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La recente ondata di consolidamento che ha investito il mercato delle infrastrutture per le tlc – con il fresco matrimonio di Siemens e Nokia, e quelli precedenti tra Alcatel e Lucent Technologies e tra Ericsson e Marconi (ora telent plc ) – ha scatenato una ridda di ipotesi su chi darà vita alla prossima mega-unione.
C’è chi è pronto a scommettere su un avvicinamento tra Nortel Networks e Motorola e chi, invece, attende una presa di posizione da parte del gigante del networking, Cisco Systems, da più parti considerato orientato a un prossimo ingresso nel settore della telefonia mobile.
Arrivato relativamente da poco nel mercato delle attrezzature per le tlc, Cisco appare infatti come la società meglio posizionata per cogliere i vantaggi della migrazione dalle reti telefoniche tradizionali alle reti IP, inseguita dagli operatori alle prese con le sfide della convergenza.
John Chambers, CEO di Cisco, senza falsa modestia, ha dichiarato durante una conferenza stampa a Las Vegas che la società “è nel posto giusto al momento giusto”.
L’industria continuerà a consolidarsi e avere la giusta architettura, ha aggiunto Chambers, “è un vantaggio fondamentale. Sembra che abbiamo fatto gli investimenti giusti”.
Molti fra gli operatori leader europei – BT Group in testa – hanno già avviato il processo di migrazione dalle reti PSTN a quelle IP, ponendo l’aggiornamento dei network fra le priorità strategiche per i prossimi anni, in vista dell’offerta di servizi ad alto impatto come l’IPTV o il VoIP.
In questo contesto, Cisco è sicuramente il vendor di primo piano: il suo prodotto di punta – lo switch Catalyst 6500 – ha generato vendite per 8 miliardi di dollari negli ultimi due anni e per 20 miliardi negli ultimi 6.
In tempi recenti, poi, Cisco ha anche aumentato decisamente le forniture alle compagnie telefoniche e agli operatori via cavo, registrando, nell’ultimo trimestre, una crescita dei profitti vicina al 10% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Il predominio di Cisco nel mercato delle infrastrutture IP non arriva per caso: negli ultimi 5 anni, mentre i rivali – come Nortel e Lucent – si barcamenavano tra scandali finanziari e crescita a singhiozzo, Cisco ha messo a segno divise acquisizioni che l’hanno aiutata a costruire solide basi per affrontare un futuro che è ormai presente.
Nel 2003, per penetrare nel mercato del networking domestico, ha acquisito Linksys, attiva nel campo delle soluzioni destinate al settore del VoIP, Small Office/ Home Office (SOHO), alle reti tradizionali Ethernet e wireless per uso domestico. Nel luglio 2005 ha messo le mani su Kiss Technology per entrare nel business dell’elettronica di consumo e a novembre ha acquisito Scientific-Atlanta, un provider globale di set-top boxes e distribuzione end-to-end in rete di video e sistemi di integrazione video.
Una mossa molto ambiziosa, ha detto qualcuno, ma che ha permesso al gruppo di entrare con forza nel settore delle soluzioni triple play per i carrier di rete e la digital home.
La scommessa da vincere, per Cisco, è quella che si gioca su un segmento di business che la società ha definito come Advanced Technology, che include video digitali, tecnologie digital-home e di sicurezza, reti ottiche, wireless, telefonia IP.
Cisco considera una nuova tecnologia come avanzata quando ritiene che questa riesca a generare profitti per 1 miliardo all’anno entro 5-7 anni.
Attualmente, l’intero gruppo Advanced Technologies rappresenta solo una piccola percentuale delle vendite annuali di Cisco, ma già nel terzo trimestre fiscale di quest’anno, i profitti di questo segmento sono cresciuti del 20% rispetto allo scorso anno.
La società ha quindi dimostrato un eccellente fiuto, scommettendo su questo trend 5 anni fa, “quando non era così ovvio che il mercato si sarebbe mosso in questa direzione“, ha spiegato Chambers.
Nel corso degli ultimi anni, dunque, la società con molta lungimiranza ha saputo evolversi dalla semplice fornitura di infrastrutture di rete allo sviluppo di prodotti business e consumer in grado di orientare la domanda e l’utilizzo dei network, anche in mercati fondamentalmente diversi dai quelli in cui Cisco ha operato finora.
Negli ultimi tempi, si è molto parlato anche di un probabile ingresso di Cisco nel mercato mobile wireless.
La partnership Siemens-Nokia – ha spiegato Chambers – “non è difensiva come quella Alcatel-Lucent e potrebbe completare il portfolio di Cisco in un mercato – quello delle tecnologie a radio frequenza e degli telefonini – in cui abbiamo scelto di non entrare direttamente”.
Al momento, Cisco si limita a offrire tecnologie software in grado di garantire l’accesso dai cellulari 2,5G e 3G a internet o alle reti aziendali, per questo gli analisti si chiedono se e quando la società deciderà di fare il suo ingresso nel settore con un’acquisizione, anche se molti ritengono che ciò non avverrà proprio a breve.
Negli ultimi anni si era parlato con insistenza di una probabile acquisizione di Ericsson o Motorola, ma Chambers ha dichiarato che “Le fusioni tra pari hanno un’alta probabilità di fallimento” e che la sua compagnia preferirebbe indubbiamente stringere una partnership con uno di loro piuttosto che pensare a un’acquisizione.
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