Italia
Nuovo importante accordo tra broadcaster e telco all’insegna del DVB-H (Digital Video Broadcasting-Handheld). Mediaset e Vodafone Italia hanno siglato un patto che sviluppa e rafforza il lancio tecnologico e commerciale in Italia della Tv digitale terrestre in mobilità.
Grazie a questa operazione, Vodafone Italia utilizzerà il 25% della capacità del multiplex DVB-H di Mediaset per un periodo di cinque anni, con l’opzione di rinnovo per i cinque anni successivi, con avvio delle trasmissioni nel 2006 e libera scelta dei contenuti.
Vodafone Italia contribuirà al lancio mettendo a disposizione le infrastrutture tecnologiche e trasmissive necessarie per il completamento della rete che consentirà l’avvio delle nuove trasmissioni previste nel corso del 2006.
Grazie a questa intesa sarà quindi possibile anche ai clienti Vodafone Italia vedere su terminali ad hoc contenuti televisivi in mobilità e in qualità digitale con
La nuova piattaforma digitale mobile fornita da Mediaset è aperta a tutti gli operatori del sistema: l’intesa Mediaset-Vodafone, non ha infatti carattere di esclusività e favorirà lo sviluppo dei nuovi servizi e l’adozione del nuovo standard anche da parte dei produttori di telefonini.
Vodafone Italia pagherà per la sola rete DVB-H di Mediaset una cifra intorno ai 14 milioni di euro all’anno. Lo riferisce Pietro Guindani, amministratore delegato di Vodafone Italia, che afferma che la società “Costruirà il palinsesto basandosi sulla domanda di mercato: pagheremo i diritti a prezzi di mercato e non solo con meccanismi di revenue sharing”.
Quanto alle previsioni di 5 milioni di utenti di telefoni mobili DVB-H in Italia nel 2010, secondo Guindani si tratta “di una previsione prudente che può essere superata”. Guindani annuncia inoltre la convergenza fisso-mobile con il lancio, a maggio, di un nuovo piano tariffario con il quale il telefono cellulare utilizzato in casa avrà costi competitivi rispetto al fisso.
Intanto stamani, il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, ha espresso preoccupazione per il mutato quadro politico.
“Qualche preoccupazione l’abbiamo” ha affermato, parlando oggi durante l’assemblea degli azionisti. “La campagna elettorale ha esagerato tutto – ha detto – ma se alla fine togliamo quel più di enfasi resta comunque un fondo di negatività di una parte del centrosinistra nei confronti della nostra impresa, vista come soggetto dominante nel mercato televisivo“.
Confalonieri vede una “voglia di rivincita, progetti di riorganizzazione e spartizione del settore” con formule diverse come il tetto alla raccolta pubblicitaria, la redistribuzione delle frequenze, lo spezzatino e la privatizzazione della Rai.
“Il risultato non cambia – ha commentato Confalonieri – ad alcuni farebbe comodo una Mediaset più piccola e più debole, un settore della comunicazione disegnato a tavolino con un occhio di riguardo per gli editori amici, che tanto si sono spesi in campagna elettorale”.
La televisione italiana, però, ha continuato, è sana e genera innovazione e Mediaset corrisponde al profilo di impresa ideale; oltretutto è “l’unica totalmente gratuita e diffusa presso tutti gli italiani, cosa che mi fa ritenere che un governo di sinistra non possa che sostenerla, nell’interesse dei molti italiani che non vogliono o non possono pagare i contenuti televisivi”. Per questo Confalonieri è convinto che “quando concretamente si tratterà di trasformare le minacce in realtà qualsiasi sia il governo questo agirà con prudenza, perché ci sono voluti due decenni per costruire un’impresa come Mediaset e basterebbe una legge sbagliata o qualche limite troppo stretto per danneggiare un’intera filiera industriale”.
Fininvest, inoltre, smentisce ogni ipotesi di possibili cessioni di quote azionarie di Mediaset. “In relazioni a indiscrezioni di stampa relative a progetti per mutamenti nell’azionariato di Mediaset – è scritto in una nota – Fininvest smentisce nel modo più categorico che esistano ipotesi di cessione a chicchessia di quote della stessa Mediaset”.