Italia
Importante e approfondito confronto quello di oggi a Lucca al Forum Europeo sulla Televisione digitale. Presenti Istituzioni e player, che hanno illustrato e analizzato le esperienze di maggiore eccellenza per la Community Digitale Europea.
Andrea Michelozzi, presidente di Comunicare Digitale e chairman del Forum, ha sottolineato l’importanza di un simile evento per delineare gli scenari futuri e lo sviluppo della Tv digitale terrestre (TDT) in Italia, con la presenza degli operatori che trasformeranno in opportunità concrete le possibilità di crescita di questo mercato.
Ma anche grande occasione per illustrare l’esperienza delle Amministrazioni che hanno cominciato a sperimentare i servizi sulla TDT.
Oltre 250 gli enti pubblici italiani che sperimentano la televisione via Web, satellite e digitale terrestre. A disegnare da qualche anno la mappa delle PA “innovative e tecnologiche” è l’osservatorio del Formez che, in occasione del Forum Europeo sulla TDT, ha coordinato il workshop “La PA che si vede: enti locali protagonisti della sfida digitale“.
Grande presente Beatrice Magnolfi, Sottosegretario per le Riforme e l’Innovazione nella PA, che nel suo intervento ha illustrato l’impegno del governo nella convergenza digitale.
La Magnolfi ha sottolineato con forza a nome del governo, “non freneremo lo sviluppo del digitale terrestre”, smentendo le polemiche dell’opposizione che ritiene che il governo ostacolerà il passaggio alla TDT. “È uno scenario nuovo, inedito e promettente, ma va preso atto che non è unico, che c’è una grande evoluzione delle piattaforme sotto il cielo dell’innovazione”.
Il Sottosegretario ha ribadito la mancanza di modelli di business ma, ha precisato, “…Stiamo assistendo a spinte e contro spinte a volte divergenti. La televisione si allarga sempre di più con gli schermi 16:9 ad alta definizione, e dall’altra si restringe sempre di più sui piccoli display dei telefonini”.
Per la Magnolfi resta ancora aperto il problema relativo allo switch-off: “Va guardato con flessibilità, considerando che una scelta eccessivamente ravvicinata rispetto al resto d’Europa potrebbe creare qualche problema alle famiglie, anche in considerazione di una bassa intensità d’uso attualmente riscontrabile per il digitale terrestre”.
Infine, va ricordato che è in essere una procedura di infrazione europea, che va rispettata e non sottovalutata.
La Magnolfi è, quindi, passata a considerare altri aspetti della convergenza, quelli che riguardano l’erogazione di servizi pubblici ai cittadini attraverso la Tv digitale terrestre (tGovernment) e Internet (eGovernment).
“Occorre – ha commentato il Sottosegretario – sviluppare un contesto di concorrenza per le imprese e garantire l’accesso al sistema da parte dei cittadini. L’offerta del settore deve essere ampiamente fondata sull’interattività, che è e deve essere il vero valore aggiunto. Ma dobbiamo essere consapevoli del fatto che ancora molti Comuni non risultano connessi alla banda larga e permane il rischio di digital divide nel nostro Paese”.
Beatrice Magnolfi ha quindi illustrato l’obiettivo che dovrà realizzare il Ministero delle Riforme e dell’Innovazione nella PA: “semplificazione delle procedure. Questo vuol dire ottimizzare il rapporto fra cittadino e PA, renderlo efficiente e, soprattutto, meno costoso”.
“Qualcuno – ha detto il Sottosegretario – ha calcolato in 15 mld di euro i costi della burocrazia. Non so quanto questa cifra sia attendibile ma di sicuro la burocrazia è un freno alla competitività del Paese e allo sviluppo del mercato interno. Se consideriamo la struttura delle piccole e medie imprese italiane, ci rendiamo conto di quanto questo problema possa essere cruciale”.
L’azione del governo si deve fondare su due aspetti: “…il primo è quello della valorizzazione delle risorse umane. L’uomo è pur sempre il cuore del sistema, necessario, quindi, ripristinare un metodo fondato sulla valorizzazione dei meriti individuali, misurabili, nella PA, conferendo una nuova dignità al lavoro pubblico. Un secondo aspetto è quello che riguarda la valutazione dell’uso delle nuove tecnologie, che non può ridursi ad un azione di cosmesi. Va ripensato, va reingegnerizzato. E penso ad una gamma di servizi che va dallo sportello unico alla interoperatività degli archivi”.
Proprio oggi, ha poi ricordato la Magnolfi, in sede di Consiglio Ue dei Ministri, Luigi Nicolais presiederà il Comitato dei Ministri per la Società dell’Informazione, che rilancerà l’azione di collaborazione e rafforzamento con il Ministero delle comunicazioni. “Se vogliamo crescere in questo settore, il coordinamento sarà indispensabile”.
In conclusione ha voluto evidenziare che il metodo che cercherà di seguire questo nuovo governo sarà quello di privilegiare “il dialogo, per orientare le risorse là dove occorre effettivamente concentrare le risorse”.
“Vogliamo poter contare su un sistema aperto di consultazione con tutti gli stakeholders, comprese le regioni e gli enti locali, proprio perché, spesso dal territorio e da alcune città emergono modelli di eccellenza che possono essere messi a fattore comune. E su questo – ha dichiarato la Magnolfi – mi sento di poter esprimere anche un impegno a nome del Ministro”.
Grande soddisfazione da parte di Andrea Michelozzi, che ha dichiarato a Key4biz: “Questo appuntamento è stato un passo avanti, non ci siamo raccontati bugie, ma abbiamo lavorato in modo serie a gettare le basi per avviare il passaggio al digitale terrestre”.
“La TDT non deve essere un fatto estetico, bisogna, lavorare perché si realizzi la migrazione alla nuova tecnologia di trasmissione radiotelevisiva, consentendo a tutta la filiera di muoversi in modo organico e responsabile”.
Michelozzi ha tenuto a sottolineare che “I contenuti sono valore aggiunto ma i dati spagnoli dicono che a vincere è la Tv generalista su qualsiasi piattaforma, contro i contenuti e i canali tematici”. Questo vuol dire, in altre parole, che è importante produrre programmi di forte appeal per determinare il successo degli investimenti.
Ciò che è emerso oggi a Lucca, ha detto il presidente di Comunicare Digitale, “E’ la necessità di lavorare in modo sinergico, avviando una forte collaborazione tra imprese, governi, in modo da lavorare con senso di responsabilità”.
“Bisogna trovare i tempi e i modi e soprattutto le persone per fare continua comunicazione su tutti i fronti. E’ importante – ha concluso Michelozzi – fare maggiore informazione, comunicare di più, studiare nuove forme e avvicinarsi il più possibile agli utenti”.
Nel proprio intervento al workshop del Formez “La PA che si vede: enti locali protagonisti della sfida digitale”, Francesco Vargiu, responsabile sezione digitale terrestre Area Progetti applicazioni servizi CNIPA, ha sottolineato come, “nella prospettiva del multicanale, Internet la fa ancora da padrone rispetto alla Tv digitale, anche se emergono nuove tecnologie”.
Per Vargiu “Quando la PA comunica con i cittadini deve decidere quale canale utilizzare e a quale target rivolgersi. Per esempio, un servizio per i pensionati non può utilizzare Internet come strumento più appropriato. Bisogna, quindi, partire dal contesto in cui i servizi vengono erogati”.
“Secondo una ricerca sulla diffusione del digitale in Italia dell’Istituto Piepoli presentata all’ultimo Forum PA – ha concluso Vargiu – il digitale ha un indice di penetrazione del 10%. Quello che emerge, comunque, è che le PA locali hanno dimostrato un interesse maggiore rispetto alla PA centrale”.
Il Formez ha spiegato d’aver voluto questo workshop per due obiettivi: fare il punto della situazione e avviare una sperimentazione per una produzione comune. Il Formez dal 2002 ha pensato che le nuove tecnologie sono un’occasione per uscire da un cliché della burocrazia e per rivolgersi in modo più diretto e trasparente ai cittadini. “Abbiamo chiamato questo evento ‘La P.A. che si vede’ – riferisce una nota del Formez – per contrapposizione agli anni in cui la PA era solo scritta. Oggi vogliamo presentare la sperimentazione di un videoportale, una casa comune in cui mettere insieme tutte queste nuove esperienze. Bisogna promuovere la qualità, perché nella scommessa sulle nuove tecnologie non è importante il mezzo ma il contenuto per soddisfare un cittadino utente. Proprio per questo abbiamo pensato a questo network, un luogo virtuale al servizio del cittadino, dove non solo si affiancano ma si promuovono esperienze attraverso indicatori di qualità”.
“Il secondo criterio di azione – ha concluso la nota – è promuovere le eccellenze valutando il gradimento del pubblico. Cercheremo di capire cosa l’utente vuole dalla Tv dell’Ente; questa è la scommessa delle nuove tecnologie. Al ComPA di Bologna del 2006, nel novembre prossimo, vogliamo presentare le esperienze che hanno fatto tesoro di questo network”.
Giuseppe Flores D’Arcais di Asimelec ha, invece, puntato l’attenzione sul digitale terrestre e quindi sul tGovernment: “Il 2005 è stato l’anno di introduzione del digitale. Da sei canali in chiaro siamo passati a venti ed ora abbiamo reti nazionali e regionali pubbliche”.
‘La PA che si vede: enti locali protagonisti della sfida digitale‘ è stata occasione per presentare un accordo tra Catalogna e Toscana, che avvicinerà attraverso la Tv digitale le città catalane a quelle toscane attraverso iniziative che vedranno protagonisti i fronti dell’Innovazione, delle tecnologie e della creatività delle due regioni.
“Al momento in Italia – ha proseguito D’Arcais – ci sono 1.300.000 precettori ma non c’è interattività, quindi la gente non è molto motivata all’acquisto. Proprio per questo i servizi al cittadino saranno una leva fondamentale per il passaggio dall’analogico al digitale”.
“Per quanto riguarda le PA – ha concluso D’Arcais – quasi tutte hanno una forte presenza su Internet anche se si comincia ad usare mezzi audiovisivi”.
Servizi al cittadino via tv digitale (terrestre): Stato dell’arte
Sebastiano Trigila, Fondazione Ugo Bordoni