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Il Garante per la privacy è intervenuto a tutela di utenti e abbonati telefonici con un provvedimento a carattere generale nel quale impone a gestori telefonici e agli altri operatori di comunicazione elettronica le regole da rispettare per evitare comportamenti illeciti e non andare incontro a sanzioni, anche di tipo penale.
Sarà d’ora in poi vietato intestare schede telefoniche prepagate a clienti ignari o attivare senza precisa richiesta segreterie o altri servizi, come la selezione automatica dell’operatore telefonico o linee Internet veloci.
I gestori telefonici devono mettere in atto procedure per verificare tempestivamente le anomalie e vigilare sull’operato dei rivenditori e dei call center.
Il provvedimento si è reso necessario alla luce delle numerosissime segnalazioni e dei reclami giunti al Garante negli ultimi anni per lamentare l’abuso di prassi vietate quali, innanzitutto l’attivazione, a nome di un cliente ignaro, che aveva chiesto una sola scheda, di altre schede telefoniche (anche centinaia).
In alcuni casi si è verificato che coloro ai quali sono state falsamente intestate le schede si siano trovati comunque coinvolti in indagini penali.
Le schede risultano attivate utilizzando dati anagrafici presi da un documento di identità fornito dagli interessati al momento della richiesta. A volte le attivazioni multiple delle schede sono collegate a veri e propri piani di incentivazione per i rivenditori organizzati dagli operatori.
Per quanto riguarda l’abuso di questa pratica illecita, gli operatori telefonici dovranno mettere in atto procedure per rilevare tempestivamente intestazioni multiple di schede a una medesima persona: quando le intestazioni siano superiori a 4 (per le persone fisiche) e a 7 utenze (per le società) l’operatore dovrà chiedere espressa conferma all’intestatario.
Altri casi frequenti segnalati al Garante riguardano l’attivazione indebita del servizio di selezione automatica dell’operatore o di altri servizi non richiesti, come la segreteria telefonica, tariffe telefoniche speciali, linee di navigazione veloce in Internet. Gli interessati hanno spesso appreso di essere divenuti clienti di un nuovo operatore solo al momento della ricezione della prima comunicazione dell’operatore stesso o della prima bolletta.
In questo caso, il Garante ha stabilito che non si possono attivare servizi senza l’espressa volontà degli interessati. Le persone, in sostanza, vanno contattate soltanto se hanno manifestato un preventivo consenso a ricevere chiamate e comunicazioni promozionali.
Gli addetti ai call center dovranno spiegare agli interessati da dove sono stati estratti i dati personali che li riguardano. Deve essere, inoltre, immediatamente registrata e rispettata la volontà di non ricevere il servizio e la eventuale contrarietà all’uso dei dati.
Gli operatori telefonici, di comunicazione elettronica e call center dovranno infine controllare, anche a campione, l’attività di rivenditori e incaricati, anche allo scopo di rintracciare immediatamente chi materialmente abbia effettuato l’attivazione indebita.
“Il provvedimento dell’Autorità – ha commentato Giuseppe Fortunato, componente del Garante e relatore del provvedimento – consente di tutelare le persone sotto tre aspetti: garantisce finalmente alle vittime di prassi illecite interventi immediati a loro tutela, impone comportamenti trasparenti agli operatori telefonici e attribuisce alle persone il diritto di opporsi immediatamente ad un uso indebito dei loro dati personali. Oggi il cittadino può dire stop alle chiamate sgradite e chi non rispetta tale volontà è sanzionato penalmente”.
Soddisfazione per il provvedimento è stata espressa dalle associazioni dei consumatori: per Paolo Landi, segretario generale di Adiconsum, lo stop del Garante pone fine non a un disservizio, “ma a politiche commerciali aggressive e illegali che mettono in grave disagio giovani e anziani e che comportano il più delle volte esborsi rilevanti del tutto ingiustificati”.
“Vogliamo auspicare – ha aggiunto Landi – che l’Autorità preposta al settore della telefonia prenda adeguati provvedimenti e, così come furono sanzionati a suo tempo gli OLO per i numeri a valore aggiunto, sanzioni tutti quegli operatori, a partire da Telecom, che hanno fatto degli addebiti in bolletta per servizi non richiesti una politica commerciale: sono difatti centinaia e centinaia le persone che si rivolgono alle sedi Adiconsum per avere ricevuto un modem senza avere un computer o che ricevono lettere di felicitazioni per abbonamenti mai richiesti”.
Anche il Movimento Difesa del Cittadino (MDC) condivide appieno la posizione del Garante per la protezione dei dati personali che, con il provvedimento diffuso oggi, “ha scelto la linea dura” contro un problema che ha assunto una dimensione preoccupante negli ultimi anni in Italia ed è diventato “ormai insostenibile”.
“Ci aspettiamo ora un adeguamento immediato da parte di Telecom e degli altri operatori di telefonia”, ha commentato il presidente Antonio Longo.
“In caso contrario utilizzeremo il provvedimento reso noto oggi dal Garante per la privacy come strumento per tutelare i diritti dei consumatori e degli utenti”.(a.t.)