Italia
Parte oggi da Torino e Milano l’Hsdpa di Vodafone Italia.
La tecnologia di accesso a internet a banda larga mobile consentirà una velocità di 1,8 Megabit al secondo, quattro volte superiore a quella dell’attuale Umts.
Il servizio sarà accessibile senza nessuna attivazione: basterà inserire la propria Sim in una nuova connect card o in un nuovo telefonino, mentre per navigare da Pc in Hsdpa è disponibile la nuova Internet box di Vodafone, grazie alla quale si possono collegare alla rete anche i computer fissi, oltre a quelli portatili.
Entro la fine del mese Vodafone assicura che la copertura, per la prima volta in Italia, sarà equivalente a quella dell’Umts.
Vodafone Italia è stato il primo operatore a sperimentare in Italia la banda larga mobile: ad agosto dello scorso anno ha effettuato la prima chiamata dati con tecnologia Hsdpa – l’evoluzione dell’Umts in grado di migliorare la performance della rete e di consentire un accesso wireless a banda larga più economico.
La tecnologia, studiata appositamente per grandi volumi di trasmissione dati a pacchetto, è in grado di ridurre i costi e di fornire applicazioni avanzate quali i servizi video e di mobile Tv, il download di musica e giochi interattivi e le applicazioni business avanzate, ma avvertono gli analisti, gli operatori non devono sottovalutare il fattore-strategie.
Nel mondo sono già attive 29 reti commerciali Hsdpa e altre 32 dovrebbero partire entro la fine dell’anno, mentre i dispositivi a supporto della tecnologia hanno raggiunto quota 39, segnando un aumento del 56% rispetto ai 25 in circolazione a febbraio 2005. I fornitori sono in tutto 13 e hanno immesso sul mercato 14 modelli di cellulari, 15 data card PCMCIA, 7 Express Mini Cards PCI (integrabili in laptop e altri dispositivi multimediali) e altri prodotti per cogliere tutte le opportunità del wireless Adsl.
Entro il 2007, l’80% degli utenti mobili mondiali utilizzerà la tecnologia Hsdpa che, grazie alla larga diffusione dello standard GSM/UMTS a livello globale, permette economie di scala uniche, non paragonabili con altre tecnologie e renderà disponibili terminali e applicazioni HSDPA in volumi sempre maggiori e a costi sempre più contenuti.
Per quanto riguarda in particolare l’Italia, 3 ha lanciato i servizi a marzo da Roma, garantendo agli utenti velocità di trasmissione in downlink pari a quelle di Vodafone, con l’obiettivo di arrivare a 14.0 Mbit/sec. entro la fine del 2008.
Per quanto riguarda l’offerta di Telecom Italia Mobile, l’Hsdpa dovrebbe partire entro la fine di questo mese, per coprire entro l’estate le principali città italiane e le località turistiche, con l’obiettivo di raggiungere entro l’anno il 48% della popolazione. Entro il 2006, inoltre, la velocità di rete si prevede aumenterà ulteriormente passando da 1,8 a 3 Megabit al secondo.
Secondo la società Telecom Trends International (TTI) dall’uso di reti HSDPA perverrà nel 2012 il 60% dei profitti legati alle infrastrutture mobili, un mercato che raggiungerà per quella data un valore superiore ai 100 miliardi di dollari.
La tecnologia porterà a un aumento sia della trasmissione dati, sia della capacità di rete e, dal 2012, diventerà di fatto uno standard globale, un po’ come è successo per il suo ‘antenato’ GSM.
Secondo gli analisti Visiongain, tuttavia, gli operatori – che vedono nell’implementazione della tecnologia una logica evoluzione delle reti di terza generazione – devono valutare attentamente le loro strategie e riconoscere le limitazioni dell’Hsdpa che non è certo esente da costi o rischi.
“Per la maggior parte degli operatori, l’Hsdpa è relativamente economico e semplice da sviluppare rispetto al W-CDMA e in più ha il potenziale per stimolare l’Arpu dati”, ha spiegato l’analista Goran Nastic, sottolineando però che “una trasmissione dati più veloce non implica necessariamente un’esperienza migliore e un maggiore uso dei dati”.
Lo dimostrano, per Visiongain, i dati secondo cui solo il 10% delle persone che possiedono un telefonino in grado di accedere al web si possono definire fruitori attivi e regolari dei servizi dati e questo ha poco a che fare con la larghezza di banda.
“L’Hsdpa – ha concluso Nastic – non è la risposta, ma è un passo nella direzione giusta”.