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Digital divide: svelate le prime immagini del Pc da 100 dollari di Negroponte

Mondo


Il progetto ‘un laptop per ogni bambino’ lanciato lo scorso anno da Nicholas Negroponte per limitare il digital divide si avvicina passo dopo passo alla sua concretizzazione.

L’organizzazione nonprofit ‘One Laptop Per Child’ ha infatti assemblato e testato con successo il primo prototipo dei cosiddetti Pc da 100 dollari.

“Nei mesi scorsi – ha spiegato il presidente di OLPC, Walter Bender – sono stati presentati separatamente sia il design che l’hardware”, ma l’arrivo del primo Pc funzionante rappresenta “una pietra miliare” del progetto.

 

Tutti coloratissimi – arancio, verde, blu e giallo – i prototipi devono ancora subire qualche modifica ma dai laboratori di Cambridge dovrebbero arrivare finalmente alla produzione di massa entro il prossimo anno.

La produzione dei Pc è stata affidata alla Taiwanese Quanta, che ha accettato di destinare al progetto significative risorse di produzione del Quanta Research Institute (QRI) e diversi partner – da AMD a News Corporation, da Google a Red Hat – hanno già aderito all’iniziativa.

 

Bisogna ricordare che questi computer non saranno messi in commercio ma venduti ai governi, che a loro volta li distribuiranno alle scuole: il sogno del professor Negroponte, guru tra i più influenti dell’industria informatica mondiale, è quello di  rendere i computer ubiqui come i telefonini, in quelle aree del mondo che sono prive delle tecnologie basilari e trasformare i bambini – diretti destinatari dell’iniziativa – in “agenti del cambiamento”.

 

Fornire un Pc a ogni bambino disagiato del mondo, ha spiegato più volte Negroponte, permetterà non solo di rivoluzionare la loro educazione, ma anche di trasferirla agli adulti nel modo più semplice e immediato.

 

I laptop da 100 dollari mezzo avranno un processore da 500 MHz e 128 MB di DRAM con 500MB di memoria Flash e, pur non avendo un hard disk ma 4 porte USB, saranno “così simili agli attuali laptop da esserne quasi indistinguibili”.

Potranno inoltre essere ricaricati a manovella, fattore essenziale in Paesi in cui l’energia elettrica non è così facilmente reperibile e collegarsi a internet tramite una cosiddetta “mesh network”, che permette di connettere via wireless fino a mille computer sfruttando un’unica connessione via cavo, aggirando così il problema dei costi di connessione.

 

Importante, spiega Negroponte, è soprattutto fornire la mobilità e tecnologie innovative e resistenti, anche per questo l’iniziativa ha puntato sulla creazione di laptop piuttosto che sul riciclaggio di Pc dismessi dai Paesi industrializzati.

 

Il progetto ha riscosso il sostegno di 7 Paesi – Tailandia, Egitto, Nigeria, India, Cina, Brasile e Argentina – che hanno stanziato fondi per 700 milioni di dollari per acquistare 7 milioni di Pc e ha anche ricevuto il beneplacito delle Nazioni unite.

 

Sempre dal Brasile è appena partito un progetto antagonista a quello di Negroponte, che vede protagonista Microsoft.

Il gruppo di Bill Gates – che a dire il vero non ha mai dimostrato molto entusiasmo nei confronti dell’iniziativa – ha appena lanciato un PC dotato di carta ricaricabile, altrimenti detto Pay-As-You-Go Personal Computing.

 

L’idea è quella di dotare questi nuovi computer low-cost di una scheda ricaricabile simile a quella dei cellulari, permettendo così un utilizzo ‘a tempo’.

 

Il PC FlexGo con carta prepagata sarà presto commercializzato anche in altri Paesi in via di sviluppo, fra cui Russia, India, Ungheria, Slovenia e Vietnam, in linea con le politiche del patron del colosso informatico, noto filantropo, di colmare il gap tecnologico nel terzo mondo e nei mercati emergenti.

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