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Il telefonino, al pari ormai di scarpe e accessori vari, è uno dei prodotti che passa di moda più facilmente: in media entro 18 mesi dall’acquisto, infatti, il proprietario tende a sostituirlo in favore di un modello più tecnologicamente avanzato.
I componenti utilizzati per i cellulari, così come per i Pc o i lettori digitali sono però molto dannosi per l’ambiente, nonostante le dimensioni relativamente ridotte degli apparecchi. Si va dai metalli pesanti quali piombo, mercurio, alluminio, rame, cadmio, cromo, alle plastiche di vario genere trattate con ritardanti di fiamma bromurati e ftalati.
La maggior parte di questi elementi se non correttamente smaltiti o riciclati si diffondono nell’ambiente con grave danno per la salute dell’uomo e dell’ecosistema. Tanto per fare qualche esempio, il piombo può danneggiare il sistema nervoso e avere effetti nocivi sul sistema cardiovascolare e sui reni. Anche il cadmio può influire sul funzionamento dei reni e causare danni al cervello.
Per non parlare dei ritardanti di fiamma a base di bromo, che possono alterare il sistema ormonale e in particolare quello tiroideo, dei metalli che contengono cromo esavalente che sono altamente cancerogeni, mentre gli ftalati (componenti del PVC) possono causare problemi al sistema riproduttivo.
Per questo motivo, la parlamentare californiana Lori Saldaña ha presentato una proposta di legge che mira a bandire le sostanze tossiche dai telefonini e da tutti gli altri apparecchi elettronici dotati di batterie – quindi anche iPod e lettori vari – entro il 2008.
La proposta prevede un cambiamento sostanziale rispetto alle attuali normative, che richiedono di bandire le sostanze nocive solo dai display: entro il 2008, esse dovranno sparire da qualsiasi dispositivo dotato di batteria.
In base ai dati della U.S. Environmental Protection Agency (US EPA), circa il 70% dei metalli pesanti tossici rinvenuti nelle discariche provengono da spazzatura elettronica.
“Sappiamo che i costruttori di telefonini possono produrre apparecchi del tutto privi di materiali dannosi”, ha spiegato la Saldaña.
“La California merita di ricevere un flusso di apparecchi consumer electronics più puliti”.
Per Mark Murray dell’associazione Californians Against Waste, i produttori di apparecchiature elettroniche devono assumersi la responsabilità dello smaltimento dei materiali tossici contenuti nei loro prodotti.
“Cellulari, iPod, computer e molti altri dispositivi elettronici hanno un ciclo di vita molto breve, uno o forse due anni, prima di diventare obsoleti, non ha alcun senso utilizzare materiali nocivi”, ha spiegato Murray.
E per una volta, l’Europa è più avanti rispetto agli Usa: in base alla direttiva
sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE – Direttiva 2002/96/CE) dal 1° luglio di quest’anno gli Stati membri dovranno fare in modo che le apparecchiature elettriche ed elettroniche nuove immesse sul mercato non contengano piombo, mercurio, cadmio, cromo esavalente, bifenili polibromurati (PBB) o etere di difenile polibromurato (PBDE).
La direttiva 2002/95/CE indica, invece, la responsabilità del produttore come uno degli strumenti per incoraggiare la progettazione e la produzione di apparecchiature elettriche ed elettroniche che tengano pienamente in considerazione e facilitino la riparazione, l’eventuale adeguamento al progresso tecnico, il reimpiego, smontaggio e riciclaggio.
Una modifica del 2003 alla direttiva RAEE (Direttiva 2003/108/CE) chiarisce ulteriormente gli obblighi in merito al finanziamento di apparecchiature professionali (non domestiche).
Negli obiettivi della Ue, la raccolta differenziata della spazzatura elettronica proveniente dai nuclei familiari dovrà essere pari a Kg 4 l’anno entro il 31 dicembre 2006. Inoltre vale anche per questi rifiuti il principio del “vuoto a rendere”: i distributori al momento della fornitura di una nuova apparecchiatura destinata ad un nucleo domestico devono infatti assicurare il ritiro gratuito di quella vecchia.
Il finanziamento delle operazioni di trasporto, trattamento, recupero e smaltimento finale della spazzatura elettronica è a carico dei produttori.