Europa
Continua senza tregua il serrato confronto tra Microsoft e la Commissione Ue , nell’ambito della procedura che ha visto il gruppo accusato di abuso di posizione dominante sul mercato europeo dei software.
L’ultima puntata di questo delicato faccia a faccia riguarda la risposta che la società di Bill Gates doveva fornire all’Esecutivo riguardo il ritenuto mancato adempimento degli obblighi fissati dall’Antitrust europeo.
Lo scorso dicembre, infatti, la Commissione ha contestato a Microsoft la mancata ottemperanza di alcuni dei suoi obblighi imposti dalla Decisione del marzo 2004, soprattutto per quanto riguarda la fornitura di tutte le informazioni volte ad assicurare l’interoperabilità di software di società concorrenti.
In particolare, l’Esecutivo sottolinea la mancata pubblicazione – da parte di Microsoft – di una “completa e accurata” documentazione sull’interfaccia, in modo da permettere ai server concorrenti di ottenere la piena interoperabilità con i personal computer e i server di Windows.
In una nota il gruppo americano ha dichiarato d’aver rispettato totalmente le richieste di documentazione tecnica stabilite da una decisione del 2004 della Commissione europea e, secondo una risposta formale depositata ieri dalla società, la Ue ha ignorato prove fondamentali nella fretta di attaccare quanto messo in atto dall’azienda per allinearsi alle richieste.
“Centinaia di dipendenti Microsoft e consulenti hanno lavorato per oltre 30.000 ore per produrre più di 12.000 pagine di documentazione tecnica dettagliata disponibili per le terze parti. Inoltre, Microsoft si è offerta di fornire licenze comprensive di 500 ore di supporto tecnico e ha reso disponibile su licenza il proprio codice sorgente relativo a tutte le tecnologie del caso“, ha dichiarato l’azienda in una risposta presentata mercoledì 14 febbraio 2006.
L’azienda ha inoltre presentato alla Commissione due Relazioni redatte da esperti indipendenti, professori di ingegneria dei sistemi software, che hanno esaminato la documentazione tecnica prodotta da Microsoft.
“Concludiamo che le informazioni sull’interoperabilità così come fornite da Microsoft rispondono agli standard odierni del settore, specialmente in un campo così complesso. Crediamo che l’azienda abbia fornito informazioni complete e accurate, per quanto ciò possa essere ragionevolmente possibile, includendo protocolli, collegamenti e conoscenze implicite“, sottolineava una Relazione di 49 pagine firmata da cinque professori di informatica operanti nel Regno Unito e in Germania.
Nel suo comunicato, la Commissione afferma invece che la decisione del marzo 2004 non impone a Microsoft “l’obbligo di svelare il codice sorgente”. Anzi, tale rivelazione “non è necessariamente una soluzione per rispondere al fatto che Microsoft non ha fornito informazioni complete e precise”. Il codice sorgente, prosegue Bruxelles, “potrebbe al massimo integrare la fornitura di informazioni complete e precise”. Per questo, argomenta ancora l’esecutivo Ue, “tocca a Microsoft l’onere di spiegare nella sua risposta perché e come l’offerta del codice sorgente sia rilevante per assicurare l’ottemperanza alla decisione del marzo 2004″ .
Microsoft dalla sua ritiene invece che la risposta dell’azienda documenta altresì i molteplici modi in cui la Commissione ha ignorato le informazioni chiave, negando a Microsoft un adeguato strumento di difesa.
“La Commissione ha aspettato molti mesi prima di informare Microsoft che riteneva fossero necessarie modifiche alla documentazione tecnica, dopodiché ha concesso a Microsoft solo poche settimane per apportare ampie revisioni“, dichiara la risposta presentata da Microsoft.
La risposta di Microsoft indica chiaramente che la Commissione non ha neppure riesaminato l’esaustiva documentazione consegnata dalla società entro i tempi stabiliti.
“Quando ha emesso il suo Statement of Objections il 21 dicembre 2005, la Commissione e i suoi esperti non si sono neppure preoccupati di leggere la versione più recente dei documenti che Microsoft ha reso disponibili il 15 dicembre 2005“ , prosegue la risposta di Microsoft.
Allo stesso modo la risposta dimostra che la Commissione si è ripetutamente rifiutata di definire in modo chiaro le sue richieste e perplessità, nonostante le continue domande di chiarimento e la disponibilità offerta da parte di Microsoft.
Il Commissario Ue alla Concorrenza Neelie Kroes ha immediatamente sottolineato che sarà la Commissione, e non Microsoft, a decidere se il gruppo avrà rispettato o meno gli impegni. Poi afferma che la documentazione è stata “resa disponibile” sì entro la scadenza del 15 dicembre, ma a Redmond (negli Usa), e consegnata a Bruxelles il 26 dicembre, cioè 11 giorni dopo la scadenza. In ogni caso, la documentazione in questione “non era sostanzialmente diversa da quella già esaminata”.
La Commissione “esaminerà attentamente” la risposta di Microsoft, si legge in un comunicato di Jonathan Todd, portavoce della Kroes, nel quale si annuncia che Microsoft ha chiesto una “udienza orale” alla Commissione, presumibilmente per spiegare ulteriormente il suo punto di vista.
Ricordiamo che Microsoft rischia sanzioni per 2 milioni di euro al giorno dopo che lo scorso dicembre la Commissione l’ha accusata di non aver ottemperato a quanto stabilito dall’Antitrust nel 2004 per violazione delle leggi antitrust. Una decisione che verrebbe comunque presa solo dopo la prevista udienza, che probabilmente avrà luogo nelle prossime settimane, alla quale parteciperebbero anche le parti terze interessate.
Nel caso di non-ottemperanza protratta, la Commissione potrebbe allora intraprendere nuovi passi per prolungare la multa giornaliera fino a quando Microsoft non avrà rispettato la decisione del marzo 2004.