Mobile Tv: broadcaster o telco, chi metterà le mani sui profitti?

di Raffaella Natale |

Europa


Mobile TV

Mobile Tv, nuova eldorado per broadcaster e telco, ma restano ancora da definire i modelli economici e le corrette spartizioni tra i professionisti del piccolo schermo e gli operatori di reti mobili.

Gli analisti dicono che si tratta di un business da svariati miliardi, per essere più precisi Yann Courqueux, direttore marketing per Thomson, ha parlato di un mercato da 20 miliardi di euro l’anno generato da tutta la catena produttiva e di distribuzione della Mobile Tv. Cifre che dovranno realizzarsi nei prossimi quattro anni. Secondo Courqueux, “la metà di questi soldi andrà ai fornitori di contenuti, principalmente i canali tematici, mentre gli operatori recupereranno valore creando prodotti derivati e puntando sullo scambio di contenuti tra utenti”.

 

La Mobile Tv nasce all’insegna della convergenza e le numerose partnership siglate tra società media e tlc evidenziano ulteriormente questo aspetto.

Da un lato canali televisivi, società di produzione o distributori di film, e dall’altro gli operatori mobili. Alcuni di questi accordi non prevedono sic et simpliciter la fornitura di contenuti audiovisivi, ma la creazioni di veri e propri canali televisivi per l’utilizzo mobile.

 

Ed è proprio su questo, per alcuni versi controverso, rapporto che si è soffermato Peter Bazalgette, il direttore creativo della Endemol, la società televisiva che produce ‘Il Grande Fratello’ e altri format altrettanti famosi.

Bazalgette ha parlato di “relazioni eccellenti”, specie con l’operatore britannico BT Group, con il quale ha siglato un accordo in occasione del recente MIPTV (Cannes, 3-7 aprile 2006), mercato internazionale dedicato ai contenuti audiovisivi e ai prodotti audiovisivi e digitali.

 

Resta un mistero la spartizione dei profitti, nota dolente di questo nascente mercato. Broadcaster e operatori mobili riusciranno ad accordarsi sulla divisione dei guadagni? Alcuni non ci scommettono.

“Non abbiamo ancora un modello economico stabile – ha sottolineato Hervé Payan, Senior Vice President Content Partnership and Services per France Télécom – ma abbiamo una certezza: esiste una vera domanda

Secondo diversi Studi, gli utenti saranno pronti a pagare tra gli 8 e i 10 euro al mese per i servizi di Tv mobile.

 

Orange, la controllata mobile dell’operatore storico francese, sta testando “due modelli diametralmente opposti“, in Francia 53 canali televisivi interamente gratuiti e in Gran Bretagna 20 canali a pagamento.

“Inizialmente bisogna privilegiare un accesso di base gratuito, per far conoscere il servizio e creare una sorta di fidelizzazione, successivamente segmentare il mercato e renderlo un po’ per volta a pagamento“, ha commentato Payan.

 

L’operatore punta soprattutto sulla pubblicità e lavora a uno strumento di misurazione efficace per gli inserzionisti, una specie di “Mediamétrie per la Mobile Tv “.

 

Per i primi utenti di Orange, che pagano 20-40 centesimi di euro al minuto per la connessione, il consumo medio di questo servizio televisivo è di 35 minuti al mese, con una consultazione gratuita il weekend.

Per SFR, la tariffa è differente: “proponiamo un forfait di 7 euro al mese per accedere ai 30 canali di Canal Satellite e, al netto di IVA, versiamo il 50-60% ai canali Tv, mantenendone il 40-50%”, ha spiegato Jean-Marc Tasseto, direttore generale marketing. Tutto il resto è gratuito. Per un consumo di circa 30 minuti al mese, il consumatore paga circa 10 euro.

 

E mentre Orange, come ha riferito Payan, assicura di “non avere alcuna intenzione di mettersi in concorrenza con i canali televisivi“, ma piuttosto di lavorare in partnership, SFR va più lontano: “puntiamo a un canale prodotto solo per i cellulari“, ha indicato Tasseto. Prima dell’estate, l’operatore lancerà tre programmi creati per i propri clienti: ‘On dit de vous’, una trasmissione di Christophe Dechavanne, e due sitcom, ‘Plein le casque’ e ‘Foot de filles’. Durante la Coppa del Mondo, vedremo anche i propri operatori stare dietro la nazionale francese.

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