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In Giappone, dove il telefonino è uno strumento in cui la voce è ormai soltanto un optional, effettuare piccoli acquisti col cellulare è ormai una prassi consolidata.
Nel resto del mondo, però, l’uso del telefonino a mo’ di portamonete elettronico stenta a decollare, nonostante gli indubbi vantaggi dell’applicazione che permette, ad esempio, di noleggiare videocassette, pagare il biglietto del treno o il conto del McDonald’s.
Pian piano, però, sembra che anche sui più restii mercati occidentali si comincerà a considerare il telefonino come una specie di carta di credito e l’inversione di tendenza partirà dagli Usa dove fra 5 anni, secondo un report In-Stat, 25 milioni di persone utilizzeranno il cellulare per effettuare piccoli pagamenti.
A differenza delle transazioni mobili, meglio note come mCommerce, che non sono mai veramente decollate sul mercato consumer, il cosiddetto ‘mobile wallet’ (portamonete mobile) è un’applicazione estremamente versatile che contiene alcuni elementi tipici delle transazioni mobili ma anche tutto quello che in genere si associa al portafogli: carte fedeltà, documenti d’identità e altre forme di identificazione.
Perchè la tecnologia prenda piede sui nostri mercati, secondo In-Stat, bisognerà adottare una tecnologia che offra il massimo della versatilità, garantendo sia la possibilità di effettuare delle transazioni, sia quella di visualizzare contenuti.
Tra le tecnologie che possono aiutare l’adozione dell’m-wallet, la società cita Near Field Communications (NFC), Radio Frequency (RFID), codici a barre e riconoscimento biometrico, ma c’è anche bisogno di elaborare nuovi modelli di business che includano la collaborazione tra banche e operatori telco, con l’obiettivo di offrire la possibilità di effettuare una serie di pagamenti off line.
In Giappone, ad esempio, l’adozione della tecnologia è stata sostenuta da diverse iniziative promosse in primis dalle società di carte di credito che hanno formato un’alleanza – che include anche i maggiori operatori mobili – per promuovere uno standard che permetta l’uso di telefoni cellulari al posto delle carte di credito a prescindere dell’azienda emittente.
Secondo In-Stat, l’atteggiamento dei consumatori americani nei confronti del portamonete mobile è maturo, ma sussistono molti dubbi relativi ai costi del servizio, ritenuti una barriera dal 72% degli utenti, alla sicurezza delle transazioni e alla privacy.