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La Cina incassa un pesante pollice verso nell’ambito dei protocolli di sicurezza wireless.
L’Organizzazione Internazionale per le Standardizzazioni (ISO) ha infatti rifiutato al controverso sistema di codifica delle comunicazioni wireless (WAPI) l’agognato riconoscimento di standard internazionale, preferendogli l’americano 802.11i, più affidabile, come base per protocolli WLan sicuri.
Il voto si è chiuso il 7 marzo: WAPI è stato bocciato con otto voti a favore e 17 contro, mentre l’adozione di 802.11i è stata approvata con 24 voti a favore e tre contrari.
Secondo quanto riferito dall’EETimes, l’ISO – organizzazione internazionale con sede a Ginevra – non avrebbe comunque chiuso tutte le porte al WAPI, poiché molti suoi membri avrebbero espresso il desiderio di ‘armonizzare’ gli standard: “Crediamo che molti elementi del WAPI forniscano meccanismi in grado di potenziare l’802.11 e altri standard nel futuro”, si legge in una nota.
Non siamo dunque al capitolo conclusivo di una vicenda che ha portato Cina e Usa a un lungo braccio di ferro, scatenando le proteste del governo e delle compagnie hi-tech americane e ponendo le basi di una battaglia tecnologica tra i due Paesi.
Il governo di Pechino cerca infatti di favorire il sistema di codifica e altre tecnologie locali (come il TD-SCDMA per i servizi 3G) per ridurre la dipendenza dai vendor stranieri e dare impulso competitivo alle società locali.
Quando però la Cina decise di fissare al 1° giugno 2004 il termine ultimo per integrare nei dispositivi wireless destinati al mercato cinese lo standard WAPI, che avrebbe tra l’altro permesso al governo di decifrare qualsiasi comunicazione trasmessa attraverso le reti wireless, le aziende hi-tech americane interruppero l’esportazione dei loro prodotti nel Paese e costrinsero il governo di Pechino a rinviare l’adozione di un proprio standard, incompatibile con quelli attualmente utilizzati sui mercati occidentali.
Pechino si era dunque impegnata a collaborare con l”IEEE (Institute of Electrical and Electronics Engineers) per modificare e perfezionare lo standard, adeguandolo allo standard WEP (Wired Equivalent Privacy) usato dalle compagnie occidentali.
Questo impegno tuttavia non si è mai tradotto in azioni concrete dal momento che, ha sottolineato l’ISO, alcuni degli elementi fondamentali della tecnologia, come gli algoritmi di sicurezza, non sono ancora stati rivelati.
La Cina comunque non si dà per vinta e ha rilanciato la sua campagna per promuovere lo standard locale, ritenuto molto più sicuro dell’802.11i, creando la WAPI Industrial Union che include tra i suoi membri Lenovo, Huawei e la Beijing Founder Electronics e 4 operatori telefonici.
Probabilmente, nota l’EETimes, la Cina non riuscirà a eclissare l’802.11 col suo WAPI, ma adottandolo su base nazionale e continuando a incoraggiare lo sviluppo di standard domestici, può sperare di proiettare le compagnie locali a livello globale, un po’ come avvenne per il Gsm che aiutò aziende europee come Nokia ed Ericsson ad imporsi in tutto il mondo.