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Il Sistema integrato delle comunicazioni (Sic) ancora al centro del dibattito. E dopo le dichiarazioni del Ministro uscente delle Comunicazioni, Mario Landolfi, che chiedeva il calcolo in tempi rapidi, la parola passa al presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Corrado Calabrò, che ha sottolineato come oramai si tratti solo di una questione di tempo, ma per metà giugno la definizione del Sic sarà pronta.
“E’ iniziata l’analisi – ha detto Calabrò – si tratta di vedere anche voci come la pubblicità per affissioni. Tuttavia lavorando con le nostre scarse forze ma accanitamente ne siamo venuti a capo, penso per la metà di giugno di dare un dato sul Sic. Il Sic, poi, può essere migliorato, modificato, il legislatore potrà farlo, ma noi veniamo fuori con un dato che consentirà l’applicazione della legge vigente e il miglioramento della situazione attuale”.
Da ricordare che il Sic è il paniere introdotto dalla Legge Gasparri per valutare la distribuzione equa delle risorse del settore della comunicazione, e calcolare i limiti antitrust. Quanto alla legge Gasparri più in generale “daremo i nostri suggerimenti se saremo richiesti” per eventuali “riscritture” conclude il presidente dell’Autorità.
Il presidente dell’Agcom si è soffermato anche a parlare dell’eventuale riforma della Legge Gasparri, come auspicato dal centrosinistra.
A riguardo Calabrò ha commentato “daremo i nostri suggerimenti se saranno richiesti“. Poi il presidente dell’Autorità tiene a sottolineare “Sul Sic ho dà dare una risposta che forse sorprenderà qualcuno: siamo vicini a definirlo. Non sto parlando di stime, ma dell’analisi precisa che è già avviata: non è facile, si tratta di calcolare anche voci come la pubblicità per affissioni. Tuttavia, lavorando con le nostre scarse forze, sotto terra e sott’acqua, ma accanitamente, ne siamo venuti a capo“.
Il sistema, successivamente, “può essere migliorato, modificato e il legislatore potrà farlo”, ha ricordato il presidente dell’ Authority.
“Ma noi veniamo fuori con un dato che consentirà l’applicazione della legge vigente e il miglioramento della situazione attuale”, ha concluso.
Precedentemente era stata più volte messa in evidenza la difficoltà del calcolo del Sic. Al di là delle stime, ben più impegnativo è, ovviamente, il processo da tempo avviato finalizzato a produrre una corretta quantificazione del Sic, che si fonda su una metodologia di rilevazione diretta delle informazioni, mediante la somministrazione di appositi questionari a diverse centinaia di imprese attive nei mercati che compongono il Sic. In questo senso, lo stesso presidente ritiene che la Legge Gasparri non ha certo reso facile il compito.
A riguardo, l’Agcom ha sempre ribadito le difficoltà che si sono incontrate per una corretta definizione del perimetro merceologico di alcune aree economiche individuate dalla legge, quali ad esempio il “cinema“, e di talune fonti di ricavo, quali ad esempio le “attività di diffusione del prodotto realizzate al punto vendita”.
“Stabilire il Sic nei confronti delle televisioni e di altre cose è un discorso. A rilevare le promozioni nei supermercati o nei cinema sfido un cane poliziotto o un investigatore. Noi – ha aggiunto il presidente – le rilevazioni le stiamo facendo, ma la difficoltà è grande, grande, grande”.
Lo scorso gennaio il ministero delle Comunicazioni aveva stimato un valore per il Sic di 23,9 miliardi, dal quale per i gruppi industriali del settore deriverebbe un tetto antitrust per la raccolta di risorse a 4,78 miliardi, ma la stima ufficiale deve essere definita dall’Autorità.
In quell’occasione era, infatti, intervenuta per chiarire che il Testo unico per la radiotelevisione affida proprio all’Agcom il compito di vigilare sull’andamento e sulla evoluzione dei mercati relativi al Sistema integrato delle comunicazioni. Ricordando che l’Authority da tempo aveva proceduto a effettuare una stima del Sic, facendo riferimento alla medesima tabella frutto di una collaborazione tra la Fondazione Ugo Bordoni e la stessa Autorità.