Radio Vaticana punta sull’innovazione tecnologica: multimedialità e passaggio al digitale terrestre

di Raffaella Natale |

Italia


Radio Vaticana

Il Vaticano continua a dimostrare la volontà di seguire l’innovazione tecnologica e ad essere aperto a tutti quei cambiamenti che possono servire per portare avanti la propria missione.

La Radio Vaticana, per il suo 75esimo anniversario, punta a sviluppare il suo sito Internet multimediale proprio a testimonianza di una evoluzione che negli anni ha seguito le varie fasi del progresso tecnologico della comunicazione. E ne ha fatta di strada da quando fu creata da Guglielmo Marconi su incarico di Pio XI e inaugurata il 12 febbraio 1931.

 

Lo ha sottolineato il gesuita padre Federico Lombardi, suo direttore generale da alcuni mesi, nel corso di una conferenza stampa dove è stato presentato un significativo bilancio dell’attività dell’emittente della Santa Sede, organismo che più di ogni altro è simbolo della multietnicità e pluralità di lingue e culture nella chiesa cattolica.

Una potenza che riesce a raggiungere anche zone dove il cristianesimo è vietato, come per esempio in Arabia Saudita dove l’emittente di Papa Ratzinger trasmette ogni giorno in filippino per fare arrivare agli immigrati cattolici filippini la predicazione papale. Ma tra gli ascoltatori nei Paesi dell’Islam moderato ci sono anche musulmani “che ogni tanto si fanno vivi” con lettere che giungono alla redazione in lingua araba.

 

Come informa una nota, le 384 persone che compongono il suo personale provengono, infatti, da 59 nazionalità diverse mentre sono 45 le lingue di trasmissione regolare giornaliera per raggiungere tutti i continenti. Trenta sono le lingue online sul sito Web, 64 ore e 31 minuti le ore di trasmissioni quotidiane e 23.482 ore le ore di trasmissione annuali.

Trentasei antenne, 20 trasmettitori, 8 canali satellitari disponibili, 13 mila ore di materiale audio dell’archivio centrale papale.

Sul sito Internet sono disponibili circa 65 mila articoli e 40 mila clip audio, un motore di ricerca “full text” in tutte le lingue, oltre 60 trasmissioni in 39 lingue in “on-demand”, possibilità di ascolto live dell’intera programmazione su 6 canali internet, 8 canali podcast, possibilità di scaricare testi di bollettini informativi.

Tutto questo, ha spiegato Pietro Cocco, responsabile del Webteam della Radio Vaticana, permette all’emittente di essere “strumento di comunicazione ed evangelizzazione al servizio del ministero del Papa e di collegare tra loro centro della cattolicità, Chiese e diversi Paesi del mondo, concretizzando uno spirito di comunione e dialogo”.

 

Costi totali 20-25 milioni di euro il 57% dei quali destinato a coprire le spese di personale.

“Un costo molto alto – ha detto padre Lombardi – rispetto al bilancio della S. Sede ma molto basso rispetto ad altre radio di analogo livello. Siamo attenti alle politiche di risparmio ma senza sacrificare la sostanza dell’attività che la radio svolge”. Egli ha spiegato anche le ragioni che rendono moto difficile, se non impossibile, il ricorso a sponsor per contribuire alle spese di bilancio.

“Il costo è molto rispetto al bilancio della Santa Sede; siamo attenti a una politica di risparmio ma senza sacrificare la sostanza dell’attività che svolgiamo – ha spiegato padre Lombardi – Le Conferenze episcopali contribuiscono alla nostra attività. Sulla pubblicità vorrei dire che è via difficilmente praticabile. Avendo una attività così differenziata per cultura è difficile potere inserire la pubblicità”.

 

Papa Ratzinger è particolarmente legato alla Radio Vaticana. Non è un caso se la sua prima intervista, nell’agosto scorso, è stata rilasciata alla redazione tedesca dell’emittente. La settimana prossima, inoltre, si recherà a visitare la sede e le redazioni e a conoscere i giornalisti e i tecnici che col loro lavoro permettono alla Chiesa, ogni giorno, di diffondere la parola di Dio.

Padre Lombardi ha, però, escluso che al momento Benedetto XVI possa ripristinare la scelta del suo predecessore di recitare il Rosario in diretta radio.

 

Quanto poi alla lunga vertenza giudiziaria in corso in Italia per le emissioni elettromagnetiche degli impianti di Santa Maria di Galeria, padre Lombardi ha rilevato la difficoltà che è sempre stata frapposta per un incontro con la popolazione interessata al problema e discutere con la gente la questione, ma ha garantito che si è fatto ogni sforzo per andare incontro alle richieste.

“Dal settembre 2001  la Radio Vaticana si attiene al rispetto assoluto dei limiti di emissioni previste dalla legislazione italiana, ma – secondo Lombardi – occorrerebbe allo stesso tempo una più serena informazione sui reali pericoli delle emissioni stesse che, secondo i maggiori esperti, sono davvero irrilevanti”.

 

Negli ultimi anni  la Radio Vaticana ha completato il passaggio dall’analogico al digitale nella produzione e nella messa in onda.

“Il grande impegno tecnico si esprime nel passaggio dall’analogico al digitale e  la Radio Vaticana è entrata nella ICT e nella multimedialità”, ha spiegato l’ingegnere Sandro Piervenanzi, vicedirettore tecnico, che ha partecipato alla conferenza stampa insieme al direttore generale, al direttore dei programmi e al responsabile del Webteam.

“E’ stato uno sforzo grandissimo che ha comportato la sostituzione di centinaia di registratori a nastro, di numerosissime consolle e la formazione del personale”.

Per lanciare Radio Vaticana in Internet, in particolare, è stato realizzato e lanciato il progetto Oecumene, un nuovo sistema di gestione dei contenuti.

 

La Radio Vaticana è stata affidata ai gesuiti da Pio XI il quale intuì subito l’importanza del nuovo mezzo di comunicazione. Durante  la Seconda Guerra mondiale, tra il 1940 e 1946 furono trasmessi 1.240.728 messaggi relativi a richieste di notizie sui dispersi, brevi messaggi indirizzati dalle famiglie ai prigionieri, il cui nome veniva lentamente scandito.

La Seconda Guerra Mondiale e il comunismo ateo successivo “hanno spinto la radio a orientarsi verso i Paesi e le chiese particolari che stavano soffrendo di più e che erano minacciate di più. Così abbiamo una ricchezza di programmi e di lingue, prima di tutto dei Paesi europei e dell’Est e sud Europa”, ha spiegato padre Andrzej Koprowski, il direttore.

Leggi le altre notizie sull’home page di Key4biz

Key4Biz

Quotidiano online sulla digital economy e la cultura del futuro

Direttore: Luigi Garofalo

© 2002-2024 - Registrazione n. 121/2002. Tribunale di Lamezia Terme - ROC n. 26714 del 5 ottobre 2016

Editore Supercom - P. Iva 02681090425

Alcune delle foto presenti su Key4biz.it potrebbero essere state prese da Internet e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, lo possono segnalare alla redazione inviando una email a redazione@key4biz.it che provvederà prontamente alla rimozione delle immagini utilizzate.

Netalia