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La tecnologia viene vista dai giovani solo per un suo utilizzo ludico o è anche o principalmente utilizzata dai ragazzi al fine di prepararsi per la scuola?
Si tratta di un tema non indifferente in termini di conseguenze. Se è vero infatti che il PC a scuola è un argomento più che mai attuale, lo “studio del computer” è stato introdotto solo da poco tempo nelle scuole e non ancora in tutte. L’effetto della riforma scolastica sul grado di tecnologizzazione dei giovani studenti potrà quindi essere analizzato in modo compiuto solamente tra qualche anno.
Ci sono però già dei fenomeni che possono far intuire i cambiamenti che verranno: è questo il motivo della ricerca sulla scuola, realizzata da Gestimpresa per conto dell’AIE e di Docet, che quest’anno si è data come obiettivo di indagare proprio il modo con cui i ragazzi tra i 10-24anni utilizzano i principali strumenti di apprendimento (tecnologici e non) per lo studio individuale.
Ciò che si è voluto “fotografare” quindi è l’approccio dei giovani verso la tecnologia, anche dal punto di vista dell’apprendimento. A tale scopo sono state realizzate due indagini: una qualitativa motivazionale realizzata attraverso 3 focus group tra i giovani tra i 10 ed i 24 anni, che frequentano la scuola e che accedono ad internet abitualmente, per approfondire il tema della tecnologia in ambito sia scolastico sia privato ed un’indagine quantitativa su un campione di 1000 giovani tra i 14-24 anni realizzata telefonicamente, volta a verificare i risultati riscontrati dall’analisi qualitativa.
Ecco cosa ne emerge.
Quanto tempo dedicano i giovani alle diverse attività di studio e quali strumenti utilizzano? Ebbene, il libro tradizionale resta ancora il principale strumento di apprendimento (se utilizzato volontariamente o no, questo non lo sappiamo!). Quasi la totalità degli intervistati (90%) ha studiato sui libri con una media di 12 ore circa settimanali. Da quanto emerge dall’indagine qualitativa sembra che la motivazione principale del “primato” del libro in ordine alle attività di studio e di apprendimento, derivi dal supporto stesso, che è considerato ancora il più adatto a facilitare la concentrazione e la memorizzazione dei contenuti.
Al secondo posto gli altri classici strumenti: i quaderni, gli appunti, i riassunti e le rielaborazioni fatte dagli stessi studenti per facilitare l’apprendimento e l’assimilazione. Li usano il 90% dei ragazzi e vi dedicano in media 8 ore settimanali.
Ma la tecnologia allora? I giovani la usano soprattutto come “supporto” allo studio.
Un ragazzo su due dichiara di impegnare 3,5 ore del proprio tempo in una settimana (un terzo del tempo impiegato per studiare sui libri) per studiare su materiale scaricato da internet.
A queste ore bisogna però aggiungere quelle che i giovani studenti passano al PC (il 67%, in media 4 ore settimanali), per fare i compiti o altre attività di studio utilizzando i programmi applicativi (word, excel, CAD, ecc…) e quelle usate per collegarsi ad internet per scaricare i materiali, per usare i motori di ricerca o per consultare le enciclopedie, dizionari ecc… (60% degli studenti).
In quest’ultima attività la rete batte tutti i concorrenti cartacei e anche quelli su cd rom o dvd, sia in termini di percentuali di utilizzo (61% contro il 60% di chi consulta il cartaceo e il 46% di chi utilizza i cd-rom), sia in termini di media ore dedicate (3,2 per la consultazione via internet, 2,9 tramite il cartaceo, 2,3 su cd rom e dvd).
Internet, dunque, è diventata l’enciclopedia per eccellenza, sempre a portata di mouse, sfruttata soprattutto per la ricerca e gli approfondimenti domestici, giudicata uno scrigno inesauribile di conoscenza su più livelli, in cui si può trovare l’informazione spicciola e l’approfondimento bibliografico, la notizia dell’ultima ora e l’importante studio scientifico. Interessante poi notare che spesso sono proprio gli stessi docenti che spingono gli studenti ad utilizzare la rete per fare le ricerche.
I risultati più interessanti sono emersi però dai confronti diretti tra tecnologia e supporto tradizionale per singola attività di studio: lo studio tout court, le rielaborazioni degli studenti (compiti, esercizi, studio di appunti o propri riassunti), la consultazione.
Il 51% dei giovani studenti dichiara di studiare sia sui libri sia su materiale scaricato da internet, mentre solo il 41% utilizza solo il libro di testo.
Il 63% degli studenti utilizza sia il PC sia i tradizionali quaderni per fare i compiti o le tesine o i riassunti contro il 27% di chi usa solo il cartaceo. Ed infine, uno studente su due consulta sia il cartaceo sia internet o i cd rom come fonti per ricercare voci di enciclopedie, dizionari ecc… e ben il 24% utilizza a tal fine solo i supporti tecnologici, contro solo l’11% di chi si affida solo alla carta per svolgere tali attività.
Il tempo dedicato allo studio con gli strumenti tecnologici rappresenta già, in media, circa un terzo (28%) del tempo complessivo trascorso per lo studio individuale. Il 17% dei giovani studenti vi dedica addirittura più della metà del tempo complessivo dedicato all’apprendimento, soprattutto tra i 22-24enni (31%), studenti lavoratori (36%) che frequentano l’università (21%).
Se invece si ragiona in termini assoluti, il tempo medio utilizzato dagli studenti per studiare o fare i compiti con i supporti tecnologici è di già 9 ore alla settimana, contro le 21 dedicate ai supporti tradizionali.
Se poi si approfondiscono i modi con cui i giovani si avvicinano alle tecnologie più in generale emergono alcuni aspetti interessanti.
Attraverso i focus group si è sondato anche l’interesse suscitato dalle modalità di apprendimento e insegnamento che sfruttano forme di educazione a distanza (eLearning) o delle lezioni multimediali. Il target coinvolto nei focus non ha però mostrato particolare interesse per l’eLearning, sia probabilmente per l’offerta scolastica a loro disposizione, sia per la scarsa fiducia nelle loro stesse capacità di gestire in modo indipendente e autonomo l’apprendimento; mentre ha invece giudicato in modo positivo e ritenuto utile il dialogo tra insegnante-studente e tra studente-studente che si instaura nelle tradizionali forme di insegnamento in presenza.
Maggior interesse ha invece suscitato l’ipotesi di assistere a lezioni multimediali, soprattutto se applicate ad alcune materie dove l’interattività può essere utilizzata in forma quasi di “gioco” o dove la multimedialità può offrire maggiore ricchezza e varietà nella presentazione dei contenuti, in particolare nelle materie in ambito artistico, tecnico, scientifico o linguistico.
Gli studenti hanno poi messo in forte evidenza la ancora scarsa informatizzazione delle scuole, in molti casi la ridotta competenza tecnologica dei docenti e lo scarso utilizzo degli strumenti multimediali a scuola , ad esempio nel caso dei cd spesso allegati al libro di testo.
Cosa si aspettano infine i giovani dalla tecnologia? In un certo senso una possibilità di “personalizzazione” della didattica: selezionare le parti di programma ritenute più adeguate, possibilità di accedere a libri fuori commercio o irreperibili, consultare testi e riviste di approfondimento. Gli studenti universitari hanno idee ancora più precise al riguardo: esercitazioni e verifiche on line in vista della verifica “vera” all’esame, registrazioni delle lezioni dei corsi che non si riesce a frequentare, richiesta di particolari capitoli o sezioni di libri.
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