporti e la logistica, la sicurezza e i contenuti digitali.
Essenziale è anche aumentare la mobilità su tre livelli: delle risorse umane, della finanza e della conoscenza. Soltanto in questo modo, si legge nel rapporto, “la Ricerca e Sviluppo e l’innovazione potranno creare il valore adatto a supportare un migliore stile di vita”.
La presidenza finlandese – ha spiegato il ministro dell’industria Mauri Pekkarinen – vuole “battersi per riportare l’economia e l’industria europea sui propri passi” e il metodo principale per farlo è di adottare un nuovo approccio per quel che riguarda le politiche sull’innovazione.
A questo scopo, la presidenza finlandese ha organizzato per il 10 e l’11 luglio a Jyvaskyla un Consiglio informale sulla Competitività che ha raggruppato i ministri responsabili per l’industria e la ricerca, esperti e rappresentanti dell’industria con l’obiettivo di focalizzare l’attenzione sulla direzione e la sostanza delle politiche europee in materia di tecnologia e innovazione. Per la Commissione europea hanno partecipato Günter Verheugen e Charlie McCreevy.
In rappresentanza del Governo italiano era presente il ministro per le Riforme e le Innovazioni nella pubblica amministrazione, Luigi Nicolais che ha puntato l’accento sul ruolo della PA, sottolineando”il convincimento del Governo italiano che una pubblica amministrazione innovativa sia un fattore cardine di competitività del Paese e del mercato e uno stimolo all’Innovazione. Occorre pertanto assicurare una governance pubblica che sappia guardare con sempre maggiore attenzione al mercato e raccordare le azioni dei soggetti pubblici e privati, mettendo in rete i diversi attori per creare le condizioni favorevoli per la crescita economica”.
“Un aspetto particolarmente importante – sottolinea Nicolais – è quello di assicurare una maggiore capacità della pubblica amministrazione di adottare procedure competitive sia per la scelta dei propri fornitori sia per l’esternazionalizzazione al mercato di alcuni servizi”.
“Per realizzare questo obiettivo, la pubblica amministrazione si dovrà sempre più avvalere di know-how gestionali, tecniche di valutazione, strategie di negoziazione, metodi di programmazione e un più ampio e diffuso uso delle tecnologie informatiche”, ha detto ancora il Ministro.
“Un ruolo altrettanto importante nella crescita dell’Innovazione – prosegue Nicolais – è svolto dalle stesse Imprese nel settore Ict alle quali si deve continuare a prestare attenzione con misure mirate a potenziarne la crescita, ma anche e soprattutto a favorirne la nascita, con particolare enfasi nelle aree meno sviluppate e per i giovani imprenditori“.
“L’industria finlandese – ha spiegato Esko-Olavi Seppälä del Consiglio scientifico e tecnologico finlandese – ha iniziato a investire in R&D negli anni ’60. Allo stesso tempo, il governo ha riservato sforzi specifici per rafforzare l’insegnamento superiore adottando nel 1966 una legge che è all’origine del fiorire delle università in diverse regioni”.
Il problema della Finlandia – che è poi quello dell’Europa – è che “gli investimenti in innovazione e conoscenza non sempre si trasformano in prodotti competitivi e di sicuro successo commerciale”, ha spiegato Aho.
La sfida maggiore risiede dunque nell’implementazione di politiche “che sostengano l’aumento della domanda di innovazione in maniera efficace” a livello comunitario e nazionale.
La questione, tuttavia, va al di là del finanziamento pubblico alle attività di Ricerca e Sviluppo: il target di dedicare il 3% del Pil in R&D va raggiunto e assicurare i fondi per la ricerca è essenziale. In un’economia globale, però, è sempre più importante che le aziende trovino la strada per soddisfare le mutate esigenze dei propri clienti.
Le discussioni di questi giorni hanno cercato di focalizzare l’attenzione sul come la domanda e il mercato – clienti aziendali e consumatori – possano diventare parte integrante delle politiche sull’innovazione, con l’obiettivo di incrementare l’impatto delle forze di mercato nel processo di modernizzazione di prodotti e servizi.
Ma l’innovazione come base della ripresa economica e come parte integrante degli sforzi per massimizzare la competitività dell’Europa sarà il leitmotiv di tutto il semestre finlandese alla presidenza della Ue e speriamo anche oltre. La ricetta è già pronta e gli ingredienti base sono: strategie pro-competitive efficaci, mercato interno funzionale, standardizzazione, public procurement, maggiore collaborazione tra scienza e industria e sviluppo di mercati venture capital.