Mondo
Un nuovo rapporto della Banca Mondiale fa il punto sulla diffusione delle tecnologie ICT nel mondo.
Sebbene si siano registrati notevoli progressi nell’accesso, i Paesi poveri sono ancora indietro per quanto riguarda la diffusione dell’ICT nelle amministrazioni pubbliche, nelle scuole e nelle aziende.
Secondo il rapporto “Information and Communications for Development 2006: Global Trends and Policies”, che include una serie di indicatori per almeno 150 Paesi, appare quanto mai urgente intensificare la collaborazione tra i governi e il settore privato per estendere il raggio d’azione delle tecnologie ICT e fare in modo che anche i Paesi emergenti godano dei benefici che ne derivano.
La Banca Mondiale è uno dei maggiori finanziatori nell’ambito dello sviluppo ICT e ha avviato progetti in oltre 80 Paesi per un totale di oltre 3 miliardi di dollari.
“Il rapporto dimostra che la competizione nel settore privato rimane la forza trainante nell’estensione dell’accesso alle telecomunicazioni a miliardi di persone in tutto il mondo”, ha spiegato Kathy Sierra, Vice President of Infrastructure della World Bank, sottolineando come “anche la cooperazione sia un fattore chiave per connettere il prossimo miliardo di persone ed estendere i servizi elettronici ai cittadini e ai governi, assicurando l’accesso e la connettività nei 4 angoli del pianeta”.
Negli ultimi 25 anni, i Paesi in via di sviluppo hanno visto crescere in maniera considerevole la possibilità di accesso alle tecnologie ICT, soprattutto intese come linee telefoniche.
Tra il 1980 e il 2005, il numero di utenti dei servizi telefonici è cresciuto di oltre 30 volte.
Lo sviluppo maggiore si è registrato nell’Europa dell’est e in Asia Centrale, dove dal 2000 al 2004 il numero di linee telefoniche è più che raddoppiato a 730 persone su 1000.
Nell’Africa Sub Sahariana, il livello di linee è triplicato, ma la percentuale di utenti è ancora molto bassa, a 103 persone su 1000. durante lo stesso periodo, la crescita maggiore nel numero di utenti Internet si è registrata nell’aria Medio Oriente – Nord Africa, che ha registrato un +370%.
Secondo il rapporto della Banca Mondiale, tale espansione è stata trainata dalla rivoluzione tecnologica della telefonia mobile unita alla competizione nel settore privato.
Dal 2003, 130 Paesi potevano contare su almeno 3 provider di servizi mobili.
L’apertura dei mercati ha inoltre portato a un sensibile aumento degli investimenti stranieri nelle telecomunicazioni, passando dai 2 miliardi di dollari nel 1990 a circa 35 miliardi di dollari.
Nei prossimi anni la cifra è destinata a salire ad almeno 100 miliardi di dollari.
“Il report dimostra che un’offerta basata su leggi armoniche e sulla competizione resta l’elemento fondamentale per un rapido sviluppo ICT”, ha spiegato Mohsen Khalil, Direttore del Global ICT Department della World Bank.
La strada da fare perché l’ICT divenga catalizzatore di crescita e progresso, però, è ancora lunga – ha sottolineato Khalil – dal momento che in quasi la metà dei Paesi del mondo “i servizi di linea fissa e Internet sono forniti da monopoli, cosa che rende i costi di tali servizi inaccessibili alla maggior parte della popolazione”.
“L’esistenza di monopoli – in particolare per le comunicazioni long distance e internazionali – è l’ostacolo principale alla diffusione dei servizi di informazione”, ha aggiunto.
Per cambiare la situazione ed estendere l’accesso alle aree rurali o remote, spiega la Banca Mondiale – c’è un continuo bisogno del supporto dei governi e di partnership pubblico-privato.
Il report della Banca Mondiale fornisce anche alcune ‘lezioni’ per i Paesi in via dei sviluppo in termini di miglioramento dell’uso dell’ICT: molti di questi hanno infatti adottato strategie mirate ad ampliare l’accesso e l’uso delle tecnologie e più dell’85% punta ad estenderlo ai governi e alle scuole e a fornire un framework legale e regolatorio adeguato.
Molte di queste strategie, nota però il report, sono carenti per quel che riguarda l’implementazione: in particolare, il monitoraggio e la valutazione dei meccanismi sono deboli o inesistenti.
L’economista Christine Zhen-Wei Qiang, tra gli autori del rapporto, nota anche che nonostante i progressi nel roll-out delle infrastrutture ICT di base, il quadro è molto più variegato nella banda larga.
“In tutto il mondo, l’uso di Internet è più che quadruplicato tra il 2000 e il 2005, ma restano notevoli le differenze per quanto riguarda i server sicuri, base essenziale per lo sviluppo di servizi quali l’e-commerce: mentre i Paesi sviluppati possono contare su 300 server per 1 milione di persone, quelli in via di sviluppo ne hanno poco più di 2″ .
Un quadro molto sconfortante, ha concluso la Qiang, che fa del digital divide un problema ancora strettamente attuale, che richiede la collaborazione di tutti.