Italia
Autorità, Cari Colleghi, Signore, Signori,
se ‘Tornare alla Crescita‘ è la priorità assoluta del Paese, lo è a maggior ragione per il sistema audiovisivo e per tutta l’Industria Culturale Italiana. Iniziamo a parlare di noi Editori Audiovisivi. Per tradizione lo facciamo sempre con un occhio attento ai settori che ci sono vicini e che continuiamo a ritenere complementari ed alleati. Mai rivali.
I nostri competitori non sono le altre forme di fruizione di cinema o le varie offerte di cultura o intrattenimento, ci preoccupa e ci spaventa piuttosto il vuoto pneumatico che purtroppo spesso domina il poco tempo libero a disposizione. Un vuoto pneumatico che, e questo è il dato più allarmante, viene riempito in particolare dai giovani con passatempi futili se non addirittura dannosi.
La “generazione SMS” deve essere recuperata alla curiosità per il mondo tramite la passione per la cultura, e penso che il cinema possa avere una grande funzione in questo senso.
Non serve a nulla dotarsi di codici etici aziendali, se la missione stessa della azienda non risponde a nessuna deontologia se non quella del conto economico.
L’andamento dell’Editoria Audiovisiva
Il mercato dell’Editoria Audiovisiva si dimostra solido, affidabile ed efficiente. I dati lo confermano e le previsioni iniziano ad essere favorevoli dopo mesi di incertezza e preoccupazione.
Oggi siamo concentrati ad analizzare la situazione attuale anche osservando – se ve ne sono stati – i passaggi più problematici, e tracciando un quadro evolutivo basato sulla capacità di innovare ulteriormente il nostro già molto dinamico modo di fare impresa.
Ancora una volta l’Univideo, insieme ai propri collaboratori, offre con risorse proprie competenze e professionalità anche agli altri segmenti del mercato cinematografico e audiovisivo.
Per quanto riguarda il valore finale del mercato nel 2005 l’Editoria Audiovisiva ha consolidato il risultato raggiunto nell’anno precedente mantenendosi stabile sui 950 milioni di euro anche se con alcuni non secondari spostamenti al proprio interno.
Tuttavia il dato, depurato e ricalibrato alla luce della uscita pilotata della vecchia cassetta VHS, mostra comunque una crescita del valore del mercato del DVD sul 2004. Si tratta di un segnale incoraggiante data la vivacità degli andamenti delle diverse aree d’affari.
Inoltre il Rapporto Annuale di quest’anno presenterà una parte monografica sulla struttura della filiera Audiovisiva, andando ad analizzare e definire i confini del segmento rappresentato dall’Univideo all’interno del sistema audiovisivo italiano.
Una Agenda per l’Editoria Audiovisiva
Nello scorso mese di Dicembre ho sottoposto alla Assemblea Generale dell’Univideo il nostro piano di lavoro del biennio 2006-2007 che indica le linee guida da seguire per declinare nel nostro settore i princìpi del patto di Lisbona, rilanciati con forza dal Presidente Barroso fin dai primi giorni della sua Presidenza della Commissione Europea.
Concorrenza
Dobbiamo rilanciare il tema della par condicio fiscale relativa all’imposta sul valore aggiunto che, per il settore homevideo resta del 20% sia per la vendita che per il noleggio, mentre pesa del 10% sui servizi offerti dai media digitali.
Segnaleremo prima al Ministero delle Finanze, e contestualmente anche alle Autorità competenti, come vi sia a nostro svantaggio una evidente distorsione.
Tramite il DVD, offriamo infatti esattamente lo stesso servizio (la visione di una opera cinematografica) ma siamo soggetti ad un diverso tipo di tassazione in confronto sia alla PPV in digitale terrestre (già sussidiata dallo Stato negli scorsi anni per l’acquisto dei decoder), sia alla PPV in IPTV (che peraltro già gode dei benefici per il supporto all’innovazione e alla banda larga).
Eccellenza e Innovazione
Di certo la manifestazione che si apre oggi qui rappresenta già una delle azioni realizzate nella nostra agenda.
Dobbiamo spiegare e far conoscere che non tutta l’innovazione passa da internet. Che anzi siamo proprio noi i depositari del più alto livello di gestione, lavorazione e offerta di immagini audiovisive.
Competitività
Le polemiche furiose emerse lo scorso autunno dopo la presentazione della Legge Finanziaria 2006, unite alle polemiche sul film Italiano da candidare all’Oscar, successive alle polemiche della primavera sulla composizione della Commissione Ministeriale sui finanziamenti, hanno mostrato chiaramente che il settore cinematografico manca di coesione e di una visione comune, riuscendo spesso a mostrare solo la parte meno presentabile di sé.
Medesimo scenario si è presentato in relazione alla ridda di opinioni e pareri in libertà espressi in relazione alla proposta di istituire una tassa di scopo per l’audiovisivo.
Un settore serio, solido e moderno non può essere basato su questo modo fuori tempo di confrontarsi con i decisori pubblici e, cosa forse ancor più importante, con l’opinione pubblica e i mercati. Dobbiamo alzare l’asticella delle competenze e anche dell’immagine generale del settore. Ho la serenità di poter dire con convinzione che noi dell’Univideo stiamo facendo egregiamente la nostra parte.
La messa in opera di un organismo di coordinamento dell’Audiovisivo Italiano, nel quadro della Federazione Industria Culturale permetterebbe la definizione di una stabile, coordinata e coerente strategia contro la pirateria, la messa in campo di un più solido confronto con le imprese di telecomunicazioni, la creazione di un ufficio studi a 360° e il coordinamento delle azioni di lobby alla luce del quadro normativo nazionale e comunitario.
Per fare questo tuttavia bisogna che anche le altre associazioni dell’audiovisivo (anche quelle che vantano una tradizione più lunga della nostra che abbiamo solo 22 anni di storia – che comunque non è poco in un mondo che corre sempre più velocemente) si mettano al tavolo senza pretese egemoniche e pensando al presente, senza rivolgersi né al passato, né ad un futuro teorico e ancora tutto da inquadrare. Sarà inoltre importante lavorare più a stretto contatto con la grande distribuzione, con le catene specializzate nell’elettronica di consumo, con le videoteche, grandi e piccole, preziose parti integranti della nostra filiera.
Semplificazione burocratica
Grande attenzione deve essere dedicata all’adozione di provvedimenti e prese di posizione volti ad ottenere la massima semplificazione per lo svolgimento della attività d’impresa.
Siamo impegnati per ottenere l’abolizione dell’obbligo di contrassegnatura che sta diventando un meccanismo sempre più complesso e poco efficace, capace di ostacolare più gli operatori legali che i contraffattori come era nelle originarie intenzioni.
Due parole sulla pirateria: esiste, lo sappiamo purtroppo molto bene. E dobbiamo fare di tutto a tutti i livelli per combatterla.
Ma essa non deve diventare un alibi per non innovare i processi produttivi e gestionali, o peggio un pretesto per considerare noi e chi ancora crede nell’investire e nel fare impresa in Italia nel nostro settore come un operatore economico meno scrupoloso e attento di altri.
Smettiamola nelle riunioni internazionali di sorridere di noi stessi e dei problemi del nostro Paese, troppe volte alcuni si sono accontentati di sembrare i meno peggio tra tanti competitori inaffidabili.
Riguardo alle violazioni del diritto d’autore ci preoccupa oggi ancor più della pirateria tradizionale una forma, per così dire, di relativismo nei confronti di questo reato che secondo alcuni è meno grave se compiuto da molte persone per piccole entità economiche unitarie piuttosto che da pochi per ingenti importi.
Lo stesso vale per tutti i settori imprenditoriali che si basano sulla creazione artistica e intellettuale.
Le prospettive e alcune considerazioni conclusive
Le previsioni, confermate recentemente dalla autorevole società di ricerca Understanding & Solutions, che ha tracciato il percorso evolutivo del nostro mercato fino al 2010, indicano per l’Editoria Audiovisiva un percorso di ulteriore consolidamento, seppure con una crescita più matura rispetto agli ultimi anni di grande sviluppo che ci ha portato il DVD.
Allo stesso modo non dobbiamo, proprio noi che conosciamo bene il nostro lavoro e il nostro pubblico, farci condizionare dagli articoli di giornale o dagli annunci ad effetto di qualche operatore di telecomunicazione, e non solo. Troppo volte negli ultimi tempi siamo stati assimilati all’intrattenimento musicale.
Il cinema invece richiede la massima attenzione, lo spettatore infatti deve lasciarsi trasportare ed essere concentrato per la durata della visione. Altrimenti la magia, il tauma del cinema, svanisce.
E allora è fondamentale che l’Editoria Audiovisiva sia pienamente conscia della propria forza e delle proprie tante potenzialità ancora da esprimere.
In questi giorni anche coloro che non si appassionano al calcio seguono i mondiali di Germania e allora forse può essere non fuori luogo per concludere una metafora legata al mondo del pallone.
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Rapporto 2006 sull’Editoria Audiovisiva in Italia – Testo integrale
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