Gran Bretagna
L’Ofcom ha appena pubblicato un’analisi sul rapporto tra i bambini e i nuovi media digitali – telefonini, internet, tv e radio digitale – i cui risultati confermano quanto i bambini siano molto più esperti nell’uso delle nuove tecnologie rispetto ai loro genitori.
Il 65% dei ragazzi tra gli 8 e i 15 anni, ad esempio, possiede un telefonino – il 45% di quelli tra 8 e 11 anni – e fa in media 8 telefonate a settimana oltre a 25 sms, spendendo all’incirca 10 sterline al mese, che per la maggior parte vengono gestite con la paghetta.
La ragione che spinge ad avere un telefonino varia in modo significativo tra ragazze e ragazzi: le prime lo usano per tenersi in contatto con amici e boyfriend, i secondi per chiamare la famiglia. Telefonate e sms sono le funzioni più utilizzate, con una certa predilezione anche per i giochi, ma per lo più nella fascia tra 8 e 11 anni.
I dati relativi all’uso di internet sono ancora più utili a capire il distacco attuato dai più piccoli rispetto ai loro genitori: quasi la meta (48%) degli 8-11enni usa internet a casa – sono più i ragazzi (54%) che le ragazze (42%) – percentuale che sale al 65% tra 12 e 15 anni. Questi ultimi hanno per 13% la possibilità di accedere a internet dalla propria cameretta, ma in questo caso sono le ragazze più dei ragazzi.
I ragazzi che usano internet anche a scuola o in altri luoghi oltre a casa, passano sul web circa 6,2 ore a settimana, prevalentemente per motivi di studio o per giocare, ma sono anche molti (uno su quattro) quelli che usano internet per comprare e vendere su siti online come eBay e QXL e quasi la metà non vede nulla di male nel scaricare illegalmente musica o film da Internet.
La maggior parte dei genitori dei ragazzi tra 8 e 11 anni (95%) afferma di aver imposto delle regole sull’accesso ai contenuti digitali, una percentuale che scende al 78% per quelli tra 12 e 15 anni.
La maggior parte dei genitori ha installato un qualche tipo di blocco alla visione di determinati siti, quelli che non lo fanno dicono di fidarsi dei propri figli o di non sapere come fare.
Probabilmente basterebbe chiedere proprio ai figli, dal momento che è quando si analizza più in dettaglio la dimestichezza con le tecnologie che vengono fuori i risultati più interessanti.
Circa un terzo dei ragazzi tra 12 e 15 anni ha creato suonerie e playlist; uno su 5 ha un proprio sito web e circa la metà ha pensato di crearlo.
Quello che viene fuori, insomma, è il quadro di una generazione il cui rapporto con i media, le capacità e le preferenze sono chiaramente diversi rispetto a quelli dei genitori e che pone, dunque, sfide e opportunità per tutti gli attori coinvolti.
La promozione della ‘media literacy‘ è una nuova responsabilità dell’Ofcom, derivante dalla Section 11 del Communication Act 2003.
Per ‘media literacy’ l’Ofcom intende “la capacità di accedere, capire e creare le comunicazioni in una varietà di contesti”. Capacità che dà alle persone la fiducia e la conoscenza per ottenere il massimo dalle piattaforme media in circolazione.
L’alfabetizzazione digitale ha paralleli con quella tradizionale che consiste nella capacità di leggere e scrivere: nell’era internet si tratta però di leggere, scrivere e interagire con informazioni audiovisive piuttosto che con testi.
A un livello più alto – definito ‘visione critica‘ – la media literacy riguarda anche le capacità critiche come la discussione, l’analisi e la valutazione delle informazioni.
Un individuo digitalmente alfabetizzato, ad esempio, dovrebbe essere in grado di usare una guida elettronica ai programmi televisivi, di condividere o meno i contenuti di un determinato programma, di riconoscere che l’autore ha cercato in qualche modo di influenzarlo. Allo stesso modo dovrebbe essere capace di interagire via email o telefonino, di utilizzare le nuove tecnologie per creare contenuti audio e video, di avere abbastanza sicurezza da ordinare e pagare beni e servizi online, di creare un proprio sito o contribuire a una discussione su un forum o una chat.