Forum PA: Lanzillotta, Magnolfi, Tripi, Stanca, Frattini e Catricalà inaugurano il grande appuntamento della PA

di Raffaella Natale |

Italia


ForumPA 2006

E’ partita la 17esima edizione del Forum PA, che si concluderà il prossimo 12 maggio, e che quest’anno avrà come tema portante le reti delle pubbliche amministrazioni per la competitività e la garanzia dei diritti.

L’appuntamento si articola in 9 aree tematiche: una rete di servizi; una rete aperta; una rete di efficienza; una rete di amministrazioni in rete; una rete per la competitività del sistema Paese; una rete di comunicazione; una rete di persone; una rete per la salute; una rete per un ecosistema migliore.

 

Questo Forum sarà un importante momento di confronto sulle soluzioni per snellire e proiettare nell’era del digitale la lenta macchina burocratica. Stato dell’arte e programmi futuri per guadagnare in efficienza e accorciare le distanze tra Enti pubblici e cittadini/utenti.

Presenti tutte le istituzioni, centrali e locali, che in quest’occasione presentano tutte le iniziative volte alla semplificazione e alla trasparenza. Strumenti innovativi che diminuiscono notevolmente il “carico burocratico” nei confronti dei cittadini.

 

La parola chiave quest’anno è tecnologia, ma anche e soprattutto convergenza. Negli anni scorsi sono state presentate diverse soluzioni per l’eGovernment, ma adesso si punta a sfruttare nuove piattaforme. Quest’anno verranno, infatti, presentati servizi di tGovernment e mGovernment, che prevedono la possibilità di erogare servizi pubblici attraverso la Tv digitale terrestre (TDT) e telefonini di ultima generazione.

 

Al Convegno d’apertura del Forum PA 2006, portando il saluto ai partecipanti Vincenzo Vita, Assessore all’Informatica e alla Cultura della Provincia di Roma, ha sottolineato che le “Province stanno facendo uno sforzo enorme per entrare nell’era dell’eGovernment“, lamentando però che “l’Italia è via via divenuta da un Paese piccolo a un piccolo Paese nel campo dell’innovazione tecnologica“.

 

Il vicepresidente della Commissione europea Franco Frattini ha spiegato come Bruxelles stia riformulando la Strategia di Lisbona (Piano di azione varato nel marzo 2000 dal Consiglio Europeo per trasformare l’Unione Europea entro il 2010 nell’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo) secondo una logica di “flessibilità nella risposta” nel quadro di una “strategia territoriale“.

“L’Europa non può dettare le regole per la riforma della PA, bensì deve interpretare la Strategia di Lisbona secondo flessibilità nel rispetto della sussidiarietà“, ha precisato Frattini, ricordando l’importanza delle iniziative di better regulation. “Abbiamo incoraggiato e chiesto agli Stati membri di mettere a punto dei piani nazionali per l’applicazione delle linee guida della Strategia di Lisbona – ha aggiunto Frattini -. La Commissione Ue ha fissato l’obiettivo di introdurre entro il 2010, con un unico modello di accesso, il sistema degli sportelli unici“. Il vicepresidente della Commissione europea ha quindi ribadito la necessità di “avviare un dialogo permanente tra sistema privato e sistema pubblico”. Nel contesto della competitività e di un più efficiente rapporto tra PA e privati Bruxelles, secondo quanto ha riferito Frattini, intende ridurre a 10 giorni i tempi massimi per l’avviamento delle nuove imprese.

 

Lucio Stanca, Ministro uscente per l’Innovazione e le tecnologie, ha ricordato gli ‘ottimi risultati’ ottenuti dal governo negli ultimi 5 anni nel campo dell’innovazione e ha sottolineato che “occorre una mobilitazione di tutte le risorse e di tutti i capitali per la modernizzazione della PA“. Stanca ha quindi rivolto un augurio di buon lavoro alla nuova legislatura auspicando in una “politica di continuità“.

 

Il Convegno d’apertura del Forum PA è stato introdotto da Alberto Tripi, Presidente di Federcomin e Fita, che ha voluto prontamente ricordare un recente studio realizzato dalla Commissione europea, nel quale si stima per l’Italia “una spesa annua pro-capite destinata all’eGovernment di appena 13 euro, contro i 101 della Svezia, gli 89 della Danimarca, i 57 del Regno Unito e i 32 della Francia”.

Tripi si è poi soffermato sul fenomeno tutto italiano delle cosiddette società “in house” (società a capitale pubblico cui vengono affidate molte delle commesse locali) che sono cresciute in modo consistente e oggi rappresentano il 40% del mercato IT della PA.

Questo – ha spiegato Tripi – potrebbe sembrare un dato positivo tuttavia non aiuta il settore“.

“L’affidamento diretto (in house) senza fare ricorso alle gare – ha continuato il Presidente di Federcomin e Fita – ha risvolti negativi sia sul fronte della domanda che su quello dell’offerta. Sulla domanda, perché i livelli di efficienza delle attività in house sono molto lontani da quelli delle imprese; sul lato dell’offerta perché vengono sottratte al settore preziose risorse di attività in un mercato che, come abbiamo visto, scarseggia. In questi settori sarebbe, invece, auspicabile un ricorso maggiore alla gara a evidenza pubblica per facilitare la concorrenza per il mercato. Sarebbe inoltre necessario, sin da subito, applicare il divieto di partecipare a gare per chi è già gestore di servizi pubblici con affidamento diretto”.

 

Tripi ha poi concluso il suo intervento parlando di eGovernment di quarta generazione che “dovrà essere il frutto dell’applicazione congiunta di soluzioni ICT con modelli di riorganizzazione del capitale umano, perseguendo l’obiettivo di migliorare la PA mentre si crea un’economia dei servizi innovativi”.

 

Molto atteso l’intervento dell’onorevole Linda Lanzillotta, responsabile Innovazione e PA della Margherita, secondo cui occorre una “…sempre maggiore sussidiarietà nella costruzione di un modello efficiente di sistema Paese“.

“E’ necessario dare contenuto alla Strategia di Lisbona – ha proseguito – perché è l’unica strada per riappassionare e riavvicinare i cittadini all’Europa”.

La Lanzillotta ha inoltre sottolineato come occorra coordinare “…il rapporto tra pubblico e privato anche nella pubblica amministrazione. Dobbiamo costruire le condizioni per processi compiuti di sussidiarietà, serve quindi, un maggior ruolo dei privati nella costruzione di un modello efficiente di sistema-Paese soprattutto per la diffusione dell’Innovazione, della modernizzazione del sistema pubblico“.

 

La Lanzillotta ha evidenziato come il ruolo dell’impresa “…sia fondamentale come interlocutore strategico … per identificare gli obiettivi comuni del sistema verso cui marciare, innanzitutto semplificazione e razionalizzazione, oltre che in termini di industria informatica, del software. Nel suo rapporto con la PA, l’impresa deve imparare ad avere un ruolo strategico e ad assicurare le competenze necessarie a fare grandi progetti. La nostra spesa per l’informatica non può essere solo un’area di consumo, deve innanzitutto essere una leva per produrre innovazione e consentire alle nostre imprese di integrare nei processi di internazionalizzazione e nei mercati globali”.

Si tratta ha concluso Lanzillotta, “…di una sfida per tutti e due le componenti, quella pubblica e quella privata, e spero che ambedue siano nella condizione di raccogliere la sfida necessaria per far crescere un’industria che in questi anni ha molto sofferto anche a causa di una riduzione della domanda pubblica”.

 

Molto diretta anche la senatrice Beatrice Magnolfi, responsabile Innovazione e PA dei Ds, che ha parlato della necessità di una “…riforma immateriale“, che deve consistere in una “…riforma di clima“, affinché la PA “…possa credere in una via al cambiamento”.

La Magnolfi ha dichiarato: “…I prossimi cinque anni saranno decisivi e l’Italia dovrà innestare una marcia diversa e puntare sull’Innovazione della Pubblica amministrazione, altrimenti tutti gli indici di competitività sono destinati a peggiorare, non dimentichiamo che l’Innovazione è un punto strategico per il futuro”.

La Magnolfi ha inoltre evidenziato la necessità “…di puntare sulla semplificazione e sul controllo della spesa pubblica, che negli ultimi anni è aumentata, nonostante una mancata crescita qualitativa dei servizi”.

“Proprio le moderne tecnologie potranno – ha concluso la Magnolfi – servire alla Pubblica amministrazione per divenire più competitiva attraverso una concreta contrazione dei costi sia di realizzazione che di gestione”.

 

Per Confindustria era presente il direttore generale Maurizio Beretta, che ha denunciato un ambiente normativo “esagerato e restrittivo che grava sull’impresa” e “in particolar modo sulla PMI“. Secondo Beretta il nuovo governo ha il compito di “disboscare le norme piuttosto che crearne di nuove“, nell’ottica di “alcuni passi indietro che la PA ha il dovere di compiere” affinché “ognuno, imprese da una parte e P.A. dall’altra, torni a fare bene il proprio mestiere“. “Abbiamo bisogno di un sistema pubblico che governi e non che abbia la tentazione di amministrare“, ha concluso il direttore generale di Confindustria, ritenendo “intollerabile” il peso dei costi burocratici sostenuto dalle imprese.

 

I lavori sono stati conclusi da Antonio Catricalà, presidente dell’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato (AGCM), che ha sottolineato come i servizi dei back office della PA, dai pagamenti degli stipendi all’acquisizione di beni (eProcurement), potrebbero essere demandati ai privati, risparmiando così importanti risorse da destinare piuttosto alle attività di front office. “Far fare queste cose a un soggetto pubblico – ha spiegato Catricalà – significa creare procedure vischiose e burocratiche. Bisogna che se ne occupino i privati. Si può fare benissimo con sistemi di appalto, si può fare in economia con una trasparenza che dia luogo alla certezza che il nostro general contractor, quello della PA sia il migliore in Europa e se necessario nel mondo“.

“Si potrebbe di conseguenza – ha concluso il presidente dell’Antitrust – aprire un nuovo mercato che è quello dei servizi alla Pubblica amministrazione che può essere svolto benissimo dai privati in regime di pubblica concorrenza”.

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