Sul web arriva TLIO, banca dati per verificare origine, uso e modifiche delle più antiche parole italiane

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Sarà presentato oggi a Roma, il TLIO, il vocabolario storico dell’italiano antico a cura dell’Istituto Opera del Vocabolario Italiano del Cnr di Firenze. Una banca dati disponibile gratuitamente su web che attesta origine, uso e modifiche delle più antiche parole italiane.

 

Il TLIO – Tesoro della Lingua Italiana delle Origini on line – è la prima sezione cronologica del più ampio progetto di un Vocabolario storico italiano, compito fondamentale dell’Istituto del Cnr di Firenze (con sede presso l’Accademia della Crusca), a cui seguiranno quelle dedicate alle epoche successive, fino ai nostri giorni.

 

Il sito web dell’OVI contiene già più di 15.000 voci consultabili gratuitamente (erano 1.000 alla fine del 1998) e nuove voci vengono aggiunte periodicamente, col procedere della redazione.

 

Il TLIO si basa sul corpus testuale dell’italiano antico dell’OVI, di cui è possibile la consultazione integrale.

La ricerca per voci consente anche la ricerca nella base di dati ItalNet dell’intera documentazione relativa ad ognuna presente nel corpus.
La ricerca nelle definizioni consente di cercare stringhe di testo nelle definizioni. In particolare può essere usata per cercare marche d’uso, per es. [ret.], o insiemi di voci collegate semanticamente (per es. cercando “albero”).

“Attraverso questo strumento – in ogni lemma si trovano le diverse accezioni dei termini con i riferimenti cronologici e testuali – è possibile risalire alle più antiche attestazioni delle parole italiane, seguirne significati perduti o opposti a quelli in uso”, spiega Pietro G. Beltrami, direttore dell’Istituto.

Ad esempio, ‘contenente‘ nel senso di ‘contenitore’ è registrato e datato dal 1334, cioè 250 anni prima di quanto registri il Grande Dizionario Italiano dell’Uso di Tullio De Mauro, e già all’inizio del ‘300 con il significato di ‘contenuto’, come l’attuale ‘pulsante’, che non preme ma viene premuto e che si trova in un testo di fine ‘300 in un commento al detto evangelico ‘bussate e vi sarà aperto’: ‘Et anco a gli pulsanti s’apre in breve’.

 

“L’influenza, come malattia, è così chiamata in una lettera del 1387 di un medico pratese, più antica di 280 anni delle citazioni note a partire dal 1667: ‘E questa è stata una influentia generale, la quale ongnuno quasi à percosso; è durata tucto março, cioè infreddati con febre, tossa, dolori di capo e debileçça di stomaco’”, prosegue Beltrami. “Ancora più anticamente, fin dall’opera di Restoro d’Arezzo (1282), la parola indica in particolare l’influsso degli astri sugli uomini o sui fenomeni naturali. Un altro nome di malattia, ‘diabete’, può essere retrodatato da ‘ante  1492’ al  1361”.

 

Nei primi secoli l’italiano ha assorbito numerosissime parole dal francese, allora con il latino la lingua europea più prestigiosa, anche parole oggi sopravvissute con un significato diverso (per es. piaggerìa è anticamente una garanzia in denaro), altre con lo stesso significato e sentite come italianissime – viaggio, garzone, mangiare, svegliarsi ecc. – e prestiti che hanno avuto meno fortuna: encre ‘scuro come l’inchiostro’ (franc. encre); entrèa ‘tassa d’ingresso e apertura delle fiere’ (franc. entrée); mellato ‘misto’ (franc. meslé); pippa una botte (franc. pippe); tonello un altro tipo di botte (franc. tonel), da cui la nostra ‘tonnellata’. (a.t.)

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