Italia
Proseguono le trattative tra il ministero della Difesa e delle Comunicazioni per superare gli ostacoli tecnico-operativi riguardanti la diffusione del WiMax.
I ministri Antonio Martino e Mario Landolfi hanno infatti dato il via libera alla costituzione di un tavolo di lavoro congiunto per accelerare la liberazione delle frequenze, tenendo conto delle esigenze rappresentate della Difesa.
Il WiMax lavora infatti sulla frequenza del 3.5 GHz, attualmente utilizzata anche dal Ministero delle Difesa per applicazioni in ambito NATO.
Il ministro Landolfi, che ha prorogato di altri sei mesi la sperimentazione della tecnologia, “punta alla liberazione rapida delle frequenze da utilizzare per il WiMax” e ha ricordato che “la sperimentazione è indispensabile per dimostrare le potenzialità concrete della tecnologia”.
I test condotti finora per valutare il dimensionamento concreto degli impianti, che dovranno offrire i servizi contemporaneamente a numerosi utenti, stanno dando “ottimi risultati”, ha ribadito il ministro, sottolineando l’importanza di sfruttare appieno la tecnologia “per consentire la riduzione del digital divide”.
L’implementazione della tecnologia dovrebbe infatti garantire anche a cittadini e imprese situati in zone difficili da coprire con le reti Adsl la possibilità di accedere a servizi quali Internet veloce e senza fili, VoIP in mobilità, servizi multimediali ad alte prestazioni, videocomunicazione ovunque e in totale libertà.
I test sul WiMax dovevano essere completati entro la fine di dicembre del 2005 ma il termine è stato spostato al 30 giugno.
“Occorre impegnarsi per garantire che la banda sia davvero larga, e con continuità. Questo – ha proseguito Landolfi – è quello che chiedono i consumatori e le associazioni di categoria, e questo è quello che vogliamo mettere in campo. Il passo in avanti deve essere deciso e immediatamente percepibile perchè solo così le imprese ed i cittadini potranno utilizzare
Il ministro ha ricordato la grande attenzione che circonda le tecnologie della comunicazione, indicate ormai come un volano di crescita economica e integrazione sociale.
I mercati, ha quindi dichiarato Landolfi, vogliono avere “subito una chiara percezione dei costi e dei ritorni prodotti dallo sfruttamento delle nuove tecnologie”.
Per questo è essenziale accelerare la liberalizzazione delle frequenze e “realizzare quelle condizioni che permetteranno al WiMax di partire in un contesto industriale convinto della sostenibilità finanziaria, economica e di mercato dell’operazione”.
L’Italia, nonostante sia un po’ indietro rispetto ad altri Paesi europei (la Francia ha già autorizzato 44 licenze WiMax), si conferma un laboratorio in fermento: Siemens, ad esempio, ha già sviluppato un progetto di copertura per l’intero territorio italiano, prevedendo investimenti dell’ordine di 200-300 milioni di euro, l’installazione di un numero di stazioni radio-base compreso tra 2.000 e 3.000 e tempi di realizzazione tra 1 e 2 anni.
Tra gli operatori attivi nelle sperimentazioni della tecnologia nel nostro Paese, Fastweb, Siemens e Rai Way stanno conducendo dei test in Val d’Aosta, Alcatel nel comune di Arezzo, Marconi in Piemonte e Sicilia, Enterprise Digital Architects nella città di Milano, mentre Ericsson ha lanciato l’iniziativa Wimax Open Trial, per valutare caratteristiche e applicabilità delle soluzioni Wimax.
L’originale formula adottata da Ericsson per il trial, prevede la presenza di numerosi partecipanti, fra i quali Albacom, Create-Net, Iniziative Industriali Italiane, Infratel, Labcoop, Maxfon, Mobilmente, Tele2, Wind e altri operatori, a diversi livelli di coinvolgimento, in modo da massimizzare l’efficacia delle attività, in termini di rapidità di condivisione dei risultati e di sinergie conseguibili nel perseguimento degli obiettivi di verifica.