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Parla di convergenza tra Tv e Tlc Franco Morganti, uno degli esperti italiani di convergenza e new media, in un’intervista che uscirà sul numero di aprile di Prima Comunicazione. In questo mutato scenario che vede una profonda trasformazione del modo di fare e fruire la televisione, Mediaset e Telecom Italia restano gli operatori più forti.
Morganti parla quindi di Mobile Tv, la trasmissione di contenuti radiotelevisivi su dispositivi mobili, ma non sembra convinto che si tratti di un vero business per il futuro delle società coinvolte.
Proprio riguardo al futuro del DVB-H (Digitale Video Broadcasting – Handheld), la tecnologia maggiormente utilizzata per la Tv su cellulare, Morganti ha commentato “non si può essere ottimisti“.
“Se si guarda un gol sullo schermo e non si vede il pallone non si può essere ottimisti“, ha affermato.
“Battute a parte, in generale non credo nella convergenza su un unico terminale. Il cellulare-televisore è come il coltellino svizzero: vuole essere un cacciavite, un cavatappi e una limetta, ma poi quando si prova a usarlo si rinuncia”.
Morganti, che è stato tra i fondatori di Reseau e di Databank, consulente per società Tlc e istituzioni pubbliche, fino a qualche mese fa consigliere di Wind e di Enel e oggi presidente dell’advisory board di ITMedia Consulting, ha parlato ampiamente anche di Tv satellitare, IPTV (Internet Protocol Television), Tv digitale terrestre (TDT). Ma il suo ottimismo è per le grandi telco.
“Anche se, in questo momento, sono depressi in Borsa, gli ex monopolisti o incumbent, come vengono definiti in gergo, hanno buone prospettive, grazie al Triple Play, il gioco triplo di voce, Internet e Tv sui cavi del telefono”.
“Molti pensano – dice ancora Morganti – che con l’arrivo di Skype i gestori telefonici andranno a picco. Io però faccio due considerazioni. La prima è che i gestori hanno già tutta la rete su IP, quindi dal punto di vista tecnologico sono nella migliori condizioni per fare il voice over IP”.
“Inoltre – ha aggiunto – propongono sempre più tariffe flat; hanno escogitato l’astuzia dei contratti tutto compreso, dove le telefonate in pratica sono gratis. Io penso che anche sul VoIP i grandi operatori finiranno per averla vinta”.
Morganti è ottimista anche sul futuro di Mediaset: “Se si vanno a leggere i bilanci, si vede che la Tv in chiaro sostenuta della pubblicità è un modello di business molto azzeccato. Mediaset ha un reddito pretasse che supera il 20%, dopo le tasse supera il 10%. Avranno avuto tutti i privilegi possibili e immaginabili, però se uno si limita a guardare il modello di business, deve riconoscere che funziona bene”.
“Mediaset non ha mai voluto la Tv via cavo in Italia, fin dai tempi della legge Mammì, ma non ha previsto che
“All’epoca della privatizzazione di Telecom Italia, Mediaset avrebbe potuto prendere il controllo della società, anche senza fare un’Opa al 100% come ha voluto fare Colaninno. Non l’hanno fatto un po’ per ragioni politiche, perché non volevano esagerare. Ma anche perché hanno sottovalutato il fatto che la Tv via cavo sarebbe arrivata sul doppino telefonico invece che sul cavo televisivo”.
“Noi tecnici – ha ricordato Morganti – lo dicevamo già allora, ma non ci hanno creduto. Comunque, anche ora che le altre televisioni ormai ci sono, le mosse di Mediaset sono estremamente intelligenti. Hanno detto: tu fai