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I servizi 3G di Vodafone hanno raggiunto, in linea con le previsioni, quota 10 milioni di clienti.
Un traguardo di notevole peso, preventivato dal gruppo al momento del lancio di Vodafone live! a novembre del 2004 e che arriva in un momento in cui la società ha urgente bisogno di conferme.
Per il Ceo Arun Sarin si tratta di un obbiettivo “importante”, che dimostra come i clienti abbiano apprezzato “il valore aggiunto e i benefici dei servizi Vodafone live! with 3G”.
Sembra, intanto, che il gruppo abbia ricevuto nuove offerte per la divisione giapponese Vodafone KK.
Secondo indiscrezioni di stampa, infatti, due società di private equity, Cerberus Capital e Providence Equity Partners, sarebbero pronte a offrire 15 miliardi di dollari per la filiale nipponica, sopravanzando l’offerta di Softbank compresa tra 12 e 14 miliardi di dollari.
L’annuncio di un probabile abbandono del mercato mobile giapponese è stato confermato dalla società il 3 marzo, quando il gruppo ha reso noto di essere in trattative col maggiore fornitore d’accesso Internet giapponese che ha di recente acquisito una licenza di telefonia 3G.
Vodafone KK, valutata attorno a 10 miliardi di euro, permetterebbe a Softbank di entrare con forza anche nel mercato mobile nipponico, e a Vodafone di allentare un po’ la pressione degli investitori dopo il warning sui risultati e una svalutazione tra 23 e 28 miliardi di sterline degli asset in Germania, Italia e ‘potenzialmente’ in Giappone.
A novembre, il Ceo Arun Sarin aveva spiegato che l’abbassamento dei margini era dovuto, per i due terzi, alle spese sostenute sul mercato nipponico, dove Vodafone è presente dal 2001, dopo l’acquisizione di Japan Telecom, carrier fisso che controllava l’operatore mobile J-Phone, rinominato, nel 2003, Vodafone KK.
Le due private equity, da canto loro, hanno già esperienza nel mercato delle telecomunicazioni wireless del Sol Levante e hanno già effettuato investimenti nel Paese.
Un momento strategico molto delicato per Vodafone che alcuni giorni fa avrebbe anche ricevuto un’offerta da 40 miliardi di dollari da Verizon Communications, che vorrebbe il pieno controllo sulla divisione mobile Verizon Wireless – di cui il gruppo britannico controlla il 45% – per poter competere sul mercato mobile americano, in piena fase di consolidamento dopo l’acquisizione di BellSouth da parte di AT&T.