AT&T: la megafusione con BellSouth sotto la lente della FCC. A rischio altri 10 mila posti di lavoro

di Alessandra Talarico |

Stati Uniti


AT&T

Dieci mila posti di lavoro in meno e un colosso in posizione di quasi monopolio sul mercato. Questi i risultati più evidenti del matrimonio tra AT&T e \BellSouth¤, per la modica cifra di 67 miliardi di dollari.

La fusione, attualmente al vaglio della FCC, è stata duramente contestata dalle associazioni dei consumatori che l’hanno definita ‘devastante’ e ne hanno chiesto il blocco al Dipartimento di giustizia per questioni anticoncorrenziali.

La manovra, infatti, segna il quasi ritorno allo stato di cose che precedeva lo scorporo di AT&T in sette società – le cosiddette Baby Bells – con, da un lato, Verizon, un colosso che registra ricavi per 90 miliardi e utili per 7,4 miliardi attivo nello Stato di New York e nella parte orientale (dal Maine alla Virginia), dall’altro la nuova AT &T, con un fatturato di 120 miliardi di dollari e utili per 8,1 miliardi.

Gli effetti sulla concorrenzialità del settore e sull’occupazione vanno valutati con attenzione, anche se alcuni esperti dicono che l’unione delle due compagnie porterà a una stabilizzazione dei prezzi e dunque a un rafforzamento del settore tlc, attualmente sotto il tiro di una forte guerra delle tariffe.

“Esamineremo la documentazione su ogni singolo ramo e settore d’attività’ nonché l’impatto sui servizi hi-tech più avanzati, come nella tv via cavo”, ha assicurato il presidente della FCC Kevin Martin.

Resta il fatto che il nuovo colosso si appresta a licenziare 10 mila impiegati da qui al 2009, che rappresentano il 40% delle economie di scala per 18 miliardi di dollari previste nei prossimi anni.

Questa nuova ondata di licenziamenti si aggiunge alle 13 mila soppressioni già pianificate da AT&T per i prossimi tre anni, come conseguenza della fusione con SBC Communications, avvenuta lo scorso novembre.

Importanti ripercussioni si avranno anche sul settore della telefonia mobile, con la scomparsa del marchio \Cingular¤, operatore che AT&T controllava già al 60% dopo la fusione di SBC e di cui ora ha acquisito il 40% in mano a BellSouth.

La nuova società ingloberà quindi tutte le attività sotto il brand AT&T, mossa che gli permetterà di risparmiare almeno 500 milioni di dollari sulla pubblicità.

Niente cambierà, invece, ai vertici dell’azienda. Il presidente e amministratore delegato Edward Whiteacre, il cui ritiro era previsto per quest’estate, continuerà a guidare la società sino ad aprile 2008.

Alcuni analisti si sono detti preoccupati per il prezzo pagato per BellSouth, forse troppo caro, ma soddisfazione è stata espressa per il piano finanziario e le previste riduzioni dei costi.

A questo punto, sono attese le contromosse della concorrenza, con Verizon sempre più agguerrita nel chiedere alla partner \Vodafone¤ la cessione del suo 45% nella joint venture \Verizon Wireless¤, la seconda società tlc mobile degli Stati Uniti.

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