‘Banda larga per tutti’: la Commissione ricorre a tutti i propri strumenti per colmare il digital divide

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Unione Europea


Banda Larga

La Commissione ritiene che l’Europa abbia assoluto bisogno di un’ampia copertura di banda larga per promuovere la crescita e l’occupazione. È per questo che è necessario mobilitare, nel pieno rispetto delle norme in materia di aiuti di Stato, la legislazione dell’UE in materia di telecomunicazioni e i suoi strumenti di politica strutturale e rurale, in uno sforzo congiunto finalizzato a permettere a tutti i cittadini europei, in particolare nelle regioni meno sviluppate dell’Unione, di accedere a Internet a banda larga e ad alta velocità. 

 

È questa la conclusione della comunicazione della Commissione intitolata “Colmare il divario nella banda larga”, presentata congiuntamente oggi dai commissari europei responsabili per la società dell’informazione e i media, la concorrenza, la politica regionale e l’agricoltura e lo sviluppo rurale. 

 

“La disponibilità di connessioni a internet a banda larga costituisce una condizione indispensabile per lo sviluppo del commercio elettronico, per la crescita e l’occupazione in tutti i settori dell’economia. La concorrenza e l’apertura dei mercati sono senza dubbio i migliori propulsori della banda larga nell’UE”, ha affermato il commissario responsabile per la società dell’informazione e i media, Viviane Reding. “Le connessioni a banda larga, tuttavia, non devono limitarsi alle grandi città. Se l’UE e i suoi 25 Stati membri utilizzano intelligentemente tutti gli strumenti d’azione, l’obiettivo di mettere la banda larga a disposizione di tutti i cittadini europei non è certamente irraggiungibile, di qui al 2010, ma è ora di agire!”

 

Il commissario responsabile per la concorrenza, Neelie Kroes, ha sottolineato il ruolo svolto a tale riguardo dalle norme comunitarie in materia di aiuti di Stato: “Nelle aree periferiche e rurali la diffusione della banda larga può essere ostacolata dalle disfunzioni del mercato. In questi casi, un aiuto di Stato ben mirato, ad esempio sotto forma di partenariati pubblico-privato a sostegno della costruzione di reti aperte, può quindi rivelarsi appropriato. Dobbiamo, tuttavia, garantire che gli aiuti di Stato non sostituiscano completamente l’iniziativa privata e non falsino la concorrenza in misura contraria all’interesse comune”. 

 

Nei casi di reale disfunzione del mercato, i Fondi strutturali dell’UE svolgono un ruolo vitale nello stimolare gli investimenti nell’infrastruttura e nei servizi a banda larga, “nell’accrescere la competitività e l’innovazione e nel mettere tutte le regioni d’Europa nelle condizioni di partecipare pienamente all’economia della conoscenza”, ha aggiunto il commissario responsabile per la politica regionale, Danuta Hübner

 

Il commissario per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, Mariann Fischer Boel, ha dichiarato: “Grazie alla nostra nuova politica per lo sviluppo rurale, i mezzi finanziari sono ormai sempre più orientati verso la creazione di nuove opportunità di attività economica nelle regioni rurali. Gli interventi si concentrano in particolare sulla banda larga e sulle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni; in tale settore, finanziamo già progetti nell’ambito della nostra iniziativa LEADER, dal nord della Scozia al sud della Spagna. È ora nostra intenzione integrare tali interventi all’interno della programmazione generale dello sviluppo rurale. Il Fondo di sviluppo rurale ha una dotazione di 70 miliardi di euro per il periodo 2007-2013, ai quali si aggiungono i finanziamenti nazionali. Raccomando vivamente agli Stati membri di sfruttare il potenziale della banda larga nelle loro strategie nazionali di sviluppo rurale.”

 

I rapidi progressi che la diffusione della banda larga ha registrato in tutta Europa nel corso degli ultimi tre anni possono essere attribuiti in larga misura all’effetto combinato della concorrenza tra infrastrutture e di una regolamentazione efficace del settore delle telecomunicazioni. 

Il tasso di penetrazione della banda larga alla fine del 2005 era stimato intorno al 13% della popolazione, pari al 25% circa dei nuclei familiari, per un totale di quasi 60 milioni di linee nell’insieme dell’UE. 

Nonostante questa rapida crescita, la banda larga non ha ancora raggiunto alcune delle regioni meno sviluppate dell’Unione, a causa dei rendimenti bassi e incerti degli investimenti. Nel 2005 le imprese e i nuclei familiari che disponevano dell’accesso alla banda larga erano circa il 60% nelle regioni periferiche e rurali dell’UE-15, mentre nelle zone urbane questo tasso superava il 90%. Nei nuovi Stati membri questo divario era ancora più pronunciato. Inoltre nelle regioni rurali la banda larga è spesso meno veloce, il che rende difficile la trasmissione di grandi volumi di dati indispensabili alle applicazioni nel settore del commercio elettronico, della pubblica amministrazione in linea, della sanità in linea e dei contenuti multimediali. La velocità media della banda larga offerta nelle regioni rurali è inferiore a 512 kbps, mentre nelle zone urbane è in aumento e ormai supera spesso 1 MBps, permettendo così l’utilizzo di un’ampia gamma di servizi. 

 

La regolamentazione dell’UE in materia di comunicazioni apre i mercati regionali e locali ai fornitori di servizi a banda larga che offrono il miglior rapporto costo-efficacia. Al di fuori delle zone metropolitane dell’UE, tuttavia, vista la debolezza della domanda, dovuta alla bassa densità abitativa e alle maggiori distanze, i rendimenti degli investimenti sono inferiori e ciò può scoraggiare i fornitori commerciali. I partenariati pubblico-privato sono pertanto necessari per l’introduzione della combinazione di tecnologie a banda larga che meglio risponde alle esigenze locali e consente agli utilizzatori di sfruttarne i vantaggi a prezzi abbordabili. I Fondi strutturali e di sviluppo rurale dell’Unione europea possono aiutare le autorità locali a mettere a punto servizi locali basati sulle connessioni a banda larga, mentre la politica in materia di aiuti di Stato serve ad evitare che gli aiuti pubblici provenienti dai fondi nazionali falsino la concorrenza. 

Lo scorso anno la Commissione ha approvato numerosi progetti legati alla banda larga, concludendo in diversi casi che gli aiuti previsti erano compatibili con le norme in materia di aiuti di Stato (Regno Unito, Spagna, Austria, Irlanda) oppure che i progetti non comportavano alcun aiuto di Stato (due decisioni relative a progetti in Francia).

 

Per accelerare l’introduzione delle comunicazioni avanzate a banda larga in Europa, la Commissione propone oggi due linee principali di intervento

  • rafforzare le strategie nazionali a favore della banda larga che dovranno fissare degli obiettivi chiari e riflettere i bisogni regionali, con un approccio strategico per l’utilizzazione di mezzi di finanziamento comunitari e nazionali nelle regioni meno sviluppate o nelle regioni rurali; 

  • accelerare lo scambio di buone pratiche, in particolare con la creazione di un sito internet che servirà da punto di incontro unico per le autorità locali e gli operatori del settore per lo scambio di informazioni e l’acquisizione di esperienza. 

All’inizio del 2007 la Commissione organizzerà inoltre una grande conferenza sul tema “La banda larga per tutti” per illustrare i vantaggi offerti dai servizi a banda larga alle comunità rurali.

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