Italia
Si allungano i tempi per il lancio in Italia dei servizi commerciali basati sulla tecnologia di accesso wireless a banda larga WiMax.
Il ministro delle Comunicazioni, Mario Landolfi, ha infatti prorogato di altri sei mesi la sperimentazione della tecnologia che promette di rivoluzionare nei prossimi mesi le telecomunicazioni, portando la larga banda senza fili in tutte le aree difficilmente raggiungibili con ADSL o fibra ottica.
Il WiMax lavora sulla frequenza del 3.5 GHz, attualmente utilizzata anche dal Ministero delle Difesa per applicazioni in ambito NATO.
Il Ministero delle Comunicazioni ha richiesto una progressiva liberazione delle frequenze ma le trattative sono risultate più laboriose del previsto anche se le sperimentazioni “stanno dando ottimi risultati”, come ha ribadito lo stesso ministro Landolfi intervenendo alla cerimonia di insediamento del Consiglio superiore delle comunicazioni.
I test sul WiMax dovevano essere completati entro la fine di dicembre del 2005 ma il termine è stato spostato al 30 giugno.
Nel nostro Paese sono molti gli operatori attivi nell’implementazione della tecnologia che dovrebbe aiutare a colmare il digital divide, garantendo anche a cittadini e imprese situati in zone difficili da coprire con le reti Adsl la possibilità di accedere a servizi quali Internet veloce e senza fili, VoIP in mobilità, servizi multimediali ad alte prestazioni, videocomunicazione ovunque e in totale libertà.
Fastweb, Siemens e Rai Way stanno conducendo dei test in Val d’Aosta, Alcatel nel comune di Arezzo, Marconi in Piemonte e Sicilia, Enterprise Digital Architects nella città di Milano,mentre Ericsson ha lanciato l’iniziativa Wimax Open Trial, per valutare caratteristiche e applicabilità delle soluzioni Wimax.
L’originale formula adottata da Ericsson per il trial, prevede la presenza di numerosi partecipanti, fra i quali Albacom, Create-Net, Iniziative Industriali Italiane, Infratel, Labcoop, Maxfon, Mobilmente, Tele2, Wind e altri operatori, a diversi livelli di coinvolgimento, in modo da massimizzare l’efficacia delle attività, in termini di rapidità di condivisione dei risultati e di sinergie conseguibili nel perseguimento degli obiettivi di verifica.
L’Italia, nonostante sia un po’ indietro rispetto ad altri Paesi europei (la Francia ha già autorizzato 44 licenze WiMax), si conferma un laboratorio in fermento: Siemens, ad esempio, ha già sviluppato un progetto di copertura per l’intero territorio italiano, prevedendo investimenti dell’ordine di 200-300 milioni di euro, l’installazione di un numero di stazioni radio-base compreso tra 2.000 e 3.000 e tempi di realizzazione tra 1 e 2 anni.
Dopo le sperimentazioni, però, verrà la parte più difficile, quella cioè della finalizzazione, quando il sistema Paese dovrà mettere a frutto le tecnologie di base che sono a disposizione di tutti.
Dopo aver portato la banda larga ovunque, ci sarà bisogno delle applicazioni, e qui – ha spiegato Giorgio Cecchetto, Responsabile Carrier Development di Siemens Com – entra in campo l’Amministrazione Pubblica “che deve dare vita non a un progetto locale ma a un progetto Paese che dia lo spunto per partire, per investire”.