Italia
Riforma dell’Auditel, un tema molto scottante, sul quale sono puntati gli occhi e le attese di tutti e che finalmente sembra a una svolta.
Secondo le ultime indiscrezioni arrivate direttamente dai palazzi dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni pare che i piani di modifica siano ormai pronti, addirittura per la prossima settimana dovrebbero essere all’esame della Commissione Servizi e prodotti dell’Agcom.
Si parla di audizioni con le parti coinvolte (operatori, consumatori, società di rilevazione) e di un “atto d’indirizzo generale” ormai definito che registra diversi dubbi sulla società di rivelazione degli ascolti.
Presto avremo quindi un testo che indica le linee guida per rimettere le cose al loro posto, mentre delle specifiche tecniche si sta occupando l’Istat.
In Italia, l’Auditel è l’unica società di rilevamento ufficialmente riconosciuta dal mercato ai fini della raccolta pubblicitaria, ed è controllata principalmente dai due operatori, Rai e Mediaset, che raccolgono oltre il 90% delle risorse.
Contro l’Auditel, lo scorso 21 dicembre il Gruppo Sitcom ha depositato presso l’Antitrust italiano una denuncia per abuso di posizione dominante, sulla quale, come conferma a Key4biz la società, è stato avviato uno studio per verificare la possibile apertura di un’istruttoria.
Ma vediamo più precisamente su cosa interverrà l’Agcom: innanzitutto cambierà la base di rivelazione, che il presidente Corrado Calabrò considera “inadeguata” perché non tiene conto delle altre piattaforme trasmissive a partire dal satellite. Ma non solo, verrà modificato il metodo e le tecniche di rilevazione, che dovranno considerare anche i cambiamenti interni alle famiglie. Si parla anche di una riforma della governance, che dovrebbe essere allargata e aperta a nuovi soggetti.
Prevista, inoltre, senza espropriare nessuno, la separazione della composizione azionaria della società dai sistemi di rilevazione degli ascolti.
Dovrebbe essere istituito anche un comitato scientifico “assolutamente indipendente”.
Key4biz ha raccolto a caldo la dichiarazione di Roberta Gisotti, Portavoce del ‘Tavolo permanente sulla questione Auditel‘, che ha espresso grande soddisfazione per queste notizie che confermano l’impegno dell’Agcom a riformare l’Auditel.
“Procede lenta ma inesorabile la demolizione della Casa di Vetro: con soddisfazione apprendiamo che l’Autorità per le comunicazioni sta procedendo alla riforma del sistema del rilevamento degli ascolti televisivi”, ha commentato la Gisotti.
Aggiungendo “Evidentemente i tempi sono maturi per sciogliere il malaugurato patto dell’Auditel, stretto quasi 20 anni fa a tutto frutto dei poteri forti della pubblicità che in cambio del possesso pieno della Tv hanno riempito di denaro – circa 4 miliardi di euro l’anno – le casse della Rai e di Mediaset, tenuto conto che la Rai appartiene a 57 milioni di cittadini ed incassa meno del 30% di queste risorse pubblicitarie mentre Mediaset che appartiene ad una sola persona accaparra circa il 67% di questo flusso enorme di finanziamenti. Dove sta il senso di questa distribuzione, senza alcuna garanzia sull’equità delle quote spartite in base ai dati Auditel, che non hanno mai avuto alcuna affidabilità scientifica e che sono imposti come assolutamente veritieri dagli stessi soggetti che ne sono beneficiati, in regime di monopolio privato, senza alcuna possibilità di controllo pubblico, contro ogni regola di trasparenza e di libera concorrenza, pilastri di ogni democrazia”.
In tal senso, la Gisotti ha voluto ricordare all’Autorità che “…la riforma dell’Auditel dovrà essere scritta dalla parte dei cittadini utenti, perché non siano più ‘omogeneizzati’ in un dato di ascolto massificato e sezionato ad uso e consumo del mercato pubblicitario. Dopo la ‘ditattura’ dell’Auditel è necessario dotare il Paese di ricerche avanzate e diversificate sui reali ascolti della popolazione italiana nelle varie piattaforme trasmissive, ascolti comprensivi anche del gradimento e delle attese sulla programmazione televisiva”.
Sulla stessa linea anche Calabrò, che in un recente intervento pubblico aveva sottolineato “…l’esigenza di dati omogenei per tutti, non parzializzati e garantiti da posizioni di neutralità nella governance di Auditel”.
Spiegando che l’obiettivo dell’Autorità è quello di “dettare regole sul governo della società per assicurare l’indipendenza della gestione dei dati dagli assetti proprietari”.
“Lo faremo – ha detto – prima della Relazione annuale al Parlamento, prevista tra giugno e gli inizi di luglio. Abbiamo già coinvolto l’Istat per verificare la metodologia usata per la rilevazione. In ogni caso, sarà necessario che il sistema di rilevazione si adegui a tutte le piattaforme, compreso il satellite”.
E ha concluso con una battuta: “Viene rilevato, tra l’altro, il periodo di visione in cui gli utenti restano davanti alla Tv: ma se uno si addormenta davanti allo schermo, l’Auditel non se ne accorge…”.
Calabrò mantiene così il proprio impegno a riformare l’Auditel, sulla quale aveva già aperto un’indagine conoscitiva. Dopo diversi slittamenti, si potrebbe arrivare a questo atto di indirizzo, che fornirà le guidelines, mentre delle specifiche tecniche si farà carico l’Istat con il quale Calabrò ha firmato una convenzione da 125 milioni di euro, che fornirà entro l’estate consigli sulle ricerche di base e sul panel di riferimento.
Il Tavolo permanente sulla questione Auditel è stato creato lo scorso gennaio, in occasione della presentazione del libro “La favola dell’Auditel. Parte seconda: fuga dalla prigione di vetro” di Roberta Gisotti.
L’obiettivo è raccogliere tutte le istanze della società civile, che già da molti anni si sono espresse criticamente nei confronti dell’Auditel, chiedendone l’abolizione a frutto di un sistema di rilevamento degli ascolti televisivi veritiero e trasparente in termini di indici di quantità, ma anche di qualità percepita e di qualità oggettiva. La sede è presso le associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori e chiederà immediata udienza all’Autorità per le comunicazioni, in vista della prossima delibera di riforma dell’Auditel.