Italia
Il mercato della telefonia e della banda larga sono al centro di una serie di dispute che vedono coinvolti da un lato ISP e utenti contro Telecom Italia – in merito all’offerta Alice 20 Mega – dall’altro la stessa Telecom Italia contro Fastweb su un presunto caso di abuso di posizione dominante.
Andando con ordine: l’Associazione degli utenti Anti Digital Divide (ADD) ha espresso il proprio appoggio al ricorso al TAR di AIIP (Associazione Italiana Internet Provider) contro la decisione dell’Agcom di autorizzare la commercializzazione del servizio Alice 20 Mega di Telecom Italia vista l’assenza di una corrispondente offerta all’ingrosso per gli operatori, come invece prevedono le norme vigenti.
L’AIIP ritiene la decisione di autorizzare l’offerta Alice 20 Mega assolutamente in contrasto con la delibera 34/06 approvata dall’Agcom a fine 2005 e quindi lesiva degli interessi degli utenti in quanto non consente agli altri operatori di formulare offerte personalizzate, con livelli di servizio e di prezzo diversi da quelli fissati da Telecom Italia.
“Questo appoggio – ha sottolineato AIIP in una nota – dimostra come gli utenti comprendano e sostengano l’importanza di un mercato competitivo tra molti operatori e non la sua chiusura su un unico soggetto monopolistico, fino al punto di valutare una forma di protesta attiva da parte degli utenti”.
Molte delle motivazioni addotte da AIIP – violazione della delibera 34/06, introduzione dell’offerta bitstream e dell’orientamento al costo per le tariffe, mancanza di garanzie per gli utenti sull’effettiva qualità di alice 20 Mega, velocità minima garantita di soli 40 Kbps, neutralità della rete, trasparenza dell’offerta, limitazione – coincidono con quelle avanzate da ADD e comunicate all’Agcom nel documento inviato all’Autorità garante per chiedere un suo intervento, che purtroppo è mancato.
“Confidiamo nel TAR affinché blocchi la commercializzazione di alice 20 Mega, finché questa non rispetti norme e diritti degli utenti”, si legge nella nota di ADD, che sta anche valutando l’organizzazione di una protesta attiva da parte degli utenti.
Nel frattempo, Telecom Italia ha diffuso una nota in merito all’ordinanza cautelare emessa dalla Corte d’Appello di Milano che ha per oggetto il ricorso presentato dalla società, nel quale si lamenta l’abuso di posizione dominante da parte di Fastweb sul mercato della terminazione e la pratica di prezzi gravosi e discriminatori.
La società ha precisato che il giudice – che ha riconosciuto la posizione dominante di Fastweb – non ha emesso nessuna sentenza definitiva: il provvedimento è nella fase cautelare e si sta ancora valutando l’impugnativa.
Il giudice non ha inoltre rilevato la mancanza di uno specifico provvedimento dell’Authority nel mercato della terminazione.
Per quanto riguarda invece le istanze presentate da Fastweb sulle strategie di “winback” applicate da Telecom Italia, la società precisa che per tal fine non sono mai stati utilizzati i dati degli ex clienti e che l’azienda non ha promosso alcuna campagna riservata all’attuale clientela Fastweb per convincerla a ritornare in Telecom Italia.
In una nota diffusa ieri, Fastweb comunicava di aver appreso “dagli organi competenti” che la Corte d’Appello di Milano, chiamata a pronunciarsi sul presunto abuso di posizione dominante da parte di Fastweb aveva respinto il ricorso di Telecom Italia, ordinando a quest’ultima “di astenersi dal proseguire nei comportamenti abusivi” consistenti in particolare nell’utilizzo delle informazioni sugli ex clienti da parte delle sue divisioni commerciali per attività mirate di winback, effettuate soprattutto mediante chiamate telefoniche e l’offerta di servizi a condizioni di favore selettivamente riservate agli attuali clienti Fastweb.
Sempre secondo quanto riportato dalla società di Silvio Scaglia, Telecom Italia avrebbe inoltre utilizzato i dati forniti dagli ex clienti sul nuovo gestore in sede di recesso dai contratti in essere con richiesta di number portability e incentivato la propria rete di vendita attraverso provvigioni maggiorate e altre forme di incentivazione selettivamente collegate esclusivamente alla riconquista di clienti di Fastweb.
Nella stessa data – continua la nota Fastweb – “è stato inoltre respinto un ricorso presentato da Telecom Italia con cui veniva denunciato un abuso di posizione dominante posto in essere, a detta di Telecom Italia, da parte di Fastweb, e consistente nel praticare prezzi eccessivamente gravosi per il servizio di terminazione”.