Vodafone forse prossima a lasciare il Giappone. Già pronto un accordo con Softbank?

di Alessandra Talarico |

Mondo


Vodafone

Vodafone, numero uno mondiale della telefonia mobile, potrebbe essere sul punto di cedere la filiale Vodafone KK a Softbank, il più grande fornitore di accesso a Internet giapponese che ha di recente acquisito una licenza di telefonia 3G.

 

“Questi colloqui possono o non possono portare a una transazione”, ha spiegato il gruppo in un comunicato, ma secondo la stampa le due società sarebbero già arrivate a un accordo per un montante compreso tra 12 e 14 miliardi di euro, che iscriverebbe l’operazione nella top ten delle maggiori acquisizioni portate a termine da una società giapponese.

 

Gli analisti di Citigroup e Lehman Brothers, intanto, hanno apprezzato la decisione di mettere in vendita la divisione giapponese a hanno alzato il rating sul titolo, rispettivamente da hold a buy e da equal-weight a overweight. Entrambi gli istituti hanno inoltre alzato il target price: Lehman da 130 a 165 pence, Citigroup da 120 a 145 pence.

 

Vodafone KK, valutata attorno a 10 miliardi di euro, permetterebbe a Softbank di entrare con forza anche nel mercato mobile nipponico, e a Vodafone di allentare un po’ la pressione degli investitori dopo il warning sui risultati e una svalutazione tra 23 e 28 miliardi di sterline degli asset in Germania, Italia e ‘potenzialmente’ in Giappone.

A novembre, il Ceo Arun Sarin aveva spiegato che l’abbassamento dei margini era dovuto, per i due terzi, alle spese sostenute sul mercato nipponico.

 

Entro quest’anno, Vodafone dovrebbe restituire agli azionisti circa 9,5 miliardi di sterline attraverso dividendi e buy-back di azioni, ma gli investitori non sono proprio soddisfatti da quanto prospettato da Sarin, messo duramente in questione – a detta della stampa – anche dal presidente del gruppo, Lord MacLaurin e hanno chiesto con forza la cessione degli asset giapponesi oppure della quota del 45% detenuta nell’americana Verizon Wireless.

 

Uscendo dal mercato statunitense, tuttavia, Vodafone andrebbe a perdere un asset stimato in 75,3 miliardi di sterline e con 171 milioni di utenti nel mondo, mentre rinunciando al Giappone metterebbe fine a diversi anni di difficoltà e al nervosismo degli azionisti.

Vodafone KK, detenuta al 97,7% dal gigante britannico, aveva registrato, nel semestre concluso a settembre 2005 una crescita del fatturato del 15,9% a 3,6 miliardi di sterline e contava su poco più di 15 milioni di utenti ma, in realtà, la filiale non ha mai raggiunti gli obiettivi prefissati dal gigante britannico, diventando ben presto la sua spina nel fianco.

 

A pesare sui bilanci, le ingenti spese di marketing per accrescere la propria presenza sul mercato nipponico, nel quale attualmente occupa la terza posizione, dopo NTT DoCoMo e KDDI: alla fine di gennaio, infatti, il numero di utenti 3G era di 2,54 milioni, contro i 21 milioni di NTT DoCoMo e i 20,8 milioni di KDDI.

 

Tra gli scenari possibili, anche una sorta di collaborazione tra Vodafone e Softbank (che controlla una quota della divisione nipponica di Yahoo!) incentrata sulla distribuzione di contenuti video su cellulari e la promozione dei servizi Internet del portale sui dispositivi Vodafone usati sul mercato europeo.

 

L’avventura nipponica di Vodafone era iniziata nel 2001, con l’acquisizione di Japan Telecom, carrier fisso che controllava l’operatore mobile J-Phone, rinominato, nel 2003, Vodafone KK. Nello stesso anno, il gruppo aveva ceduto Japan Telecom al fondo americano Ripplewood Holdings.

Leggi le altre notizie sull’home page di Key4biz