Unione Europea
La Commissione europea ha avviato una serie di procedure d’infrazione contro 11 Stati membri, tra cui l’Italia, per la mancata osservazione delle regole comunitarie sul numero di emergenza ‘112’ .
Il ‘112’ è il solo numero telefonico di emergenza per l’Unione Europea. I cittadini europei che si trovano in situazioni di difficoltà dovrebbero poter chiamare questo numero e ottenere la comunicazione con i servizi di emergenza.
Secondo le motivazioni che hanno spinto la Commissione ad avviare le procedure d’infrazione, in Italia – come in altri 10 Stati membri – non c’è modo per i servizi di pronto soccorso di localizzare chi chiama il numero unico di emergenza, rendendo molto difficile effettuare le relative operazioni di soccorso.
La localizzazione del chiamante permette agli operatori del 112 di ricevere immediatamente le informazioni relative al chiamante (localizzazione comune, via e numero civico) nel caso di telefoni fissi e l’esatta ubicazione sul territorio per i telefoni mobili con un’approssimazione che varia dai 10 metri dei centri urbani, ai 200 metri delle aree rurali o poco abitate.
Il sistema permette inoltre di capire se associato a più chiamate al 112 sia un singolo evento (incidente stradale), o se siano più incidenti che quindi richiedano più mezzi di soccorso e di individuare l’esatta posizione dell’evento qualora il chiamante non abbia la possibilità di fermarsi, attraverso la traiettoria seguita dalla localizzazione del chiamante.
Nel caso poi il chiamante non sappia dove esattamente si trovi o non sia nelle condizioni di fornire informazioni (stato di semincoscenza, dispersi) il servizio di localizzazione permette di inviare comunque i soccorsi.
“Si tratta di un servizio molto importante per i cittadini dell’Unione”, ha spiegato Viviane Reding, commissario Ue per la Società dell’Informazione e i Media, che ha sottolineato come “la possibilità di localizzare chi effettua le chiamate d’emergenza permette di salvare delle vite”.
Il commissario Reding ha quindi invitato gli Stati membri a “non ritardare ulteriormente i cambiamenti necessari affinché queste procedure, come altre azioni in corso, vengano chiuse”.
Bruxelles ha inoltre inviato, nei casi di procedure già avviate, dei pareri motivati al Belgio, alla Francia, alla Polonia e alla Slovenia – che non hanno ancora comunicato le analisi di mercato relative al quadro regolatorio delle comunicazioni elettroniche del 2002, necessarie per valutare l’effettiva liberalizzazione del mercato – e ha deciso di chiudere nove procedure avviate in precedenza, poiché gli Stati in questione hanno nel frattempo applicato correttamente le norme comunitarie.
Le procedure di infrazione, inviate sotto forma di ‘lettere di messa in mora’, seguono la pubblicazione dell’undicesimo Rapporto sull’implementazione dei servizi per il ‘112’, in cui si avvertivano i Paesi membri che sarebbero state prese ‘azioni immediate’ nel caso della mancata applicazione dei necessari rimedi.
Nel mirino della Ue, oltre all’Italia, ci sono Grecia, Irlanda, Cipro, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Ungheria, Paesi Bassi, Portogallo e Slovacchia. Altre due procedure sono state avviate verso Estonia e Lettonia.
Per quanto riguarda in particolare l’Italia, il numero 112 è dal 1981 il numero per contattare le centrali operative dei Carabinieri, mentre storicamente il numero 113, collegato alle centrali operative della Polizia di Stato, attivato nel 1968, era conosciuto come il numero per il “soccorso pubblico d’emergenza”, al quale ci si rivolgeva per qualsiasi emergenza.
Oggi sono presenti in Italia vari numeri per l’emergenza, dedicati alle diverse tipologie di servizi che possono essere richiesti (attivo dalla fine del 2005 in tutta Italia anche il numero breve 114 per le segnalazioni dei minori in difficoltà, il nuovo numero del Telefono Azzurro che sostituirà il vecchio 19696, attivo per le zone ancora non raggiunte dal 114).
Chiuso invece da alcuni anni il numero 116, per il soccorso stradale si possono contattare i numeri verdi brevi delle diverse organizzazioni private (803116 o 803803).
Con l’istituzione nel 1991 del Numero Unico Europeo 112 per le Emergenze (91/396/CEE), le chiamate al 112 sono state instradate direttamente alle centrali operative dei Carabinieri che poi smistano le eventuali chiamate per gli altri servizi, alle altre Centrali Operative del soccorso o, in alcuni casi chiedono di richiamare l’esatto numero corrispondente all’emergenza per la quale l’utente chiama.
Il Presidente del Consiglio dei Ministri con proprio decreto (DPCM 4 agosto 2003) ha da tempo avviato la fase propedeutica all’attivazione sul territorio nazionale di questo servizio costituendo un gruppo di lavoro per l’avvio della sperimentazione.
Il 15 marzo 2005 il Gruppo di lavoro ha approvato lo studio di fattibilità del progetto.
Con DPCM del 30giugno 2005, è stata inoltre istituita, presso il Dipartimento per l’Innovazione e le Tecnologie, una specifica struttura di missione, denominata “Unità tecnico-operativa per l’istituzione del Numero Unico Europeo di Emergenza“, allo scopo di coordinare tutte le attività necessarie all’attuazione del progetto.
La sperimentazione del numero unico delle emergenze partirà nella prima metà del 2006 dalla provincia di Salerno. Successivamente, compatibilmente con i risultati di questa prima fase, la sperimentazione varrà allargata alle province di Palermo e Catanzaro.