Conferenza Mondiale per lo sviluppo delle Tlc: svecchiare le regole per garantire l’accesso globale all’ICT

di Alessandra Talarico |

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Telecomunicazioni

Si è aperta ieri a Doha, in Qatar, la Conferenza Mondiale per lo sviluppo delle Telecomunicazioni organizzata dall’ITU per rilanciare il Millenium Goal, il progetto dell’Onu che si pone come obiettivo, tra i molti altri, quello di collegare alla Rete tutte le comunità mondiali entro il 2015.

 

Si tratta del primo appuntamento globale del 2006 che coinvolgerà per una settimana i massimi esponenti dell’ICT che, dopo il Summit Mondiale della Società dell’Informazione dello scorso novembre, devono ora concentrarsi sull’implementazione della road-map tracciata a Tunisi, per assicurare l’accesso alle tecnologie ICT a tutte le scuole, le biblioteche e i governi locali dei quattro angoli del pianeta entro i prossimi nove anni.

 

“Dobbiamo adattare le potenzialità della tecnologia alle esigenze dell’umanità, soprattutto delle comunità più remote e dei segmenti più vulnerabili della popolazione”, ha spiegato Roberto Blois, Deputy Secretary-General dell’ITU alla conferenza stampa di apertura del meeting, sottolineando la necessità di sviluppare sistemi di telecomunicazione low-cost e di rendere accessibili ovunque la banda larga e la telefonia wireless.

 

Con questi obiettivi in mente, ha aggiunto Blois, “L’action plan WTDC-06 considererà due nuove iniziative globali a beneficio dei disabili e promuoverà l’uso delle telecomunicazioni nelle emergenze e nella prevenzione dei disastri naturali”.

 

Tra gli obiettivi chiave della conferenza, la promozione della cooperazione internazionale, delle iniziative regionali e delle partnership che sostengano e rafforzino le infrastrutture tlc nei Paesi in via di sviluppo e aiutino a colmare il digital divide.

 

Le sfide da affrontare sono, certo, molte. Tra queste – ha sottolineato il direttore dell’ITU Development Bureau (BDT) Hamadoun Touré – “bisogna garantire l’accesso universale alle tecnologie ICT” e non sottovalutare la sicurezza, un fattore essenziale per lo sviluppo e la diffusione delle nuove tecnologie.

 

La lotta al cybercrime, alla luce della crescita esponenziale dell’uso del cyberspazio per servizi essenziali, “è diventata una necessità”, ha dichiarato Blois, per non disperdere i vantaggi derivanti dall’IT e accrescere la fiducia nell’ecommerce, nella telemedicina, nell’eGovernment e in tutte la vasta gamma di applicazioni poste in essere dalle nuove tecnologie.

 

Alla fine del 2004, secondo i dati dell’ITU, gli utenti dei servizi telefonici erano 3 miliardi – 1,8 miliardi per le linee mobili e 1,2 miliardi per quelle fisse – e gli utenti Internet 840 milioni, pari al 13% della popolazione mondiale.

 

In linea generale, ha spiegato Vanessa Gray dell’ITU, il digital divide si è ridotto sia nel settore della telefonia mobile che in quella fissa.

Sussistono ancora, tuttavia, notevoli differenze nei livelli di penetrazione: nel 2004 era connesso circa un terzo della popolazione europea e americana, contro l’8% in Asia Pacifico. L’Europa ha inoltre una penetrazione Internet 15 volte superiore dell’Africa, dove usa il web meno del 2% della popolazione.

Anche nei Paesi arabi la situazione non è delle migliori, con una penetrazione ferma al 6%.

 

“La buona notizia – ha spiegato la Gray – è che gli alti tassi di crescita, l’innovazione tecnologica e i progressi nel settore mobile sono estremamente promettenti e forniscono ottime opportunità nella banda larga wireless”.

Secondo i dati del rapporto “Telecommunication/ICT Development Report: Measuring ICT for Social and Economic Development“, le tecnologie mobile sono quelle più utilizzate per l’accesso a Internet nelle aree rurali, ecco perchè molte speranze sono risposte nelle evoluzioni del wireless come il 3G, ma anche il WiMax e il Wi-Fi.

 

Secondo un altro rapporto presentato alla conferenza – Trends in Telecommunication – lo sviluppo dell’ICT nei Paesi emergenti necessita di un adeguato framework regolatorio.

Doreen Bogdan, della Regulatory Reform Unit dell’ITU, ha manifestato un certo ottimismo per il fatto che gli sviluppi nelle tecnologie di accesso wireless portano a credere che il miracolo mobile può ripetersi in altri settori come Internet e la banda larga date, però, “le giuste condizioni regolatorie”, soprattutto in merito alla gestione dello spettro.

 

I regolatori, ha aggiunto Bogdan, hanno “un’opportunità senza precedenti per accelerare l’adozione della banda larga, rivedendo le vecchie regolamentazioni ideate per proteggere gli operatori monopolisti”.

 

Essenziale, dunque, “ridurre i fardelli legislativi, offrire incentivi all’innovazione e coordinare gli sforzi, unendo tutti gli attori della catena per slegare ogni opportunità di sviluppo commerciale o non commerciale”.

 

E di opportunità ce ne sono tante, basti pensare al VoIP che “sta trasformando radicalmente il vecchio modello di business delle telecom, oltre a offrire un’alternativa economica per milioni di utenti in tutto il mondo”.

 

Un’altra sfida a cui rispondere è quella dello spam: le leggi emanate finora hanno avuto un impatto minimo sul problema reale, che è – secondo la Bogdan – il ruolo degli ISP.

Una valida possibilità, ha aggiunto, “potrebbe essere quella di stabilire un codice di condotta che richieda ai fornitori del servizio di proibire agli utenti di usare gli ISP come fonte di spam”.

 

Innegabile, in fine, il ruolo svolto dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nello sviluppo sociale ed economico: “L’ICT ha veramente cambiato il mondo” e, sebbene il suo impatto non sia ancora concretamente misurabile, “è importante valutare le opportunità digitali e trasformarle per bene comune”.

 

L’Action Plan di Doha, si spera, fornirà le basi perché tutto ciò avvenga.

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