Banda larga: la mancanza di competizione ha fatto perdere all’Europa 20 milioni di linee. Studio SPC Network

di Alessandra Talarico |

Europa


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Quando il Commissario europeo per i media e la società dell’informazione Viviane Reding lanciò il programma i2010 nel gennaio 2005, riconobbe l’importanza della competizione per accelerare l’adozione della banda larga a livello consumer.

 

La Reding affermava allora che “la sua prima priorità sarebbe stata quella di utilizzare tutti gli strumenti a sua disposizione per promuovere la competitività”, ma forse non tutto è andato come previsto dal momento che un nuovo report pubblicato da SPC Network indica che l’Europa potrebbe “guadagnare 20 milioni di nuove linee se i regolatori attuassero le azioni appropriate a incrementare la concorrenza”.

 

Il rapporto ha esaminato il livello di adozione della banda e l’intensità della competizione in 21 Paesi, basandosi sui dati forniti dall’ECTA (European Competitive Telecommunications Association), giungendo alla conclusione che l’adozione della banda larga accelera di pari passo con l’apertura del mercato  e quindi con la diversificazione delle offerte ai consumatori.

 

“Per capirci – ha dichiarato Steen Clausen, Managing Director dell’ECTA – l’apertura dei mercati fornisce maggiori opportunità di innovazione e di abbattimento dei costi per i provider”.

La diversificazione e il valore aggiunto della scelta “aiutano i consumatori a trovare i prodotti che meglio rispondono alle loro esigenze e stimolano l’adozione della banda larga da parte delle piccole e medie imprese, con tutti i vantaggi che ne derivano per l’economia europea”, ha aggiunto Clausen.

 

Il panorama europeo della banda larga – spiegano gli autori del rapporto, “è variegato come le lingue del continente”. In Grecia è connesso in banda larga meno dell’1% della popolazione, contro il 23% della Danimarca.

In Italia, la penetrazione è del 10%.

 

Allo stesso modo varia da un Paese all’altro la velocità di adozione della banda larga: dal primo trimestre 2004 al terzo 2005 la Slovacchia e l’Irlanda hanno registrato una crescita rispettiva del 341% e 237%, mentre in Svezia e l’Olanda la crescita è stata del 34% e 46%.

 

Sono molti i fattori che spiegano queste differenze nella penetrazione e nel tasso di crescita della banda larga: dal prezzo dei servizi al lancio effettivo delle offerte commerciali, dalla presenza di provider alternativi alle politiche pubbliche.

 

Le tecnologie di acceso alternative e la quota di mercato ancora in mano agli incumbent giocano un ruolo altrettanto importante nello sviluppo della competizione: in questo senso, l’Italia, seconda solo alla Slovacchia, detiene quasi il record al negativo. Telecom Italia detiene infatti il 71% del mercato, contro il 25% di BT Group in Gran Bretagna, e non sono presenti sul nostro mercato operatori via cavo.

 

I ricercatori di SPC Network suggeriscono dunque 4 mosse per promuovere la competizione dinamica sui mercati tlc:

  • Rimuovere le barriere d’ingresso, autorizzando il DSL all’ingrosso e promuovendo la liberalizzazione dell’ultimo miglio (LLU). La prima misura è stata adottata efficacemente dalla Gran Bretagna, dove il 47% delle connessioni in banda larga è fornito da rivenditori di prodotti BT, mentre in Francia le linee in umbundling sono cresciute del 17% dal secondo trimestre 2004.

  • Promuovere l’implementazione di nuove infrastrutture per minare lo strapotere del DSL e del cavo. Questo è particolarmente urgente in Danimarca, Italia, Paesi Baltici e Svezia, dove le tecnologie alternative non hanno trovato nessuno spazio. I regolatori dovrebbero assicurare l’accesso al mercato delle tecnologie wireless e in fibra ottica o anche migliorare gli asset del cavo esistenti per supportare la banda larga 2-way.

  • Ridurre le barriere al cambio di operatore: i regolatori non possono intervenire direttamente sulla quota di mercato delle aziende ma possono rendere più facile per i consumatori passare da un operatore all’altro, garantendo la riduzione dei costi di switching.

  • Monitorare attentamente le collusioni: quote di mercato statiche sono spesso il frutto di taciti accordi tra gli operatori. Dove non si verifichino sostanziali variazioni nelle quote di mercato, i regolatori dovrebbero assicurarsi che non si sia formato un cartello intento a ridurre la competizione dinamica.

 

Lo studio prova, dunque, che le strategie pro-competitive adottate da alcuni Stati membri sono direttamente responsabili dell’accelerazione nell’adozione della banda larga sia a livello consumer che business.

“Dotare le piccole e medie imprese di infrastrutture a banda larga è un fattore critico per lo sviluppo dell’Information Society e l’Ecta farà pressione sulla Commissione europea per l’apertura del mercato attraverso revisioni e direttive“, ha concluso Steen Clausen.

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