Italia
“La tecnologia del digitale terrestre è stato un artificio dialettico della legge Gasparri“. E’ quanto sostiene Paolo Gentiloni, Ministro delle Comunicazioni, spiegando che la riforma in questione “…non poteva risolvere i problemi di pluralismo del mercato televisivo”.
Il neo Ministro, intervenuto stamani al programma radiofonico “Il Baco del Millennio” in onda su Radio1, ha quindi spiegato la necessità del nuovo Governo di “recuperare le caratteristiche di universalità e di qualità del servizio pubblico radiotelevisivo. Sarebbe un delitto non farlo, posto che anche l’Unione europea ne ha confermato la rilevanza strategica per le nostre democrazie”.
Paolo Gentiloni ha risposto anche alle domande del conduttore Piero Dorfles sul riordino delle frequenze radiofoniche e del mercato pubblicitario nel sistema delle comunicazioni.
Sottolineando tra l’altro che “Solo l’ingresso di nuovi soggetti nel mercato televisivo può garantire maggiori spazi di libertà, superando il duopolio esistente”. In questa direzione, ha detto il Ministro, si può prendere a esempio la pluralità di voci esistenti in campo radiofonico.
Dorfles ha, quindi, segnalato i problemi di difficoltà di ricezione che incontra Radio Rai, e il ministro ha dichiarato: “Accetto l’invito a occuparci non solo della liberalizzazione del sistema televisivo, ma anche del riordino delle frequenze radiofoniche; anche se si tratterà di un’impresa complicata“.
In particolare sulla radio, Gentiloni ha sostenuto che dovrebbe mantenere una sua unità e il suo carattere di servizio “anche nella prospettiva di un riordino dell’azienda che porti a separare le attività di servizio pubblico da quelle commerciali. Spetterà ai vertici aziendali decidere sulla nascita di una società autonoma della radio che comporterebbe dei rischi ma anche delle opportunità”.