Italia
Quando Augusto Preta mi ha invitato far parte dell’Advisory Board di ITmedia a fianco di “ex compagni di lotta televisiva” ai massimi livelli, e quando mi ha chiesto durante questa giornata di presentazione dei nostri obiettivi a interpellare, non intervenire su Mobile TV e DVBH, forse aveva dimenticato due cose.
La prima: nella primavera del 1997, durante un convegno promosso da un primario partito politico (par condicio oblige) veniva discusso, per la prima volta, il tema della “piattaforma multimediale interattiva“. Allora queste parole, a noi di Tele+, sembravano un tantino pompose, essendo il nostro modello quello forse più classico composto dalla Tv pubblica, dalla Tv commerciale e dalla Pay TV e quindi multimedialità, interattività non centravano…, a tal punto che davanti a una platea riscaldata dall’affollamento e da una primavera di sapore estivo facemmo la battuta che l’interattività non esiste in Tv ma esiste soltanto con una donna a letto … tragico silenzio seguito da un applauso!
La seconda: una mia tendenza alla provocazione che metto spesso al servizio di una volontà mirata a contraddistinguermi da linee disfattiste italiane o di una eccessiva politicizzazione di sfide industriali.
Il sistema paese offre sinteticamente il seguente quadro… la TV è rimasta in gran parte nei suoi contenuti come li avevamo definiti nel ’97, un servizio pubblico che mantenendo la sua tradizionale posizione stenta ad affermarsi sul satellite – perché Raisat alla luce di una sua conquistata visibilità non si lancia in una offerta satellitare alternativa…e sul digitale terrestre – una Tv commerciale anche lei confortata nelle sue posizioni ma che ha intrapreso la sfida più massicciamente del digitale terrestre ed il successo di Tele+ diventato Sky Italia.
1mo elemento: da un recente studio della Commissione l’Italia è diventata il primo Paese della penetrazione delle Tv digitale in Europa continentale, oltre tre milioni e mezzo di decoder digitale terrestre nelle nostre famiglie e 3,5 milioni di abbonati a Sky.
Tra l’altro le scelte, in particolare MHP, e la tecnologia italiana del digitale terrestre hanno consentito a una piattaforma ricca dallo sviluppo di servizi interattivi di nature diversificate, sono stati promossi vari esperimenti a iniziativa ministero delle comunicazioni e ministero dell’innovazione tecnologica.
2do elemento: l’Italia è anche il primo Paese per la penetrazione della telefonia mobile. Il sistema paese offre la convergenza industriale tra televisione e telefonia, le basi industriali ci sono se non viene abbandonato uno dei due pilastri, e quindi potremmo dire 1 +1 fa due…e la domanda da fare agli operatori.
A questo punto, interpellerei i nostri ospiti sotto vari profili.
Domanda di sistema: si potranno sviluppare – alla luce di questa situazione di avanguardia italiana – (nuovi) servizi TV sui cellulari che potranno avere anche ricadute per le nostre industrie e come prevedono che reagisca il mercato?
Domanda più legale: con la definizione di probabili nuovi format dovremmo considerare lo sviluppo della TV mobile sui nostri portatili un servizio di televisione o di servizi di telecomunicazione?
Domanda istituzionale: quale sarà il futuro atteggiamento del Governo sul successo del digitale terrestre, sullo sviluppo del DVBH?
Infine alla luce di tutte le domande formulate oggi dai miei colleghi e dal sottoscritto, e per quanto sia possibile lontano da considerazioni politiche, in un ottica industriale, la legge Gasparri va mantenuta, corretta, rivisitata o cancellata?
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