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“Ci stiamo avviando verso l’era dell’mCommerce”. Parola di Alan Goode, analista Juniper, secondo cui “il telefonino e le reti mobili offrono un potenziale commerciale senza precedenti”.
Utilizzare il telefonino per pagare i biglietti del treno o transitare attraverso sbarre o check-in, per scaricare e pagare – attraverso computer o chioschi elettronici abilitati – giochi, MP3, video o ancora per prenotare un biglietto del cinema o dello stadio, il tutto semplicemente passando il telefonino vicino un lettore o inviando un sms.
Una realtà già diffusa in Giappone e che dovrebbe affermarsi a breve anche sui mercati occidentali.
I pagamenti mobili dovrebbero generare profitti per 10 miliardi di dollari nel 2010, grazie all’ingresso nel mercato di nuovi player in grado di fornire nuovi modelli commerciali e, quindi, di soddisfare le esigenze degli utenti che spesso si lamentano della scarsa usabilità dei sistemi cosiddetti di mPayment.
L’ingresso di PayPal, leader mondiale dei pagamenti online, nel settore dei micropagamenti via cellulare servirà inoltre da fattore trainante per la crescita del mercato, essendo PayPal un brand riconosciuto e affidabile.
Il servizio ideato da PayPal consente di inviare denaro, fare donazioni nonché di acquistare online libri, CD, scarpe e quant’altro, inviando un sms col codice del prodotto.
La società ha già firmato accordi in questo senso con 20th Century Fox Home Entertainment, Bravo, MTV, e NBA Store.
Le previsioni Juniper circa i progressi nell’adozione dei servizi di pagamento mobili – con un in totale 175 milioni di transazioni l’anno prossimo – può essere visto come la realizzazione di un trend che vedrà la passione per i pagamenti mobili spostarsi dall’Asia all’Europa.
Nel 2010, infatti, circa 87 milioni di europei (il 15% del totale) useranno il cellulare per pagare un biglietto, percentuale che in Giappone sarà del 32%. In Giappone, dove il telefonino è uno strumento in cui la voce è ormai soltanto un optional, i pagamenti mobili sono già utilizzati da circa 20 milioni di persone.
Col cellulare si può acquistare il giornale, pagare il parcheggio, entrare nella camera d’albergo, accedere ai treni o al metrò, prenotare posti per un concerto passando davanti a un cartellone che ne fa la pubblicità.
Tutto questo grazie al chip FeliCa, ideato in tandem dal primo operatore mobile nipponico NTT DoCoMo e Sony e messo a disposizione di tutti gli operatori del Paese.
Decine di aziende (la compagnia aerea ANA, i ristoranti McDonald, i noleggiatori di video o le sale di videogames Sega) accettano questa modalità di pagamento, mentre la maggior parte delle stazioni di Tokyo sono equipaggiate per decifrare lo smart chip “Suica”, della compagnia ferroviaria JR East, di cui sono stati già venduti 10 milioni di esemplari.
In media, dicono gli analisti Juniper, gli acquisti ‘cashless’ effettuati attraverso il sistema FeliCa si aggirano intorno a una media di 6,20 dollari per transazione, circa il 25% in più degli acquisti fatti in contanti o con carte di credito prepagate.
Sui mercati occidentali, intanto, si fa largo la tecnologia Near Field Communication (NFC) che abilita l’interazione tra apparecchi elettronici in maniera touch-based, ovvero non appena li si sfiora.
NFC è stata sviluppata da Philips e Sony per creare un ‘ponte’ tra le tecnologie contactless proprietarie già sviluppate da entrambe le società: la prima con MIFARE, la seconda, appunto con FeliCa.
La prima applicazione commerciale della tecnologia in Europa è stata effettuata nella rete di autobus locali della città di Hanau, vicino a Francoforte, in Germania, dove l’autorità regionale del trasporto pubblico (RMV) ha completato una sperimentazione durata 10 mesi e sta per offrire ai cittadini dotati di un telefonino Nokia 3220 servizi elettronici di biglietteria e pagamento.
Dopo le necessarie sperimentazioni sul campo, che presumibilmente continueranno per tutto quest’anno, le prime applicazioni commerciali della tecnologia, secondo uno studio della società ABI Research, dovrebbero imporsi sul mercato consumer nel 2007, a patto che venga sviluppato un ambiente “aperto, interoperabile e basato su uno standard comune”.