Gap tecnologico: quando i fondi pubblici diventano necessari. La Valle d’Aosta presenta alla Ue il progetto “All Digital”

di Raffaella Natale |

Italia


Banda larga

Superare il digital divide con la banda larga, un progetto in cui credono in tanti e che sicuramente contribuirà a colmare le differenze tecnologiche che riguardano le zone più periferiche, morfologicamente svantaggiate o meno sviluppate.

Di questo si è parlato in occasione del seminario sulla politica comunitaria dell’etere, organizzato dalla Regione Valle d’Aosta e dal colosso high-tech Intel presso il Comitato delle Regioni.

Quello di estendere i collegamenti Internet ad alta velocità è l’obiettivo che perseguono tutte le regioni europee, Valle d’Aosta in primis, sostenendo lo sforzo dell’Ue in questo senso. L’incontro ha permesso anche di esprimere aperto sostegno al piano politico dei quattro Commissari Ue, Viviane Reding, Neelie Kroes, Mariann Fischer Boel e Danuta Hubner, che hanno firmato la strategia per la diffusione delle connessioni Internet a banda larga.

 

Nel proprio intervento, Viviane Reding, Commissario alla Società dell’Informazione e Media, ha sottolineato che la Ue persegue l’obiettivo di consentire l’accesso a banda larga e ad alta velocità a tutti, e quindi anche alle zone rurali e di montagna, entro il 2010.

“La Commissione – ha spiegato Reding – intende promuovere la più ampia diffusione possibile della banda larga, soprattutto nelle regioni meno sviluppate dove non è disponibile per gli alti costi che allontanano gli operatori privati che, invece, si rivolgono ad aree urbane decisamente più redditizie“.

 

Il digital divide è uno dei fattori che maggiormente penalizza lo sviluppo e la crescita delle regioni periferiche. Secondo dati di Bruxelles, infatti, nel 2005 le Imprese e le famiglie che avevano accesso alla banda larga erano appena il 60% nelle regioni periferiche e rurali della Ue a 15, mentre nelle zone urbane il tasso superava il 90%.  

“In quelle aree dove la copertura non avviene attraverso la concorrenza e il mercato, allora diventa possibile la strada dell’aiuto di Stato”, ha sottolineato il Commissario, ricordando la regola a cui la Commissione intende attenersi per dare impulso alla diffusione della banda larga.

 

L’evento ha fatto conoscere in Europa il successo della sperimentazione valdostana nel campo del digitale e permesso alla Commissione Ue “di difendere – come ha sottolineato il governatore Luciano Caveri – la legittimità di una linea politica che ammette l’utilizzo di fondi pubblici per investimenti volti a superare il digital divide”.

“Nelle zone rurali o montuose – ha osservato Caveri – dove, per gli alti costi, la pura logica nel mercato non funziona, ci sono solo due strade: tecnologie meno care o massiccio intervento pubblico. A mio avviso, è necessario – ha rilevato – cercare le prime senza escludere le seconde”.

 

La Valle d’Aosta è un grosso esempio dell’impegno delle istituzioni verso  la digitalizzazione. Ricordiamo che questa regione, insieme alla Sardegna, saranno le prime a passare al digitale terrestre, la nuova tecnologia di trasmissione radioTv.

 

Di fronte a numerosi membri del Comitato delle Regioni e funzionari della Commissione Ue, Caveri ha quindi illustrato il progetto, “All Digital“, che la Regione ha lanciato insieme al ministero delle Comunicazioni con la Fondazione Ugo Bordoni, che prevede da una parte la diffusione della TDT su tutto il territorio, dall’altra l’utilizzo, per la prima volta in Italia, della tecnologia senza fili WiMax, per portare Internet e la banda larga nella Val d’Ays, ai piedi del Monte Rosa.

 

Caveri ha spiegato: “La nostra esperienza dimostra che è assolutamente impensabile cablare tutto il territorio con la fibra ottica”, sottolineando peraltro, l’importanza di prevedere l’utilizzo di aiuti di Stato o di fondi strutturali per sostenere gli ingenti investimenti richiesti in questo campo.

Per tutte queste sperimentazioni – ha concluso il governatore della Valle d’Aosta – è necessaria una regia europea che consenta, attraverso lo scambio delle buone pratiche tra Regioni, di superare le difficoltà tecniche ed economiche”.

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