Banda larga: AIIP chiede l’accesso agli Atti dell’Agcom sul caso Alice. Quintarelli: ‘Agcom sembrerebbe in contrasto con le proprie regole’

di Raffaella Natale |

Italia


Stefano Quintarelli

Facendo appello alla legge sulla trasparenza amministrativa, AIIP ha presentato all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni  una richiesta di Accesso agli Atti tesa ad ottenere formalmente le motivazioni in base alle quali la scorsa settimana ha ritenuto di autorizzare Telecom Italia a lanciare Alice 20Mbps.

 

Secondo AIIP, “Vi sono pochi dubbi che un’eventuale avvio della commercializzazione di questo servizio prima della pubblicazione dell’offerta all’ingrosso prevista dalla delibera sul mercato dell’accesso banda larga all’ingrosso,  sarebbe gravemente lesivo della concorrenza e del mercato”.

 

La proposta di Telecom agli altri operatori di diventare rivenditori del suo servizio di accesso ad Internet, approvata dalla Commissione Infrastrutture e Reti dell’Autorità,  appare infatti ad AIIP assolutamente in contrasto con le normative in vigore, e in particolare con la delibera 34/06 che la stessa Agcom si era data a fine 2005 in occasione del provvedimento sul mercato della banda larga all’ingrosso (il cosiddetto Mercato 12).

 

Stando ad alcune indiscrezioni giornalistiche, il Presidente Corrado Calabrò e i commissari Stefano Mannoni ed Enzo Savarese hanno votato a favore, mentre il commissario Nicola D’Angelo si sarebbe addirittura dimesso da relatore e avrebbe votato contro.

 

Stefano Quintarelli, Presidente di AIIP, ha commentato: “A fine 2005 l’Agcom ha introdotto delle garanzie per i concorrenti, per il periodo di transizione regolamentare che dovrà portare all’offerta Bitstream. Ora la Commissione Infrastrutture e Reti ha fornito una autorizzazione a Telecom Italia in contrasto con quelle stesse regole che Agcom stessa si era data poco più di tre mesi fa. Attendiamo di conoscere le motivazioni di questa decisione che autorizzerebbe Telecom Italia, di fatto, a degradare gli altri operatori a suoi meri rivenditori, una decisione che ci sembra possa apparire come uno schiaffo alla concorrenza. Dopodiché studieremo tutte le eventuali iniziative per assicurare che gli operatori concorrenti siano messi in condizione di competere nel rispetto delle norme in vigore”

 

Da più parti, sottolinea la nota AIIP, viene sostenuto che la concorrenza è un bene sociale che però, anche prima delle recenti decisioni, in Italia sembra raro. Si ricorda che nell’ultimo Rapporto dei Regolatori Europei (European Regulators Group – ERG), nella classifica dei Paesi più concorrenziali nella banda larga in Europa, l’Italia figura al terzultimo posto (escludendo la Polonia, ove la liberalizzazione non è ancora stata attuata).

 

Questo scenario contribuisce a vanificare gli investimenti fatti dagli operatori alternativi. Dal Rapporto ISTAT sugli investimenti fatti dagli operatori di Tlc (ultimi dati relativi al 2003), risulta che gli operatori fino a 200 dipendenti hanno realizzato nel corso dell’anno investimenti pari a 98.000 euro per addetto; dai dati di bilancio pubblicati risulta che nello stesso periodo gli investimenti industriali di Telecom Italia ammontavano a 52.520 euro per addetto”.

 

Giusto alcuni giorni fa, Telecom Italia ha reso disponibile agli operatori un’offerta “managed IP” basata su accessi ADSL con velocità fino a 20 Mbps. L’offerta non ha le caratteristiche di un servizio bitstream (o di accesso broadband all’ingrosso), ma quelle di un servizio di accesso ad Internet “chiavi in mano”, dove l’operatore non ha necessità di procedere ad alcun completamento di tipo infrastrutturale, ma si limita all’eventuale fornitura di servizi “ISP” (quali la posta elettronica) ed alle attività di tipo commerciale.

 

AIIP ha rilevato con soddisfazione l’upgrade delle linee a 20Mbps, ma ha osservato che “fino a oggi la velocità delle linee era sostanzialmente definita da TI e tutti gli operatori wholesale vi si dovevano adeguare, in assenza della offerta Bitstream prevista dalla normativa e non ancora approntata da Telecom Italia nonostante i reiterati impegni contrattuali”.

Secondo l’Associazione, “l’offerta wholesale per gli operatori non esiste ancora, a poche decine di giorni dall’inizio del servizio prospettato da Telecom, ponendo tutta l’evoluzione del mercato a forte rischio di monopolio. La proposta di rivendita del servizio Alice 20Mbps non è ovviamente ricevibile dagli operatori che verrebbero degradati da competitor a rivenditori”.

 

Questa preoccupazione, unitamente al dettaglio tecnico e normativo di supporto, è l’oggetto di un parere depositato in AGCom da AIIP,  in data 11 aprile 2006, nel quale si auspica la definizione tempestiva di una offerta wholesale e il rispetto della normativa in vigore, anche in riferimento ai tempi di commercializzazione per scongiurare pratiche anticompetitive da parte di Telecom Italia.

 

Successivamente si è tenuta la seconda riunione del tavolo tecnico in cui tutti gli operatori presenti e AIIP hanno espresso forti perplessità sullo svolgimento del tavolo in questione in quanto, secondo questi operatori, si ravvisa un comportamento ostativo da parte di TI.

Secondo quanto riferisce AIIP, “entro 30 giorni dall’istituzione del tavolo, avvenuta il 22 febbraio, Telecom era tenuta a presentare una prima offerta Bitstream. Invece è stata proposta unicamente una presentazione powerpoint che delinea una possibile offerta per sommi capi, ed una bozza di offerta, priva di prezzi e limitata ai vecchi multiplatori ATM (DSLAM) di prima generazione. Come più volte preconizzato da AIIP, i tempi del tavolo saranno verosimilmente assai più lunghi di quanto prospettato, con grave nocumento del mercato e dell’interesse degli utenti”.

 

Non manca, infine, la preoccupazione dell’AIIP per il nascente mercato dell’IPTV (Internet Protocol Television), che, in quanto legato a doppio filo al mercato broadband, rischia di essere controllato dall’incumbent prima ancora di vedere la luce. La Tv del futuro, che convergerà in massima parte sulla rete via cavo IP, è parte delle analisi complessive del mercato 18.

In particolare, in riferimento alla domanda 13, AIIP ha espresso con forza all’Autorità che “il mercato della Tv via cavo IP deve essere considerato un mercato rilevante e quindi oggetto di interventi dell’Autorità stessa in quanto, ai sensi delle normative antitrust, la dominanza sul mercato adiacente della banda larga mette a forte rischio lo sviluppo di un mercato competitivo e pluralista, con gravissimi rischi per cittadini e consumatori, non ultimi i risvolti di mancanza di garanzia intrinseca della privacy degli utenti”.

 

‘I Provider Italiani vogliono operare in un regime di vera concorrenza’ – Lettera aperta dell’AIIP all’Agcom e all’Antitrust, 22 marzo 2006

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