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Dopo l’acquisizione da parte di SBC Communications lo scorso novembre per 16 miliardi di dollari, molti credevano che AT&T, nome che negli Usa è sinonimo di telecomunicazioni, sarebbe scomparsa.
E invece eccola tornare al numero uno del mercato, dopo aver messo a segno un altro colpaccio: l’acquisizione della concorrente BellSouth per la cifra record di 67 miliardi di dollari, pari a 37 dollari ad azione o a un premio del 17,9% rispetto al prezzo ai 31,46 dollari della chiusura del titolo nella giornata di venerdì scorso.
AT&T si accollerà inoltre i 17 miliardi di debito che pesano sui bilanci di BellSouth, che a termine dell’operazione – dopo l’Ok delle Autorità – abbandonerà il suo brand per chiamarsi AT&T.
Il cda del gruppo ha approvato, per portare a termine l’operazione, un piano di buy back da 400 milioni di azioni fino al 2008, di cui 10 milioni entro i prossimi 22 mesi.
E’ prevista inoltre una ricapitalizzazione da 2 miliardi di dollari da realizzare quest’anno e un’altra da 8 miliardi entro l’anno prossimo. La fusione non avrà impatto sulle previsioni di gestione del gruppo, che conferma un cash flow nel 2007 di oltre 4 miliardi di dollari e di oltre 6 miliardi di dollari nell’anno successivo.
Con una capitalizzazione di 160 miliardi di dollari, 70 milioni di utenti nella linea fissa e altri 10 milioni di utenti Internet, AT&T doppia la diretta concorrente Verizon Communications e mette le mani sul 100% di di Cingular Wireless, che è il primo service provider wireless degli Usa, di cui Bellsouth detiene il 40%.
La nuova entità, presente in 22 dei 51 Stati americani e con e 316.000 dipendenti, potrà realizzare economie di scala per 18 miliardi di dollari, al ritmo di 2 miliardi all’anno fino al 2008 e di 3 miliardi all’anno dal 2010.
L’operazione, attesa da tempo, ha però sorpreso gli analisti, che non se l’aspettavano a così breve tempo dal matrimonio tra SBC e AT&T e potrebbe dare vita a una nuova ondata di consolidamento da parte dei concorrenti, che rischiano ora di essere tagliati fuori dalla competizione. E così, Verizon potrebbe accelerare le sue ambizioni di takeover su Qwest oppure rilanciare le trattative con Vodafone per il pieno controllo sulla joint venture Verizon Wireless, dopo che lo scorso anno ha messo le mani su MCI per quasi 10 miliardi di dollari.
Un insieme di operazioni che, di fatto, riportano in essere il sistema di quasi monopolio all’interno del comparto delle telecomunicazioni americane interrotto nel 1984.
Fondata 130 anni or sono da Alexander Graham Bell, AT&T aveva dominato completamente il settore delle tlc americane, al punto da essere smembrata nel 1984 dalle autorità della concorrenza: le sue attività di telefonia locale erano allora state ripartite a 7 compagnie specializzate, le cosiddette “Baby Bells”, di cui SBC faceva parte.
AT&T aveva conservato soltanto il business delle comunicazioni a lunga distanza e internazionali, ma negli ultimi anni non ha saputo reggere alla pressione delle Baby Bells e delle nuove tecnologie come la telefonia mobile e il VoIP.
Nel 2004, dunque, il gruppo ha visto le vendite crollare dell’11,6% e si è visto costretto a effettuare svalutazioni degli asset per 11,4 miliardi di dollari e a licenziare 14 mila dipendenti.
SBC, da canto suo, ha registrato una crescita senza soste, passando dal settimo al secondo posto per importanza tra le Baby Bells e arrivando a conquistare 50 milioni di abbonati e a moltiplicare le acquisizioni: la più clamorosa, lo scorso anno, quella di AT&T Wireless, effettuata attraverso la controllata Cingular Wireless , per un montante di oltre 41 miliardi di dollari.
Deus ex machina della resurrezione di AT&T Edward Whitacre, numero uno di SBC che a novembre scorso ha guidato la scalata ad AT&T premendo perché la SBC ne riprendesse il nome.
Whitacre assumerà il ruolo di presidente della nuova compagnia, oltre a ricoprire anche la carica di amministratore delegato e membro del consiglio di amministrazione del nuovo colosso.
La fusione – ha spiegato Whitacre – “produrrà benefici per i consumatori e promuoverà la competizione sfruttando le sinergie tra le due società nella trasmissione dati di telefonia e televisione via fibra ottica”.
I primi effetti dell’operazione si dovrebbero vedere proprio sul ramo di telefonia mobile, nel quale Cingular,“sta mettendo a segno una performance particolarmente soddisfacente, soprattutto dopo l’ingresso nel capitale di AT&T”.