Italia
Slitta lo switch-off per Sardegna e Val d’Aosta, inizialmente previsto per giovedì 16 marzo. Rinviato, quindi, lo spegnimento del segnale analogico per le due regioni pilota, che saranno le prime di Italia a diventare all digital, passando alla tecnologia di trasmissione televisiva su digitale terrestre.
Secondo quanto riferiscono fonti del ministero, questa posticipazione consentirà di estendere la fase sperimentale e raggiungere una maggiore copertura della popolazione, ampliando le frequenze disponibili.
Domani ad Aosta ci sarà un incontro per definire la data della commutazione. Le fonti ritengono che, in ogni caso, bisognerà aspettare ancora 1 o 2 mesi per passare alla TDT, in questo periodo continuerà quindi lo switch-over, vale a dire la convivenza dell’analogico e del digitale.
Gli utenti, nel frattempo, potranno registrare delle disfunzioni nella ricezione del segnale Rai e delle altre emittenti impegnate nell’installare le apparecchiature per il nuovo sistema.
“Quella della data per lo switch-off – ha commentato l’assessore Aurelio Marguerettaz, assessore regionale all’Innovazione – è una questione che deve essere affrontata in un contesto più ampio che implica anche la definizione di un calendario di interventi per giungere al passaggio quando tutto e predisposto; stabilire una data senza sapere chi e cosa deve fare per eliminare tutti i disagi non ha senso”.
Marguerettaz evidenzia, ancora, che “sperimentare vuol dire coinvolgere adeguatamente e con i giusti tempi la comunità valdostana, gli operatori e le Associazioni di categoria e dei Consumatori e non solo distribuire decoder o adeguare i ripetitori”.
Nei mesi scorsi il Consiglio regionale ha approvato una risoluzione in merito alla TDT in cui ribadisce che “l’introduzione del nuovo sistema non deve avere impatti traumatici sulla popolazione”.
Per questo Marguerettaz rinnova l’appello “alla sensibilità del Ministro Mario Landolfi e a quella del Sottosegretario Paolo Romani affinché istituiscano, al più presto, un nuovo tavolo di confronto con la Regione per una seria riprogrammazione che dovrà prevedere almeno tutto il 2006 quale periodo sperimentale in Val d’Aosta; tutto questo tenendo però conto soprattutto delle fasce deboli, degli anziani e della loro comprensione e le possibilità di adeguamento che deve essere totale”.
Ricordiamo che ad aprile 2005 il ministero, insieme agli operatori del settore e a due regioni, Sardegna e Val d’Aosta, hanno firmato un accordo per un progetto pilota volto a completare la digitalizzazione delle due regioni entro luglio 2006. La scadenza a livello nazionale è stata fissata a dicembre 2008.
Il Ministero delle Comunicazioni si è detto disponibile ad aprire un tavolo di trattative, stabilendo un confronto proficuo e costruttivo sulle problematiche avanzate, ma si è rifiutato di accettare i “termini ultimativi” del governatore della Sardegna Renato Soru.
Il Sottosegretario al Ministero delle Comunicazioni, Paolo Romani, ha infatti dichiarato, riferendosi alle parole di Soru: “Il digitale terrestre non può considerarsi affatto un inganno, ma rappresenta una grande opportunità di Innovazione tecnologica che il nostro Paese sta perseguendo fin dal 2000 e che trova unanime consenso in tutta Europa”.
L’ex numero uno di Tiscali ha, infatti, chiesto di bloccare lo switch-off. “Su questa vicenda è necessario fare chiarezza – ha detto Soru – visto che l’accordo a suo tempo raggiunto è stato in gran parte disatteso, soprattutto per quello che riguarda l’interattività che doveva essere garantita e che non sono in grado assolutamente di assicurare gli attuali decoder”.
Eppure Viviane Reding, Commissario Ue alla Società dell’Informazione e Media, ha avuto parole incoraggianti nei confronti del lavoro dell’Italia nel mercato delle comunicazioni, proprio in occasione della presentazione dell’XI Rapporto d’Implementazione sulle Comunicazioni Elettroniche – Electronic Communications Regulation and Market 2005.
Il Commissario ha parlato in termini “assolutamente positivi” di quanto sta avvenendo in Italia per passare alla nuova tecnologia di trasmissione radiotelevisiva.
La Reding ha apprezzato il piano di passaggio scelto dal governo che porterà all’abbandono del segnale analogico per il digitale terrestre. Mi ritengo “assolutamente soddisfatta dell’evoluzione del mercato delle telecomunicazioni italiano – ha detto – è un’evoluzione verso la concorrenza, verso una maggiore scelta, verso prezzi più bassi e verso un aumento della scelta complessiva”. Anche se siamo nella “pista giusta”, le difficoltà non mancano, si tratta tuttavia di “piccoli problemi che devono essere risolti, ma nel complesso è il modo giusto di procedere“.
Quanto detto dalla Reding, ha sottolineato Landolfi “Dovrebbe far riflettere quanti nel nostro Paese considerano tale frontiera tecnologica un’ossessione del centrodestra e non invece un ambizioso obiettivo europeo”.
E i numeri parlano chiaro: nel 2005, il Ministero delle Comunicazioni ha stimato che siano stati venduti circa 3.700.000 decoder per il digitale terrestre. E ancora, 30 canali televisivi a diffusione nazionale, circa 200 canali locali, oltre una diecina di canali televisivi visibili mediante carta prepagata e, soprattutto, la grande innovazione resa possibile dalla tecnologia digitale: l’interattività, per accedere ai servizi della società dell’informazione. Si tratta indubbiamente di cifre molto incoraggianti che fanno sperare che presto l’Italia raggiungerà gli altri Paesi e non arretrerà davanti all’ormai irrefrenabile innovazione tecnologica.